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Lavoro - page 2

Brescia, gli occupati sono 542mila

in Economia/Evidenza/Lavoro by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2022 il mercato del lavoro bresciano ha mostrato segnali misti, frutto di una stabilizzazione del numero degli occupati (dopo la crescita rilevata nel 2021) e di una contestuale flessione dei disoccupati, il cui numero si attesta su minimi pluriennali.  Nel dettaglio, gli occupati sono pari a 542 mila unità, sostanzialmente invariati rispetto all’anno precedente e ancora inferiori di circa 11 mila unità nei confronti dei livelli pre-Covid (553 mila).

A evidenziarlo sono i dati ISTAT elaborati dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

La dinamica rilevata nel 2022 ha visto una crescita degli occupati maschi (passati da 322 mila a 326 mila), a fronte di una leggera contrazione di quella femminile (da 219 mila a 217 mila). Tali variazioni hanno determinato marginali variazioni nel tasso di occupazione (15-64 anni), nel 2022 attestatosi al 65,9%, rispetto al 65,7% del 2021. Il tasso di occupazione rilevato in provincia di Brescia è minore di quello riscontrato in Lombardia (68,2%), ma ampiamente superiore alla media nazionale (60,1%), ambiti territoriali che sperimentano, tra il 2021 e il 2022, un incremento della quota degli occupati sul totale della popolazione.

Come già anticipato, nel 2022 il numero dei disoccupati scende a 23 mila, in calo di cinque mila unità nei confronti dell’anno precedente. La flessione ha riguardato la componente maschile (da 13 mila a 6 mila), mentre il numero delle femmine in cerca di occupazione sarebbe passato da 15 mila a 16 mila.  A seguito di tali dinamiche, il tasso di disoccupazione (15-74 anni) misurato a Brescia e provincia nel 2022 è sceso al 4,1% (dal 4,9% nel 2021), di fatto ai minimi storici e non lontano da livelli definiti “frizionali”, ovvero fisiologici. Il confronto con Lombardia (4,9%) e Italia (8,1%) vede il nostro territorio in posizione privilegiata, confermando una storica tendenza su questo ambito.

Il minor numero di persone in cerca di occupazione si sarebbe tuttavia riversato sulla categoria degli inattivi, passati da 247 mila a 251 mila, un’evoluzione che in parte vanifica i miglioramenti rilevati nel 2021, quando gli inattivi, a seguito della rinnovata vivacità del mercato del lavoro dopo la fase acuta della pandemia, erano considerevolmente diminuiti dai 256 mila rilevati nel 2020. Il tasso di inattività ha così raggiunto il 31,2% (dal 30,8% dell’anno precedente); fra le femmine bresciane tale tasso è pari al 41,7%, purtroppo più vicino al dato nazionale (43,6%), che alla virtuosa media lombarda (35,6%). Tutto ciò indicherebbe una limitata partecipazione delle donne del nostro territorio al mercato del lavoro locale, a espressione di un potenziale, solo in parte sfruttato.

“Chiudiamo un 2022 complessivamente positivo dal punto di vista del lavoro a Brescia, in particolar modo per quanto riguarda il fronte dei disoccupati, ormai scesi a una soglia che abbiamo definito fisiologica, e quindi sostanzialmente compatibile con la piena occupazione – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Allo stesso tempo, tuttavia, avevamo aspettative migliori per quanto riguarda gli occupati, che invece sono rimasti su un livello invariato rispetto al 2021, e ancora distanti dai livelli pre-Covid. Questo aspetto ci deve quindi far riflettere, anche alla luce dell’ormai noto problema di mismatch tra domanda e offerta di lavoro che caratterizza il territorio bresciano, e della crescita degli inattivi. Su quest’ultimo aspetto, in particolare, incidono purtroppo i ritardi della componente femminile, tematica su cui, come Associazione, siamo da sempre attenti. Continueremo perciò a monitorare la situazione e a proporre soluzioni per un mondo del lavoro sempre più inclusivo e orientato alla parità di genere. Non dimentichiamo, in tale contesto, anche le ormai annose problematiche legate alla denatalità, che caratterizzano il nostro Paese, e l’esigenza di un lavoro straniero di qualità, attraverso una politica migratoria gestita e non subita, e rivolta anche a profili medio-alti, soprattutto laureati, che ad oggi non riusciamo ad intercettare. Sui profili più richiesti dalle nostre imprese, infine, voglio sottolineare come la maggior parte di esse sia rivolta su profili di livello medio-alto, a testimonianza di un percorso verso l’eccellenza che continua a caratterizzare il Made in Brescia, con forti investimenti sul capitale umano.”

Con riferimento ai dati di fonte amministrativa (INPS) relativi alle dinamiche registrate nei primi nove mesi dell’anno, tra gennaio e settembre del 2022, la variazione netta dei rapporti di lavoro in essere (Assunzioni +/- Trasformazioni – Cessazioni) mostra un saldo ampiamente positivo (+18.487 unità), sebbene in attenuazione rispetto a quanto sperimentato nello stesso periodo del 2021 (+23.318). Il dato è comunque in linea con la dinamica pre-Covid ed è trascinato dalla significativa performance del tempo indeterminato (+10.133). In tale contesto va tuttavia evidenziato come il saldo assunzioni – cessazioni sia negativo (-8.353), a fronte di un contributo ampiamente positivo da parte delle trasformazioni da forme contrattuali alternative (+18.486). Per quanto riguarda le sole assunzioni, l’evoluzione nei primi nove mesi del 2022 (139.759) risulta in accelerazione rispetto al 2021 (130.197), con una quota del tempo indeterminato che si attesta al 18,3%, valore non dissimile da quanto registrato negli anni precedenti.

Sul versante dei profili maggiormente richiesti nel bresciano, secondo le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Brescia effettuate sulla piattaforma WOLLYBI-Lightcast che monitora gli annunci di lavoro online rilevati nel territorio, nel 2022 le domande di lavoro formulate dalle imprese bresciane hanno riguardato prevalentemente le macro categorie delle professioni non qualificate (20,3% degli oltre 53 mila annunci analizzati), dei tecnici (16,6%), degli artigiani e operai specializzati (13,4%), delle professioni tecniche e scientifiche (12,8%). La segmentazione dei profili per livello di competenza vede primeggiare le figure medium skill (44,2% delle richieste), seguite da quelle high skill (35,5%) e dalle low skill (20,3%). Con riferimento ai profili più ricercati, la top 5 vede al primo posto gli addetti allo spostamento e alla spedizione dei materiali o delle merci (7,0% della domanda complessiva), seguiti dal personale non qualificato delle attività industriali (6,0%), dagli assistenti alle vendite (5,4%), dagli addetti alle pulizie in uffici, esercizi alberghieri ed altri esercizi (4,9%) e dai modellatori e tracciatori meccanici di macchine utensili (3,3%). Ben tre di queste figure appartengono alle professioni non qualificate, una alle professioni nelle attività commerciali e nei servizi e una agli artigiani e operai specializzati.

Va infine segnalato il nuovo sgonfiamento della Cassa Integrazione Guadagni, che però rimane ancora su livelli superiori a quanto riscontrato prima della pandemia. Le ore autorizzate nell’ultimo anno sono diminuite del 66% rispetto al 2021, passando da 40,8 a 13,9 milioni. In particolare, la componente ordinaria è calata del 60% (da 21,1 a 8,5 milioni di ore), mentre quella straordinaria ha subito una flessione del 43% (da 9,4 a 5,3 milioni di ore). Tuttavia, il confronto con il 2019 mostra una crescita del 100% (sintesi di un +149% della CIGO e di un +49% della CIGS). Sulla base delle ore effettivamente utilizzate è possibile stimare che nel 2022 le unità di lavoro annue (ULA) potenzialmente coinvolte dalla CIG siano circa 2.200, contro le oltre 9 mila del 2021, e le 1.500 del 2019.

Operaio forestale morto, i sindacati: tragedie come questa non devono più accadere

in Cgil/Cisl/Economia/Lavoro/Sindacati/Uil by

Pubblichiamo di seguito il comunicato congiunto di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil sul caso dell’incidente costato al vita a un operaio festale (Martino Andrea Febbrari) schiacciato da alcuni massi mentre era al lavoro nei boschi della Valcamonica.

IL COMUNICATO

Quanto accaduto ci colpisce profondamente, siamo senza parole ed esprimiamo, a nome di tutti i componenti delle Organizzazioni firmatarie di questo comunicato, cordoglio e vicinanza alla famiglia di Martino, stringendoci a loro in questo momento di dolore e sconcerto.
Episodi come questo ci mettono nuovamente di fronte alla consapevolezza del fatto che le lavoratrici e i lavoratori con cui ci relazioniamo quotidianamente non sono numeri, bensì persone con un proprio vissuto e una storia da raccontare; storia che purtroppo, come accaduto per Martino oggi, può trovare una brusca e scioccante interruzione, alla quale non è possibile trovare senso alcuno. Quello che possiamo fare, come sindacati, è non stancarci mai di sensibilizzare e tenere alta la soglia dell’attenzione in merito a una materia così complessa e quantomai urgente come quella della Sicurezza sui luoghi di lavoro.
Perché se da una parte non possiamo purtroppo debellare completamente il fenomeno, è nostra ferma intenzione e preciso dovere morale fare in modo che non si parli mai di “morti bianche”, contrastare con ogni azione di tutela e di  prevenzione possibile il manifestarsi di decessi e di infortuni connessi all’attività lavorativa e far sì che ciascuno di noi assuma una sempre maggiore cognizione e contezza della gravità del problema, affinché episodi simili, al netto della componente sfuggente della fatalità, non abbiano più a verificarsi.

Lavoro in somministrazione: +11% nel Bresciano

in Economia/Lavoro/Partner by
Giovane al lavoro, foto da Pixabay

 Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel complesso del 2022 le richieste di lavoratori in somministrazione registrano una crescita dell’11% sul 2021, mentre il confronto con l’anno 2019, preso a riferimento come “normalità pre-Covid”, segna un valore negativo (-4%), a certificazione di un processo di recupero non ancora del tutto concluso.

A evidenziarlo (secondo quanto riferisce BsNews.it) sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

Per quanto riguarda il solo 4° trimestre 2022, la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+8% tendenziale), in lieve accelerazione rispetto alla rilevazione precedente (+4%). La seconda parte dell’anno mostra quindi un’evoluzione positiva, ma relativamente meno pronunciata nei confronti di quanto sperimentato nel primo semestre del 2022.

Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020. Allo stesso tempo, la suddetta dinamica rifletterebbe il rallentamento del settore industriale locale rilevato tra luglio e dicembre.

“Il processo di ripresa del lavoro in somministrazione a Brescia è proseguito anche nel 2022, per quanto non possa definirsi ancora concluso – commenta Roberto Zini, vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –. Se i dati sullo scorso anno sono infatti positivi, il gap con il periodo pre-pandemia non è ancora del tutto colmato. Vorrei però sottolineare che si tratta di dati incoraggianti, a maggior ragione se letti alla luce delle vicissitudini che hanno caratterizzato l’anno da poco concluso, legate in particolare al caro energia e alle conseguenze del conflitto russo-ucraino. Per quanto riguarda le aree professionali maggiormente richieste, la nostra provincia continua a distinguersi per la necessità di trovare conduttori d’impianti e operai specializzati: un altro tema su cui, come Associazione, stiamo lavorando. L’obiettivo resta quello di indirizzare sempre più i nostri giovani verso percorsi professionali in grado di garantirgli un futuro lavorativo solido e riconosciuto”.

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (41,5%), seguiti dal personale non qualificato (16,5%), dagli operai specializzati (13,5%) e dagli addetti al commercio (13,5%).

Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (20,5% della domanda complessiva), non qualificati in imprese industriali (6,1%), addetti macchine lavorazioni metalliche (5,0%), addetti consegna merci (4,7%) e dai non qualificati nei servizi di pulizia (4,7%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico, i tecnici della distribuzione commerciale e i tecnici della produzione), agli addetti al commercio (esercenti di ristoranti, fast food, pizzerie e simili), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

Acque Bresciane è per il secondo anno consecutivo azienda certificata Top Employers Italia

in Economia/Lavoro by

Acque Bresciane è per il secondo anno consecutivo azienda certificata Top Employers Italia. La società, benefit e interamente pubblica, gestisce il ciclo idrico in provincia di Brescia, servendo 98 Comuni e garantendo un servizio di qualità a 605.000 abitanti. L’impegno è massimo nella sostenibilità ambientale e sociale, verso il territorio e verso gli oltre 300 colleghi.

La Certificazione Top Employers è il riconoscimento ufficiale delle eccellenze aziendali nelle politiche e strategie delle Risorse umane (HR) e della loro attuazione per contribuire al benessere delle persone, migliorare l’ambiente di lavoro e il mondo del lavoro.

La Certificazione Top Employers viene rilasciata alle aziende che raggiungono e soddisfano gli elevati standard richiesti dalla HR Best Practices Survey. La Survey ricopre 6 macro aree in ambito HR, esamina e analizza in profondità 20 diversi topics e rispettive Best Practices, tra cui la centralità delle persone, l’ambiente lavorativo, l’acquisizione di talenti, la formazione, il benessere, la diversità e l’inclusione e molti altri.

La Certificazione rappresenta il riconoscimento ufficiale dell’importante e convinto impegno di Acque Bresciane nel prendersi cura delle proprie persone, centrali nella strategia di crescita.

Lo attesta Giovanni Gardini, Responsabile Risorse umane, organizzazione e sistemi di Acque Bresciane: «Abbiamo rafforzato l’impegno verso le nostre persone, per rendere sempre più innovativi i processi HR, proseguendo nell’attuazione di numerose misure per portare le nostre politiche e strategie HR a livelli d’eccellenza». Misure che comprendono, fra le altre,«un processo di onboarding strutturato e digitale per accompagnare i nuovi inserimenti, molteplici canali diretti di ascolto con i colleghi per favorire crescita e sviluppo, lo sportello ascolto gratuito con una psicologa, i team di ambassador per promuovere la trasformazione digitale, la sostenibilità e il valore di diversità e inclusione».

Le parole del Presidente di Acque Bresciane Gianluca Delbarba lo confermano: «Oggi viviamo un’epoca nuova, che dopo l’esperienza della pandemia mette al centro la soddisfazione personale e il bilanciamento fra lavoro e vita privata. Chiediamo molto al personale – penso all’emergenza siccità della scorsa estate – ma vogliamo anche offrire loro altrettanto, come professionisti, come genitori, come persone. Per questo attraverso formazione e welfare, ma anche con la sperimentazione in corso sullo smart working, vogliamo mettere uomini e donne nelle condizioni di crescere in tutte le dimensioni della loro vita».

Conclude il Direttore Generale Paolo Saurgnani«Stiamo crescendo per rispondere alle nuove sfide da affrontare sia in ambito idrico e climatico, sia in questa particolare congiuntura economica. Le persone possono fare la differenza e l’organizzazione può migliorare solo grazie al contributo dei singoli e alla motivazione, fondamentale per una società che svolge un servizio pubblico».

Lavoro in somministrazione, a Brescia nuova crescita nel 3° trimestre

in Economia/Lavoro by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Secondo i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, nel 3° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo del 2021 (+4% tendenziale), sebbene di intensità minore rispetto a quanto rilevato nei periodi precedenti. Tale movimento descriverebbe il processo di assestamento in atto nel settore, dopo i forti incrementi riscontrati nel 2021, in primo luogo imputabili al confronto con il 2020.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

L’aumento rilevato nel 3° trimestre del 2022 interessa la maggior parte delle categorie professionali qui analizzate, ed è trainato, in particolare, dagli impiegati esecutivi, che evidenziano un +51% rispetto all’analogo periodo del 2021. Variazioni positive rilevanti riguardano anche gli addetti al commercio (+26%) e gli operai specializzati (+13%).

“I dati sul lavoro in somministrazione a Brescia restano positivi, pur segnando un rallentamento legato all’andamento generale dell’economia nella nostra provincia – commenta Roberto Zini, Vice Presidente di Confindustria Brescia con delega a Welfare e Relazioni Industriali –. In particolare, il comparto dei servizi, strettamente legato a quello manifatturiero, riflette bene gli ultimi dati emersi sulla produzione industriale. Voglio però sottolineare, pur in contesto di assestamento, come resti alta la domanda di specifiche categorie professionali legate alla manifattura, quali i conduttori d’impianti e gli operai specializzati: l’ennesima testimonianza di come Brescia sia costantemente alla ricerca di profili analoghi.”

Le richieste pervenute alle Agenzie per il Lavoro hanno riguardato, in particolare, il gruppo professionale dei conduttori d’impianti (38,8%), seguiti dal personale non qualificato (21,3%), dagli operai specializzati (14,4%) e dagli addetti al commercio (12,5%). Nello stesso periodo, le figure più ricercate sono state: operatori robot industriali (16,4%), non qualificati in imprese industriali (9,7%) e addetti macchine per lavorazioni metalliche (6,1%).

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici della distribuzione commerciale e tecnici in campo ingegneristico), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, montatori, manutentori specializzati meccanica di precisione, installatori attrezzature elettroniche) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e addetti macchine lavorazioni metalliche).

Caso Maier Cromoplastica, da domani 89 lavoratori rischiano di restare a casa

in Economia/Lavoro by

Il caso di Maier Cromoplastica che a luglio 2022 ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Verdello (BG), con la messa in liquidazione della società e il licenziamento di 89 lavoratrici e lavoratori, si è chiuso con un inaspettato mancato accordo.

L’azienda, attiva nel settore automotive, è di proprietà spagnola.

Nella serata di mercoledì 5 ottobre, dopo lunghe trattative in cui Regione Lombardia ha messo in campo tutte le opzioni possibili per scongiurare i licenziamenti – dalla cassa integrazione alla ricerca di un possibile investitore, a causa di una proprietà assente dal confronto e indisponibile ad ascoltare istituzioni e sindacati – l’ultimo incontro si è concluso con un nulla di fatto.

Da domani potranno scattare i licenziamenti.

“Il pensiero che novanta famiglie possano già nei prossimi giorni ricevere le lettere di licenziamento e perdere il lavoro mi ferisce molto” dichiara l’assessore alla Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Melania Rizzoli.

“Negli ultimi giorni, grazie ad un intenso lavoro sul territorio e affiancati dal Ministero dello Sviluppo Economico e dai sindacati – sottolinea Rizzoli – abbiamo promosso una manifestazione di interesse a rilevare il sito da parte di una importante realtà del settore automotive lombarda e che impiega già migliaia di lavoratori in Lombardia, in Italia e nel mondo.

La manifestazione di interesse non è stata tuttavia ritenuta adeguata dagli spagnoli, e, aggiunge Rizzoli, “a nostro parere, c’è un errore di valutazione”. Le conseguenze non sono legate solo ai dipendenti ma anche all’area dismessa che richiederà una importante bonifica. Pertanto i costi dell’operazione, per gli spagnoli, saranno ingenti.

“Per Regione Lombardia esiste ancora margine di azione – evidenzia Rizzoli – e per questa ragione invitiamo caldamente l’azienda a considerare una soluzione alternativa”.

“Da subito – prosegue – ci impegniamo a tentare di far riaprire un confronto tra offerente e MAIER più approfondito, con Regione Lombardia disponibile a fare da garante, per verificare se alla fine si possa trovare comunque un accordo che salvi almeno parte delle maestranze”.

In ogni caso, ha assicurato l’assessore regionale al Lavoro, “da questo momento ci facciamo carico dei dipendenti di Maier, con i nostri Centri per L’impiego del territorio e gli operatori accreditati, perché possano essere da subito accompagnati alla ricerca di un nuovo posto di lavoro attraverso le politiche attive regionali”. 

Lombardia, occupati (quasi) ai livelli del 2019

in Economia/Lavoro/Tendenze by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

Il numero degli occupati in Lombardia nel secondo trimestre di quest’anno tocca il livello di 4 milioni e 439 mila unità, con una crescita di ben 115 mila posizioni su base annua. È questa la principale evidenza del rapporto di Unioncamere Lombardia realizzato sulla base delle stime e dati Istat e Inps relativi al secondo trimestre di quest’anno. Prosegue quindi la fase positiva del mercato del lavoro regionale avviata nel secondo trimestre 2021, sebbene con un lieve rallentamento rispetto all’incremento già registrato nei primi tre mesi dell’anno. Il recupero dei livelli pre-Covid appare quindi quasi completato: mancano solo 30 mila occupati per tornare ai valori del 2019.

ASSESSORE GUIDESI – “I dati positivi – ha spiegato l’assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi – sono segno della stabilità e del potenziale del nostro sistema economico produttivo, messo però a rischio dai costi energetici; continueremo a esprimere il nostro potenziale offrendo opportunità di lavoro solo se l’intervento dell’Europa sul tema energetico ci sarà e sarà immediato ed efficace”.

GIAN DOMENICO AURICCHIO (PRESIDENTE UNIONCAMERE) – “I dati lombardi di questo primo semestre 2022 mostrano un mercato del lavoro ancora in piena salute, anche se ci sono segnali di rallentamento.” – commenta Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – “Il rafforzamento del tempo indeterminato è un fatto molto positivo che segnala il consolidamento della crescita nell’occupazione ampliando gli organici stabili delle imprese. Resta da vedere quale sarà l’impatto dei costi di produzione ed energia sulle prossime rilevazioni trimestrali visto il calo che i dati più recenti sembrano già indicare a livello nazionale”.

LOMBARDIA MEGLIO DELLA MEDIA NAZIONALE – Con questi dati il tasso di occupazione regionale si attesta al 68,3%: un livello nettamente superiore alla media nazionale (60,5%) e in crescita di quasi due punti su base annua. In Lombardia però, a differenza del dato complessivo italiano, non sono ancora del tutto recuperati i valori pre-Covid – a causa del diverso andamento del denominatore del tasso di disoccupazione – la fascia di popolazione in età lavorativa dai 15 ai 64 anni – la cui diminuzione meno marcata che nel resto d’Italia influisce sull’indicatore complessivo.

PIU’ MARCATO L’INCREMENTO DELLA COMPONENTE MASCHILE – Si conferma la fase di maggior incremento della componente maschile della forza lavoro (+3,4% gli occupati su base annua), trainata dall’espansione dei settori dell’industria (+6,5%) e delle costruzioni (+5,6%). Più lenta invece la crescita dell’occupazione femminile (+1,7%), anche per via del primo calo – dopo un anno di segni positivi – registrato dal comparto dei servizi diversi dal commercio (-0,5%). Si allarga quindi il divario di genere nella popolazione lavorativa.

DISOCCUPAZIONE TORNA AI LIVELLI PRE-CRISI – Ancora in diminuzione la disoccupazione, con il tasso che scende al 5% e si riporta in linea con i livelli pre-crisi. La crescita degli occupati spinge al rialzo il tasso di attività (71,9%), che misura la partecipazione della popolazione al mercato del lavoro, in crescita di 1,2 punti su base annua e ormai prossimo anch’esso ai valori del 2019.

Anche se i dati di flusso confermano il proseguimento della fase positiva, si registra un rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Il saldo positivo tra assunzioni e cessazioni è di +53 mila contratti e su base annua la crescita è pari a +137 mila posizioni lavorative (il valore del primo trimestre era +154 mila). Si rafforza il contributo positivo della componente a tempo indeterminato (+51 mila posizioni) grazie alla crescita delle trasformazioni con la loro stabilizzazione.

SI CONFERMA IL FORTE CALO DELLA CASSA – La cassa integrazione conferma il forte calo su base annua pur restando ancora superiore ai valori pre-Covid: diminuiscono dell’87% le ore autorizzate. Scendono tutte le componenti della CIG tranne quella straordinaria, che torna in crescita del +34,5%.

Lavoro in somministrazione, a Brescia continua la crescita

in Economia/Lavoro/Tendenze by
Professionista al lavoro, foto generica da Pixabay

Nel 2° trimestre 2022 la domanda di lavoratori in somministrazione a Brescia ha registrato una nuova crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+12% tendenziale), che delinea un movimento di consolidamento nei confronti delle evoluzioni rilevate nei periodi immediatamente precedenti.

L’evoluzione positiva nei mesi aprile-giugno 2022 appare coerente con la fase rialzista dell’attività produttiva nel settore industriale e col recupero delle attività terziarie sperimentati in questi mesi, a conferma dell’inversione di tendenza dopo la fase emergenziale che ha caratterizzato tutto il 2020.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro, aderenti all’Osservatorio Confindustria Brescia – Agenzie per il lavoro, curato dal Centro Studi di Confindustria Brescia.

“Come sempre i dati del lavoro in somministrazione anticipano l’andamento generale del mercato del lavoro – commenta Roberto Zini, Vice presidente di Confindustria Brescia con delega a Relazioni Industriali e Welfare –; in particolare, nel territorio bresciano, figure specializzate come operai e conduttori d’impianti continuano a segnare crescite sopra la media, in linea con quanto più volte manifestato dal mondo manifatturiero. Si tratta quindi di un dato positivo, ma da continuare a monitorare con attenzione, alla luce delle incognite geopolitiche ed economiche che stanno caratterizzando il periodo in corso – su tutte il caro energia – e che rischiano di impattare in modo deciso sulle attività delle aziende nei prossimi mesi.”

L’aumento rilevato nel 2° trimestre del 2022 interessa quasi tutte le categorie professionali, ed è trainato, in particolare, dagli addetti al commercio, che evidenziano un +68% rispetto all’analogo periodo del 2021; si tratta di una dinamica che va letta alla luce del recupero del settore del commercio e dell’accoglienza, dopo le limitazioni alla mobilità imposte dalla pandemia.

Gli operai specializzati (+23%) e i conduttori d’impianti (+16%) registrano degli incrementi al di sopra del valore medio. Più contenuta risulta la crescita degli impiegati esecutivi (+3%), mentre il personale non qualificato (-5%) e i tecnici (-26%) si caratterizzano per un ridimensionamento delle richieste.

Con riferimento alle difficoltà di reperimento dei lavoratori in somministrazione, non si segnalano tensioni particolari, a eccezione, in particolare, di alcuni profili appartenenti ai tecnici (tecnici in campo ingegneristico e per i tecnici della produzione), agli operai specializzati (fonditori, saldatori, specializzati meccanica di precisione, montatori, manutentori) e ai conduttori d’impianti (operatori robot industriali e per gli addetti macchine lavorazioni metalliche).

Lavoro, acciaierie unite per formare i manutentori

in Acciaio/Economia/Lavoro by
L'acciaieria Aso

Convinti che il futuro del mondo siderurgico non possa che passare dai giovani, Feralpi Group, Acciaierie Venete, Asonext e Duferco travi e profilati hanno deciso di fare squadra per lanciare, in collaborazione con Randstad Italia, Future4steel, un piano di formazione professionalizzante per aspiranti manutentori.

Il progetto, che ha lo scopo di crescere nuove risorse sulle conoscenze e competenze specifiche richieste dal ruolo, è in partenza ad ottobre 2022 e prevede l’assunzione a tempo pieno, in forma di apprendistato di primo livello, di ragazzi diplomati al di sotto dei 25 anni.

Il programma formativo sarà suddiviso tra lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche direttamente sul campo – che avranno luogo presso gli impianti delle aziende coinvolte – e potrà offrire, oltre ad un certificato di specializzazione superiore, la preziosa possibilità di entrare stabilmente a far parte di un grande gruppo.

Il Recruiting Day è fissato al 27 settembre.

Più informazioni su: https://www.randstad.it/candidato/aziende-che-assumono/future4steel/
Per candidarsi direttamente inviando il CV: academy.technical@randstad.it

Lavoro, inJob apre anche a Montichiari

in Bassa/Economia/Lavoro/Zone by
Donne e lavoro, foto generica da Pixabay

 InJob, l’international recruitment company di Verona, inaugura la propria filiale a Montichiari (BS), in via Vittorio Alfieri 4. InJob fa parte di W-Group, uno dei principali gruppi italiani di servizi per le risorse umane. Il progetto si inserisce nel piano di apertura dei nuovi career center e direstyle di quelli già esistenti.  L’APL ha infatti aperto, solo nel primo semestre di quest’anno, le sedi di Legnago, San Bonifacio, Paratico, Trento e Montichiari.

Nel secondo semestre è prevista invece l’apertura delle filiali di Belluno e Thiene: otto le aperture totali programmate nei prossimi due anni che arriveranno a raddoppiare la presenza di InJob sul territorio.

Da Castiglione a Montichiari con nuove lungimiranti prospettive di crescita e traguardi sfidanti, il nostro Career Center ha cambiato sede, provincia, ma non persone!” – così ha commentato Rosalia Magli, Branch Manager di Montichiari – “Questo, infatti, è il filo conduttore della nostra azienda: mettere le persone al centro, per una costante fidelizzazione interna ed esterna verso candidati e clienti. In un mercato del lavoro in continua evoluzione e sempre alla ricerca di professionalità specifiche e difficili da reperire, posso contare sull’esperienza nella selezione del personale di Emma, Mariantonietta, Alice e Camilla, tutte con grande esperienza nel settore HR. Insieme ogni giorno cerchiamo di fare il migliore matching tra candidati ed aziende clienti del territorio bresciano e mantovano, che da anni si rivolgono a noi con fiducia per la ricerca di personale necessario alla crescita delle loro aziende.”

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