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Giappone: per Brescia vale 10 milioni di export al mese

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Giappone

Giappone e Lombardia, business da oltre 800 milioni secondo i dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia la struttura delle Camere di commercio per l’internazionalizzazione delle imprese, con scambi per 470 milioni per l’export e 350 milioni per l’import nei primi tre mesi del 2019. Pesa la Lombardia circa il 30% del totale italiano sia per l’import che per l’export. Il totale italiano è di 1,1 miliardi di import e di 1,6 miliardi di export. In Italia, l’export cresce del +8,8% e l’import del +16,8% nei primi tre mesi del 2019, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il 99% dell’interscambio riguarda i prodotti di manifatturieri.

Per provincia (primi 3 mesi 2019). Prima Milano con 218 milioni di import e 308 milioni di export nei primi tre mesi del 2019, insieme a Varese con 33 e 36 milioni, Bergamo con 20 e 31 milioni, Brescia con 12 e 30 milioni (10 al mese di export), Monza con 44 e 18 milioni. Pesa Milano oltre il 60% del totale regionale in entrambi, sia import che export.

Export, principali settori per la Lombardia (primi 3 mesi 2019). Milano ha esportato moda per 157 milioni, macchinari per 24 milioni, chimica per 36 milioni e alimentari per 15 milioni. Varese ha esportato mezzi di trasporto per 18 milioni e macchinari per 6 milioni. Bergamo ha esportato moda e macchinari per 7 milioni. Tra i settori in crescita per Milano il legno e i prodotti in legno (+124% in un anno), per Bergamo articoli farmaceutici (+107%) e food (+18%), per Brescia metalli (+70%) e food (+40%), per Varese legno (+ 670%) e trasporti (+162%), per Monza metalli (+36%).

Import, principali settori per la Lombardia (primi 3 mesi 2019).Milano ha importato macchinari (70 milioni), prodotti chimici (41 milioni), elettronica (31 milioni) e mezzi di trasporto (20 milioni). Monza ha importato prodotti chimici (18 milioni), Varese macchinari (18 milioni) e Bergamo mezzi di trasporto (8 milioni).

 

Cina ed Emirati Arabi, scambi per 40 milioni al mese con Brescia

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I rapporti con la Cina valgono 11 miliardi nei primi tre mesi del 2019 per l’Italia, di cui 4 miliardi per la Lombardia oltre 1 miliardo con gli Emirati Arabi, di cui 310 milioni regionali. Quindi 12 miliardi di scambi nazionali verso entrambi i Paesi, di cui 4 miliardi lombardi. Si tratta di 8 miliardi di import dalla Cina di cui 3 miliardi lombardi (+4% per entrambe) e 3 miliardi di export di cui quasi un miliardo lombardo (+0,5% nazionale). Per gli Emirati si tratta di 163 milioni di import di cui 19 milioni lombardi e 1 miliardo di export di cui 290 milioni lombardi (+2% nazionale). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia su dati Istat nei primi tre mesi del 2019.

Cina. Per export in tre mesi la Lombardia è seguita in Italia da Emilia Romagna (528 milioni), Piemonte (366 milioni) e Veneto (332 milioni). Prime a livello nazionale per export Milano (484 milioni), Torino (194 milioni). Tra le prime le lombarde Brescia e Bergamo (100 milioni circa, +5% per Brescia). Si importano e esportano in prevalenza prodotti manifatturieri.

Emirati Arabi. Per export in tre mesi la Lombardia è seguita in Italia da Toscana (218 milioni) ed Emilia Romagna (121 milioni). Prime a livello nazionale per export Arezzo e Milano (oltre 150 milioni), Bologna e Roma (40 milioni). Tra le prime lombarde Bergamo e Brescia (20 milioni circa). Si importano in prevalenza prodotti manifatturieri e petrolio  e si esportano prodotti manifatturieri.

Per Brescia gli scambi con Cina ed Emirati valgono dunque circa 12o milioni nel  trimestre, circa 40 al mese.

Macchinari industriali, per Brescia l’export vale 4 miliardi all’anno

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Macchinari e apparecchi: un export per l’Italia da 82 miliardi all’anno, in crescita del 2% nel 2018 e che nei primi tre mesi del 2019 raggiunge già i 19,4 miliardi, +1,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Milano è la prima provincia con 7,6 miliardi di esportazioni nel 2018 e 1,9 miliardi nel 2019 (+3,2%). Seguono Bologna e Torino. Tra le prime 10, Modena con 3 miliardi di euro nel 2018 si distingue per la maggiore crescita in un anno +8,5% che continua anche nel 2019 (773 milioni, +7,4%). Mentre Brescia è sesta, con oltre quattro miliardi di export. Verona supera i 2 miliardi in un anno (+5,8%), in lieve flessione nel 2019 (554 milioni, -0,6%). Le maggiori destinazioni dell’export italiano di macchinari sono Germania, Stati Uniti e Francia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia sui dati Istat anni 2018 e 2017 e primi tre mesi del 2019 e 2018.

 

Export di macchinari e apparecchi meccanici: per province italiane

PROVINCE EXP2017 EXP2018 peso % variaz. %
Milano 7.565.206.288 7.587.306.878 9,3% 0,3%
Bologna 5.327.031.966 5.501.631.297 6,7% 3,3%
Torino 4.841.278.316 4.633.873.874 5,7% -4,3%
Bergamo 4.018.271.558 4.170.560.543 5,1% 3,8%
Reggio nell’Emilia 3.966.355.022 4.153.864.189 5,1% 4,7%
Brescia 3.972.101.635 4.151.771.760 5,1% 4,5%
Vicenza 3.394.140.983 3.581.750.396 4,4% 5,5%
Padova 3.020.258.330 3.221.281.797 3,9% 6,7%
Modena 2.905.320.892 3.152.858.292 3,9% 8,5%
Verona 2.221.748.149 2.351.399.361 2,9% 5,8%
Treviso 2.161.953.830 2.328.263.202 2,8% 7,7%
Varese 2.172.189.291 2.196.875.382 2,7% 1,1%
Parma 1.837.756.933 1.822.088.561 2,2% -0,9%
Firenze 1.879.729.841 1.740.182.783 2,1% -7,4%
Monza e della Brianza 1.681.727.106 1.673.635.064 2,0% -0,5%
Novara 1.457.080.461 1.462.242.533 1,8% 0,4%
Pordenone 1.183.612.174 1.224.545.212 1,5% 3,5%
Udine 1.077.746.474 1.155.412.286 1,4% 7,2%
Lecco 1.179.252.767 1.146.651.035 1,4% -2,8%
Mantova 1.011.718.339 1.071.863.289 1,3% 5,9%
Cuneo 1.024.095.280 988.307.503 1,2% -3,5%
Piacenza 977.170.877 973.950.922 1,2% -0,3%
Bolzano/Bozen 865.841.457 912.797.605 1,1% 5,4%
Lucca 706.136.888 906.537.278 1,1% 28,4%
Ancona 952.358.791 889.486.617 1,1% -6,6%
Ravenna 756.004.698 873.489.208 1,1% 15,5%
Trento 727.481.047 832.912.664 1,0% 14,5%
Pavia 815.251.772 812.576.213 1,0% -0,3%
Genova 1.048.249.576 800.252.260 1,0% -23,7%
Asti 420.274.975 784.604.075 1,0% 86,7%
Ferrara 743.979.233 780.342.181 1,0% 4,9%
Como 756.435.060 771.396.351 0,9% 2,0%
Pesaro e Urbino 728.621.355 750.394.914 0,9% 3,0%
Rimini 625.803.154 698.188.481 0,9% 11,6%
Alessandria 626.618.528 685.252.421 0,8% 9,4%
Perugia 636.566.441 677.713.180 0,8% 6,5%
Venezia 610.938.413 645.315.339 0,8% 5,6%
Cremona 628.473.100 631.890.758 0,8% 0,5%
Trieste 658.147.433 625.082.504 0,8% -5,0%
Forlì-Cesena 589.592.341 605.178.237 0,7% 2,6%
Roma 635.584.454 539.236.426 0,7% -15,2%
Massa-Carrara 855.122.376 523.026.977 0,6% -38,8%
Pisa 473.098.724 492.003.123 0,6% 4,0%
Vercelli 467.617.353 486.388.948 0,6% 4,0%
Chieti 631.187.079 460.712.760 0,6% -27,0%
Belluno 428.949.202 457.159.056 0,6% 6,6%
Bari 540.192.382 451.367.533 0,6% -16,4%
Rovigo 292.563.248 272.602.825 0,3% -6,8%
Lodi 222.775.059 268.146.687 0,3% 20,4%
Lecce 197.928.900 256.195.321 0,3% 29,4%
Napoli 220.907.628 233.097.036 0,3% 5,5%
Siena 223.019.484 211.417.168 0,3% -5,2%
Gorizia 215.210.933 199.252.422 0,2% -7,4%
La Spezia 218.511.561 194.756.460 0,2% -10,9%
Macerata 191.499.904 176.368.881 0,2% -7,9%
Livorno 227.456.991 159.937.548 0,2% -29,7%
Arezzo 147.752.028 146.677.895 0,2% -0,7%
Biella 160.394.710 144.138.681 0,2% -10,1%
Pescara 98.174.634 139.265.220 0,2% 41,9%
Latina 148.327.525 136.180.128 0,2% -8,2%
Frosinone 119.751.628 123.500.027 0,2% 3,1%
Verbano-Cusio-Ossola 105.758.072 119.986.100 0,1% 13,5%
Sondrio 90.670.943 119.384.979 0,1% 31,7%
Prato 114.527.261 113.904.973 0,1% -0,5%
Salerno 117.880.611 102.916.140 0,1% -12,7%
Pistoia 92.657.316 91.180.216 0,1% -1,6%
Avellino 42.373.888 73.320.597 0,1% 73,0%
Province non specificate e altri stati membri 89.534.049 71.673.982 0,1% -19,9%
Teramo 69.388.110 67.114.156 0,1% -3,3%
Rieti 61.129.994 66.692.377 0,1% 9,1%
Aosta 63.052.736 66.611.074 0,1% 5,6%
Brindisi 93.879.536 65.247.233 0,1% -30,5%
Ascoli Piceno 70.207.325 59.805.635 0,1% -14,8%
Fermo 54.530.522 52.259.159 0,1% -4,2%
Benevento 52.737.725 49.243.585 0,1% -6,6%
Cagliari 47.753.541 47.336.205 0,1% -0,9%
Catania 27.379.974 45.365.953 0,1% 65,7%
Terni 48.041.515 43.074.965 0,1% -10,3%
Imperia 39.427.254 39.765.185 0,0% 0,9%
L’Aquila 18.717.614 36.089.926 0,0% 92,8%
Caserta 25.628.719 30.533.848 0,0% 19,1%
Savona 25.638.204 30.318.179 0,0% 18,3%
Vibo Valentia 17.893.243 26.647.702 0,0% 48,9%
Potenza 26.925.200 26.445.220 0,0% -1,8%
Barletta-Andria-Trani 16.515.427 22.858.054 0,0% 38,4%
Trapani 26.422.495 20.906.490 0,0% -20,9%
Campobasso 13.934.014 20.021.357 0,0% 43,7%
Palermo 23.233.202 19.993.734 0,0% -13,9%
Grosseto 15.291.337 19.580.362 0,0% 28,0%
Messina 40.905.418 17.825.976 0,0% -56,4%
Viterbo 17.370.776 17.147.666 0,0% -1,3%
Taranto 28.379.601 16.282.758 0,0% -42,6%
Catanzaro 10.697.792 11.928.458 0,0% 11,5%
Siracusa 10.082.527 8.018.612 0,0% -20,5%
Foggia 5.831.125 7.604.527 0,0% 30,4%
Caltanissetta 4.038.942 6.044.074 0,0% 49,6%
Ragusa 3.009.104 4.131.716 0,0% 37,3%
Agrigento 3.249.263 4.102.350 0,0% 26,3%
Matera 19.437.334 3.587.916 0,0% -81,5%
Crotone 3.658.799 3.511.471 0,0% -4,0%
Sassari 5.199.009 3.072.275 0,0% -40,9%
Cosenza 2.199.616 2.464.538 0,0% 12,0%
Reggio di Calabria 3.560.022 1.840.464 0,0% -48,3%
Isernia 1.164.639 1.718.746 0,0% 47,6%
Enna 1.323.581 1.585.387 0,0% 19,8%
Nuoro 274.360 1.064.210 0,0% 287,9%
Oristano 721.426 589.505 0,0% -18,3%
Provincia del Sud Sardegna 0 261.032 0,0% nr
Carbonia-Iglesias 883.381 0 0,0% -100,0%
Medio Campidano 73.325 0 0,0% -100,0%
Ogliastra 481.049 0 0,0% -100,0%
Olbia-Tempio 622.526 0 0,0% -100,0%
 Totale 80.142.840.019 81.706.216.634 100,0% 2,0%

India, le imprese della leonessa alla ricerca di nuove partnership

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Export/Tendenze by
Seminario in Aib sui rapporti Brescia-India

Si è tenuto giovedì pomeriggio, nella Sala Beretta dell’Associazione Industriale Bresciana, il seminario “India Industriale, Culturale, Strategica”, ultimo appuntamento delle due intense giornate che hanno portato a Brescia il Console Generale dell’India a Milano, Binoy George, e il Console Generale d’Italia a Calcutta, Damiano Francovigh – accompagnati da alcune importanti imprese indiane, tra cui Mecon, Nalco, JSW- Jindal, Tata Steel  –, impegnati in una serie di visite istituzionali e nelle aziende promosse da Indo-Italian MilanHUB con il patrocinio del Consolato Generale dell’India a Milano e dell’Associazione Industriale Bresciana, insieme a BTL – Banca del Territorio Lombardo.

Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, Giuseppe Pasini (Presidente AIB), Michela Tiboni (Assessore all’Urbanistica del Comune di Brescia), Eugenio Bodini (Past President AIB e Presidente Sideridraulic), Mohan Babu (Direttore JSW Steel Italy), Simone Vercesi (Direttore Enel Green Power India pvt ltd), Sanjeev Kumar (alla guida di Mecon, leader nella progettazione metallurgica in India), Pratapaditya Mishra (Direttore Generale Aluminium Association of India) e Alberto Cavicchiolo (Presidente Indo-Italian MilanHUB), oltre a una lunga lista di importanti imprenditori bresciani.

Dalla Lombardia proviene oggi il 40% dell’export italiano verso il Paese asiatico; nel 2018 Brescia è tra le prime province italiane per export industriale in India con 138 milioni di euro, al sesto posto nazionale in un quadro complessivo da oltre 4 miliardi di euro.

L’India è il secondo Paese più popoloso al mondo, con 1,3 miliardi di abitanti (fonte: Country Report India – ICE) e l’età media del Paese è al di sotto dei 30 anni. La popolazione indiana continua a crescere dal punto di vista demografico; e nei prossimi 20/30 anni è previsto un consistente aumento dei consumi, espressione di un indicatore di mercato quale l’aumento della classe media dal 19% di oggi al 70% della popolazione. Il PIL ha registrato dal 2015 al 2018 un tasso di crescita costante che si attesta circa al 7%, e le stime della Banca Centrale (Rbi) per l’anno prossimo si confermano intorno al 7%; anche secondo il rapporto Rapporto Export 2019 di SACE SIMEST l’India è uno dei Paesi che trainerà nei prossimi anni l’export italiano.

Il Console Generale dell’India a Milano, SE Binoy George, ha dichiarato che “l’industria bresciana costituisce il più grande hub produttivo della Lombardia e un riferimento per l’Italia. Per Brescia l’India può diventare uno dei grandi mercati della produzione moderna e anche una destinazione di investimenti ad elevata redditività. Le storie di successo delle sedi indiane di aziende bresciane dimostrano l’efficacia di questo impegno, in particolare nel contesto della piattaforma Make in India”

“I numeri dell’interscambio tra India e Brescia, e tra l’India e l’Italia, non rendono ancora appieno lo straordinario potenziale di crescita che questa nazione possiede – commenta Giuseppe Pasini, Presidente di AIB –. Il nostro territorio, tuttavia, ha già recepito queste opportunità, investendo in India con filiali commerciali e produttive. Il numero di aziende bresciane presenti nel Paese è elevato, e destinato a crescere, grazie anche a importanti appuntamenti come quello promosso dall’Indo-Italian MilanHUB”.

Tra le aziende associate ad AIB presenti in India si segnalano: Automazioni Industriali Capitanio, Ave, Bialetti Industrie, Bicelli, Camozzi Automation, Cavagna Group, Condor Trade, Emer, Foma, Gefran, Gnutti Carlo, Ivars, Marzoli Machine Textile (Gruppo Camozzi), Mesdan, Metal Work, O.M.F.B., Officine Meccaniche Rezzatesi, OMB Saleri, Sideridraulic System, Streparava, Valsir (Silmar Group).

Cile, ogni anno con Brescia scambi per 56 milioni di euro

in Economia/Export/Tendenze by

Cile e Italia, un business da 1,8 miliardi all’anno e che nei primi tre mesi del 2019 è già di 400 milioni circa, +3,2%, grazie soprattutto all’export che segna un +14,3%. Prime province su base annuale sono Avellino con 146 milioni di scambi di cui 142 milioni di import, Milano con 136 milioni, leader per export con 98 milioni, Cremona con 104 milioni (100 milioni circa di import) e Vicenza con 88 milioni (59 milioni di export). In crescita Ravenna (+81,2%) e Lucca (+34,4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano, sui dati Istat anni 2018 e 2017 e primi tre mesi del 2019 e 2018.

Tra le regioni eccelle la Lombardia con 428 milioni di euro di interscambio nel 2018, seguita da Emilia Romagna con 299 milioni, Veneto con 289 milioni e Campania con 195 milioni. In forte aumento la Puglia che passa da 10 a 30 milioni (+189,2%).

I prodotti più scambiati sono i metalli di base che rappresentano il 39,8% dell’import del 2018 e i prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (21,3%) mentre i più esportati sono i macchinari (43% del totale) e gli apparecchi elettrici (9%).

Gli scambi nei primi tre mesi del 2019. Raggiungono i 394 milioni: si tratta in particolare di 234 milioni di export e 159 milioni di import. Si confermano prime province Avellino con 54 milioni di interscambio e Milano con 31 milioni. Terza Vicenza con 26 milioni. Seguono Arezzo, Padova, Cremona, Verona e Reggio Emilia che superano tutte i 10 milioni di scambi. In crescita Arezzo che passa da 1,5 a 15,6 milioni. Tra le regioni prima la Lombardia con 84 milioni, seguita da Veneto (71 milioni) e Campania (63 milioni).

L’interscambio lombardo nel 2018 è di 428 milioni. L’export raggiunge quasi i 247 milioni mentre l’import supera i 181 milioni. Oltre a Milano e Cremona ai primi posti in Italia rispettivamente per export e per import, si distinguono Brescia con 56 milioni di scambi, Bergamo con 39,5 milioni e Varese con 32 milioni. In aumento Pavia che passa da 5,5 a 9,4 milioni di scambi (+68,8%). I prodotti lombardi che vanno di più in Cile sono i macchinari che rappresentano il 30,2% del totale, gli apparecchi elettrici (17,6%) e le sostanze chimiche (12%) mentre si importano metalli (46,9%) e prodotti agricoli (19,6%).

Export, l’innovazione vale 47 miliardi di euro: ecco la mappa

in Economia/Export/Innovazione by
La mappa dell'export nel settore innovazione

Dai medicinali ai computer, dagli strumenti elettronici agli aeromobili e veicoli spaziali: l’innovazione italiana è sempre più apprezzata nel mondo: +5,6% l’export nel 2018, per un valore di 47 miliardi di euro. Ma per sapere dove va l’export per settore, quali sono i maggiori mercati, quali gli emergenti ecco la mappa: “Innovazione italiana nel mondo – Italy’s innovative goods in the world”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano, su dati Istat.

L’export lombardo di prodotti innovativi vale 15,5 miliardi, un terzo del totale italiano. In crescita dell’11,4%. Milano, con la metà del totale regionale è seguita da Varese, Monza e Brianza e Lodi. In un anno crescono soprattutto Cremona (+42,7%), Lodi (+31,5%) e Mantova (+31%). I prodotti lombardi più esportati sono i medicinali e preparati farmaceutici (5,4 miliardi, +13,3%) e le apparecchiature per le telecomunicazioni (1,9 miliardi, +36,7%). L’elettronica di consumo segna un +51,9%. Milano prima in Italia per: prodotti farmaceutici di base (26,8% del totale, +5,7%), medicinali (18%, +39,8%), computer e unità periferiche (27,4%), elettronica di consumo (14,5%, +4,5%), strumenti di misurazione (16,5%), di irradiazione ed elettromedicali (19,7%). Varese eccelle a livello nazionale per aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi (28%, +26,2%), Monza Brianza per componenti elettronici e schede elettroniche (30%, +8,1%) e Lodi per apparecchiature per le telecomunicazioni (27,1%, +77,5%).

 

Per l’Italia, tra le destinazioni: Stati Uniti in testa con 6,5 miliardi di euro ma superano i 4 miliardi all’anno anche Germania, Belgio e Francia. A crescere di più sono i Paesi Bassi +31,1% e la Cina +23,1% (entrambe con quasi 1,6 miliardi) e l’Australia, +22,7%, con mezzo miliardo circa. I prodotti innovativi più esportati sono i medicinali con 23 miliardi, +3,8% mentre segna il maggiore aumento l’elettronica di consumo audio e video, +26,7%.

Dove vanno i prodotti dell’export. Si dirigono negli USA gli aeromobili e veicoli spaziali: l’export nel 2018 è di 1,6 miliardi, +1,5%, in crescita gli Emirati Arabi Uniti, +148,6% e l’Australia, +118,4%. I prodotti farmaceutici di base vanno in Germania, 461 milioni di euro +34,7%, mentre aumentano in un anno soprattutto i Paesi Bassi +167,7%. I medicinali e preparati farmaceutici prendono la via per il Belgio con 3,8 miliardi, +68,3% in Polonia e +49,3% in Cina. I componenti elettronici e schede elettroniche a Singapore, con 383 milioni mentre cresce soprattutto Hong Kong, +66,1%. Computer e unità periferiche sono preferite in Spagna con 530 milioni mentre segna un +860% la Slovacchia. Sempre la Spagna è prima per apparecchiature per le telecomunicazioni con 913 milioni, +67,1%, in forte crescita il Giappone, +138%. L’elettronica di consumo e gli strumenti di misurazione vanno in Germania, rispettivamente 107 milioni (+22,1%) e 595 milioni (+2,8%), in forte crescita nel primo settore la Bulgaria (+709,6%) e nel secondo la Russia (+48,2%). La Francia è il principale mercato per le apparecchiature elettromedicali con 118 milioni, +8,4% la Spagna. Gli strumenti ottici e fotografici vanno negli USA con 52 milioni circa, in aumento il Qatar, che supera gli 11 milioni. I supporti magnetici e ottici preferiscono la Slovenia e la Polonia, entrambe con 10 milioni.

Da dove parte l’export italiano. Soprattutto da Milano con quasi 8 miliardi, il 16,5% italiano, +19,2%. Seguono Latina con 4,7 miliardi, 9,9% nazionale e Frosinone con 3,8 miliardi, 8%. Superano i 2 miliardi anche Firenze, Roma e Varese che segna un +21,8%. Monza e Brianza è all’8° posto e Lodi al 10°, +31,5%.

Economia, l’Unione Europea per Brescia vale 13 miliardi all’anno

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Bandiera europea, foto generica

L’Unione Europea vale per l’Italia oltre 500 miliardi di scambi commerciali all’anno (250 miliardi di import e 260,6 di export), il 57,6% del totale con il mondo (887 miliardi). In crescita nel 2018 del 4%. Lombardia prima regione con quasi un terzo del totale nazionale (31,4%), 161 miliardi, +5,6%. Seguita da Veneto con 70,7 miliardi (13,8% del totale, +5,1%), Emilia Romagna con 61 miliardi (12%, +4,5%) e Piemonte con 49 miliardi (9,7%, +2,2%). Germania con 128 miliardi, Francia con 85 miliardi, Spagna con 45 miliardi e Regno Unito con 34,6 miliardi i principali partner commerciali. Milano leader in Italia con oltre 64 miliardi di interscambio, +5,1%, pesa il 12,6% sul totale nazionale. Seguono Torino con 22 miliardi (-0,2%, 4,4% del totale), Verona con 20 miliardi (+4,7%, 3,9%), Brescia con 18 miliardi (+8,7%, 3,6%) e Bergamo con 17 miliardi (+5,4%, 3,3%). Tra le prime anche Roma, Vicenza, Bologna, Treviso e Modena, la maggior crescita a Brescia. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano su dati Istat.

L’interscambio della Lombardia con l’Unione Europea vale 161 miliardi.Si tratta di 90 miliardi di import e 70,6 di export. Oltre a Milano, Brescia e Bergamo rispettivamente 1°, 4° e 5° in Italia, superano i 10 miliardi di euro anche Varese (+4,6%) e Monza Brianza e i 7 miliardi Lodi, Mantova e Pavia. Le maggiori crescite a Cremona (+20,1%) e a Lodi (+16,4%). I maggiori partner della Lombardia sono Germania con 44 miliardi, Francia con 26 miliardi, Paesi Bassi con 14,7 miliardi e Spagna con 13,3 miliardi. I prodotti lombardi più esportati in Europa sono i metalli (19,2% del totale, +7,7%) e macchinari (16,1% del totale, +4,5%), i più importati le sostanze chimiche (14,8%, +2,2%) e i mezzi di trasporto (11,8%, +23,8%).

 

Export, gli scambi con l’Austria valgono per Brescia 1,2 miliardi di euro

in Economia/Export/Tendenze by

Supera 2,7 miliardi nel 2018 l’export lombardo in Austria, + 12% su un totale italiano di 10 miliardi, +6,8%. Gli scambi con l’Austria tra import e export sono di 5,5 miliardi per la Lombardia, +11% e di 20 miliardi per il Paese, +6%. Principali settori sono i metalli con 727 milioni di export dalla Lombardia su 1,8 miliardi in Italia e i macchinari con 470 milioni lombardi su 1,1 miliardi nazionali. La Lombardia pesa quasi la metà dell’export nazionale di metalli e chimica. Cresce l’export lombardo di metalli, + 28% in un anno e di moda, +27% e quello italiano di farmaci, +28%. Emerge da una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Promos Italia, l’agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale italiano su dati Istat. Oggi incontro in Camera di commercio a Palazzo Giureconsulti sul tema dell’opportunitá di espansione commerciale in Austria.

In Lombardia. Prima per scambi Milano con 1,3 miliardi di scambi, +9,3% in un anno, di cui 482 milioni di export, +7%. Segue Brescia con 1,2 miliardi di scambi, +23,5%, di cui 588 milioni di export, +20%. Terza Bergamo con 722 milioni di scambi, +16%, di cui 412 milioni di export, +31%.

In Italia. Prima per scambi Bolzano con 1,5 miliardi di scambi, di cui 498 milioni di export. Segue Milano con 1,3 miliardi di scambi, +9,3% in un anno, di cui 482 milioni di export, +7%. Poi c’è Brescia con 1,2 miliardi di scambi, +23,5%, di cui 588 milioni di export, +20%. Al quarto posto Udine con 880 milioni di scambi, +7%, di cui 563 milioni di export, +4%. Tra le prime con oltre 800 milioni si scambi Verona, Treviso e con oltre 700 milioni  Bergamo e Padova.

Export, il cibo italiano vale 41 miliardi… Ecco la mappa con le rotte

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Export/Tendenze by
Uva, foto generica da Pixabay

Vini, acque minerali e oli in USA, pesce fresco in Spagna, alimenti per animali nelle Filippine. UK primo per animali e secondo per frutta, ortaggi e gelati. In forte aumento Polonia e Australia per vini, Indonesia per alimenti per animali, Cina per cioccolato, caffè e spezie, Canada per formaggi, Russia per pasta, Spagna per frutta e granaglie, Croazia per oli, Slovenia e Vietnam per carni, Portogallo per pesce fresco e Ungheria per quello lavorato

 

L’agroalimentare “made in Italy” nel mondo vale 41 miliardi di euro all’anno e cresce del +1,4%. Ma per sapere dove va e da dove parte l’export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa: “L’agroalimentare italiano nel mondo”, realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia, con Promos Italia sui settori dell’agricoltura, della pesca, dell’allevamento, dell’industria alimentare e delle bevande, esclusi silvicoltura e tabacco. La mappa, disponibile in italiano e inglese, è scaricabile in internet (https://www.promos-milano.it/). Una mappa che arriva nei giorni di “Milano Food City”, la settimana dedicata al cibo e alla cultura della sana alimentazione, dal 3 al 9 maggio.

“Parlare e ragionare di cibo – spiega Giovanni Benedetti, Direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi – non è più solo un tema per addetti ai lavori, ma significa prendere in considerazione una leva strategica per lo sviluppo economico e occupazionale del nostro Paese. L’andamento sui mercati esteri potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti della “agropirateria” internazionale, che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all’Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale”

Agroalimentare italiano nel mondo: Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito i maggiori mercati per l’export. Prima la Germania (+1,6%) seguita da Francia (+4,3%), Stati Uniti (+4%) e Regno Unito (+1,6%). Tra le prime 20 in crescita anche Polonia (+6,3%), Svezia e Australia (+3,8%). Aumenti più contenuti per Giappone e Russia, rallenta la Cina. E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini (+4%), acque minerali (+7,4%) e oli, la Spagna per pesce fresco, le Filippine (+36,4%) e la Grecia (+7,1%) per alimenti per animali, il Regno Unito per animali vivi e loro prodotti (+33,1%). Il Regno Unito al secondo posto per frutta e ortaggi lavorati e conservati e per gelati, l’Austria al terzo per cereali e riso. In forte crescita per vini la Polonia (+23,3%) e l’Australia (+18,5%) ma anche la Francia (+10,1%), l’Indonesia per alimenti per animali (+100,7%), la Cina per cioccolato, caffè e spezie (+21,7%), il Canada per formaggi (+27,2%), la Russia per la pasta (+43,5%), la Spagna per frutta (+22,5%) e granaglie (+13,6%), la Croazia per oli (+35,2%), la Slovenia e il Vietnam per carni (+17% circa), l’Ungheria per pesci lavorati e conservati (+44,1%) e il Portogallo per i prodotti di acquacultura (+209%). Emerge da elaborazioni della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi insieme a Coldiretti Lombardia e Promos Italia su dati Istat, anni 2018 e 2017.

I prodotti “made in Italy” più esportati. Cioccolato, tè, caffè, spezie e piatti pronti con 7 miliardi di euro (+3,6%), seguiti dai vini con 6,2 miliardi (+3,3%), vengono poi pane, pasta e farinacei con 3,9 miliardi di euro (+2,5%) ma anche 3,5 miliardi (+4,2%). Superano i 3 miliardi di euro anche frutta (+2,4%), prodotti lattiero-caseari (+3,2%), carni e prodotti non lavorati da colture permanenti (tra cui uva, agrumi). Gli aumenti più consistenti si registrano per pane e prodotti di pasticceria con 1,2 miliardi (+72%), prodotti per animali (+10,5%) e gelati (+7,4%).

I maggiori esportatori italiani? Cuneo e Verona con 3 miliardi di euro. Al terzo posto sale Milano con 1,6 miliardi, +4,4%. Vengono poi Parma 4°, Bolzano 5°, Salerno 6° e Modena 7°. Tra le prime venti posizioni la maggiore crescita a Cuneo (+11%), Ravenna (+8,1%) e Treviso (+6,2%).

Lombardia con 6,4 miliardi di export rappresenta circa un sesto del totale italiano. Oltre a Milano, 3° in Italia, tra le prime 20 ci sono anche Bergamo 12° con 880 milioni circa (+5,9%) e Mantova 19° con 661 milioni. A crescere di più sono però Lodi (+7,1%) e Como (+6,2%). Como leader italiana in pesci, crostacei lavorati e conservati (con 155 milioni, +8,9%), Brescia 8° e Milano 17°, Lodi prima per prodotti lattiero-caseari dove rappresenta un decimo del totale nazionale, +9,4% con Mantova 5°, Cremona 6°, Brescia 8°, Bergamo 9° e Milano 14°. Pavia eccelle invece per granaglie, amidi e prodotti amidacei (17% nazionale, +4,3%), Milano è prima per prodotti da forno e terza per cioccolata, caffè e spezie.

Brexit, tra Lombardia e Regno Unito un business da 9 miliardi di euro

in Economia/Export/Tendenze by
Brexit

Tra Lombardia e Regno Unito: affari per 9 miliardi nel 2018, il 26% del totale italiano, di cui 5 miliardi di export e 3,8 di import. Milano con 3,4 miliardi di scambi guida la classifica regionale, seguita da Bergamo, Brescia e Varese con oltre 900 milioni. Le crescite più consistenti a Sondrio (+14,4%) e Lodi (+9,4%). Macchinari e mezzi di trasporto i prodotti più esportati, nell’import spiccano invece i prodotti farmaceutici e chimici. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Promos Italia su dati Istat.

L’interscambio italiano con il Regno Unito è di 35 miliardi di euro circa, 23 miliardi di export e 11 di import. Lombardia prima regione con il 26% degli scambi nazionali, seguita da Emilia Romagna e (5,6 miliardi, 16,2%) e Veneto (4,4 miliardi, 12,7%). Tra le province prima Milano con un decimo dell’interscambio italiano, seguita da Roma (1,5 miliardi, 4,3%) e Torino (1,4 miliardi, 4,2%). Superano il miliardo anche Bologna, Vicenza, Modena, Livorno e Treviso. Seguono Bergamo e Brescia. Tra le prime dieci crescono di più Bologna (+18,6%), Modena (+9,4%) e Brescia (+8,4%).

Per le imprese attive all’estero le conseguenze ci saranno per quasi la metà ma saranno ridotte. Le conseguenze, secondo le circa 500 imprese che operano con l’estero sentite da Promos Italia non saranno rilevanti per la maggioranza degli operatori. C’è però il 40% di chi ha risposto al questionario che si aspetta un calo comunque contenuto e in genere inferiore al 10% del proprio business estero, come conseguenza dei diversi rapporti con le imprese britanniche.

“Il Regno Unito è un mercato importante per l’export delle nostre imprese – commenta Giovanni Da Pozzo, Presidente di Promos Italia – Secondo le aziende che hanno risposto al nostro questionario, gli ultimi sviluppi sulla Brexit non impatteranno significativamente sul loro business internazionale, anche se delle conseguenze sono attese. Siamo in una fase di incertezza – prosegue Da Pozzo – e molti degli sviluppi futuri nei rapporti economici con i Paesi europei potranno dipendere dalle scelte del governo britannico”.

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