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Energia - page 2

Caro vita, Duferco stanzia un bonus di un milione di euro per i dipendenti

in Economia/Energia/Solidarietà by

Tutti i dipendenti italiani del Gruppo internazionale Duferco, che opera da oltre 40 anni in Italia, nel corso del 2023 potranno usufruire di un bonus economico per far fronte ai rincari dovuti alla crisi energetica e alla spinta inflazionistica.

Welfare aziendale al centro del modello gestionale di Duferco, holding internazionale guidata dalla famiglia Gozzi. L’iniziativa, che accoglie la normativa introdotta dal Decreto Aiuti bis, consentirà ai dipendenti di usufruire di 600 euro netti in buoni acquisto spendibili presso supermercati e distributori di carburante grazie ad un investimento di circa un milione di euro da parte del Gruppo.

L’obiettivo è quello di affiancare i dipendenti anche in un momento storico non particolarmente favorevole dal punto di vista economico e finanziario. La crisi energetica, insieme alla guerra in Ucraina hanno favorito lo sviluppo di una spinta inflazionistica che incide sulle tasche di milioni di famiglie italiane.

«In un contesto come quello attuale abbiamo voluto cogliere l’opportunità prevista all’interno del Decreto Aiuti bis, dando un contributo concreto per fronteggiare il caro vita – commenta Antonio Gozzi, Presidente di Duferco Italia Holding -. Consideriamo da sempre i nostri collaboratori l’asset principale di tutti i business su cui siamo impegnati, investiamo su di loro, sul loro benessere e sul loro futuro».

Il progetto, lanciato da DIH – la holding italiana del Gruppo -, coinvolge oltre 1.600 dipendenti distribuiti nelle diverse sedi italiane e si inserisce in un modello aziendale che considera la sicurezza e il benessere dei propri dipendenti elementi essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di business. Sono diverse le azioni di welfare che il Gruppo propone attraverso programmi di formazione (oltre 15.500 ore di formazione all’anno), politiche tese allo sviluppo professionale, investimenti in sicurezza e iniziative di prevenzione a favore della salute dei dipendenti.


Duferco Group è una Holding Internazionale che sviluppa business diversificati nell’ambito del settore siderurgico, di quello energetico e dello shipping. Nasce nel 1979 e nel corso degli anni si sviluppa in oltre 20 Paesi nel mondo, in Italia è rappresentata da DIH – Duferco Italia Holding. Oggi conta un fatturato di oltre 40 miliardi di dollari nel corso dell’anno fiscale 2022 e circa 2.500 dipendenti in tutto il modo (1.600 circa in Italia). Duferco ha un ruolo primario nell’ambito della produzione siderurgica con 9 impianti produttivi tra Italia, Francia e Danimarca con una capacità di circa 1.000.000 di tonnellate di acciaio prodotte e lavorate all’anno. In ambito energetico è tra i primi operatori italiani con oltre 250.000 punti in fornitura e numerosi progetti in ambito efficienza energetica e mobilità elettrica. Nello Shipping, grazie alla joint-venture con Nova Marine Carriers, opera come trasportatore marittimo e gestisce una flotta di cica 100 navi in tutto il mondo. Nel corso del 2021 le sue navi hanno trasportato circa 21.300.000 tonnellate di materie prime

Come ridurre i consumi energetici in hotel

in Economia/Energia by

Viviamo in un momento di forte tensione. La crisi economica ha preso il sopravvento sulle nostre vite, a seguito di grandi eventi come pandemia da Covid-19 e Guerra in Ucraina. Questi due macro eventi hanno fatto si che molti settori entrassero in crisi in seguito a decisioni politiche. Qui possiamo sicuramente annoverare l’impennata dei costi energetici che ha messo in ginocchio famiglie, commercianti e imprenditori. Per far fronte agli alti costi si è attuato un piano di aumento dei prezzi, in modo da colmare il gap con l’alta spesa. C’è invece chi ha deciso di adottare misure di prevenzione e di riduzione dei consumi energetici.

Prendiamo in esempio gli hotel e tutte le strutture di alloggio. Quando si entra qui dentro le persone hanno bisogno di trovare tutti i comfort che possano in qualche modo andare a migliorare la loro esperienza. Ora i proprietari delle strutture ricettive devono pensare a ridurre i costi, ma come? C’è chi decidere di scegliere dei minibar hotel a basso consumo, in modo da ovviare al problema.

Importanza agli accessori nella camera

Questi sono anni buoi, specialmente per il settore alberghiero. Prima la pandemia da Covid-19 con restrizioni e misure cautelari da dover rispettare, poi il conflitto tra Ucraina e Russia che ha portato enormi conseguenze a livello mondiale. In primis l’energia elettrica e il gas hanno subito un’impennata dei prezzi, al punto che molte famiglie e imprenditori si sono ritrovati a dover ottimizzare al meglio i consumi. Nel caso degli hotel ci si è chiesto quale fosse il miglior metodo per continuare a dare standard elevati ai propri clienti, trovando la risposta nella giusta scelta di accessori da collocare all’interno delle camere.

All’interno di ogni stanza d’hotel è possibile trovare una serie di apparecchiature indispensabili e che rendono l’esperienza sempre più piacevole, come asciugacapelli, tv, bollitore. Il consiglio che molti esperti nell’ultimo periodo stanno dando è quello di scegliere la giusta apparecchiatura in base al consumo che portano.

Ad esempio si può pensare di sostituire un frigorifero minibar con un frigorifero più efficiente e a basso consumo, andando così a impattare sulla bolletta e avere un risparmio energetico. Affidandoci a un minibar a basso consumo riduciamo notevolmente i costi, in quanto a loro interno hanno una tecnologia termoelettrica che risulta anche molto silenziosa e per questo riesce a dare maggior benessere a chi vi alloggia.

I frigobar efficienza energetica sono la giusta scelta se si vuole ridurre i consumi, abbattendo così i costi e non alzando i prezzi per sopperire alle tante spese.

Basso consumo alla base di tutto

La parola d’ordine in questo momento è “Frigobar a basso consumo”. È una prerogativa molto importante se si vuole veder diminuire il costo in bolletta. Chiaramente per far si che ciò avvenga c’è bisogno di verificare che tutte le condizioni lo permettano, come il giusto luogo in cui posizionarlo. Non va sottovalutato, in quanto l’apparecchiatura per funzionare deve avere una sufficiente aerazione.

Inoltre se si vuole migliorare la qualità del soggiorno, in questo caso, conviene prendere un frigobar silenzioso, che non faccia eccessivo rumore a causa delle ventole o dei compressori presenti. Scegliere un modello con ventola può risultare molto fastidioso.

Migliorare l’efficienza del frigobar

Se si vuole avere un frigobar efficiente bisogna osservare una serie di regole in modo da renderlo produttivo, come sbrinarlo periodicamente oppure sceglierne uno con la funziona automatica. Evitare di inserirlo vicino fonti di calore e inserirci all’interno cibi o bevande calde. Fare l’opposto di quanto detto può far si che il frigobar risulti meno efficiente e porti a un innalzamento dei costi. Se non si utilizza, staccare la spina e pulirlo per bene.

Imprese Lombardia, dal 15 settembre ulteriori 175 milioni per l’accesso al credito

in Economia/Energia/Finanza by

Le imprese lombarde potranno nuovamente usufruire della misura ‘Credito Adesso Evolution’ la cui dotazione finanziaria è stata aumentata di 175.843.393 di euro.

Una decisione assunta dalla Giunta lombarda su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico e che sarà operativa da domani, giovedì 15 settembre, dalle ore 10.30.

Nel dettaglio, 15.843.393 di euro sono destinati all’incremento del fondo ‘Abbattimento interessi sui finanziamenti alle PMI cofinanziati da BEI’ per la riduzione del costo dei finanziamenti, mentre i restanti 160.000.000 all’ampliamento del plafond dedicato ai finanziamenti.

RISPOSTA A ESIGENZE AZIENDE – “Rifinanziamo e diamo continuità a ‘Credito Adesso Evolution’ – ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico – rispondendo ancora una volta alle esigenze di liquidità delle aziende e dei professionisti lombardi”.

LA MISURA – ‘Credito Adesso Evolution’ finanzia il fabbisogno di capitale circolante di imprese, professionisti anche associati della Lombardia con la concessione di finanziamenti abbinati a contributi in conto interessi.

DESTINATARI – Le imprese, anche artigiane, con organico fino a 3.000 dipendenti (PMI e Mid Cap) operative da almeno 24 mesi in Lombardia e appartenenti a uno dei seguenti settori: manifatturiero, servizi alle imprese, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, alloggio, ristorazione e somministrazione, corsi sportivi e ricreativi, servizi di asili nido e assistenza diurna per minori disabili, attività sportive, di intrattenimento e di divertimento e stabilimenti termali. Nonché liberi professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi che operano in uno dei comuni della Lombardia e studi associati di professionisti con partita Iva da almeno 24 mesi.

CONCESSIONE CONTRIBUTI – La misura prevede un contributo in conto interessi abbinato al finanziamento e pari al 3% e comunque non superiore al tasso definito per il finanziamento sottostante – e fino ad un massimo di 70.000 euro.

COME PRESENTARE LE DOMANDE – Le domande dovranno essere presentate esclusivamente per mezzo di bandi on line, accessibile all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it a partire da giovedì 15 settembre, alle ore 10.30.

Per tutte le ulteriori informazioni consultare il sito internet www.imprese.regione.lombardia.it.

Mobilità elettrica, A2A amplia l’accesso alla propria rete di ricarica aderendo alla piattaforma di roaming Hubject

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate by
Auto elettrica, foto generica da Pixabay

A2A – attraverso la controllata A2A E-Mobility – ha siglato un accordo con Hubject – primo operatore a livello globale di servizi di Roaming nel settore della mobilità elettrica, composto da un consorzio di case automobilistiche e società attive nel settore della mobilità sostenibile – con l’obiettivo di semplificare l’interoperabilità delle Stazioni di Ricarica per veicoli elettrici e garantire un immediato accesso alla rete A2A per i cittadini italiani ed europei.

A partire da oggi, A2A è connessa alla piattaforma Hubject, una delle più grandi al mondo, a cui aderiscono oltre 600 partner – in tre continenti e 28 Paesi – con oltre 200 mila punti di ricarica in totale. È ora possibile per i clienti dei circa 500 fornitori di servizi per la mobilità elettrica (eMSP – Electro-Mobility Service Provider) ricaricare su tutte le colonnine della rete A2A in Italia. Tramite le diverse App per la ricarica, di qualsiasi eMSP aderente al sistema Hubject, infatti, è possibile visualizzare la mappa delle Stazioni di ricarica di A2A, le tariffe per la ricarica e la potenza erogata e prenotare il punto di ricarica. L’operazione amplia significativamente la platea di App supportate e consente di semplificare sempre di più l’esperienza di ricarica, rendendo la rete A2A accessibile a un numero molto più ampio di utenti in Italia e Europa.

L’accordo con Hubject si inserisce all’interno del Piano Industriale al 2030 di A2A per promuovere la decarbonizzazione investendo nel segmento della mobilità elettrica. Come previsto nel Piano, A2A E-Mobility installerà 24.000 nuovi punti di ricarica per veicoli elettrici su tutto il territorio nazionale, attivando investimenti pari a 300 milioni di euro.

Feralpi Lonato, posato sul tetto il primo pannello del parco fotovoltaico

in Acciaio/Economia/Energia by

Questa settimana è stato posato il primo pannello fotovoltaico del nuovo parco sui tetti dello stabilimento di Lonato del Garda.

I “numeri”: 7.343 pannelli di ultima generazione che copriranno una superficie netta di circa 15.000 metri quadrati. La potenza che raggiungeranno sarà di 3 MW, interamente consumati dallo stabilimento siderurgico.

Grazie a questo nuovo impianto fotovoltaico ci sarà una riduzione delle emissioni pari a 920 t/a CO2, equivalenti alla capacità di assorbimento che avrebbero 1.314 alberi.
C’è, inoltre, un altro aspetto legato alla sostenibilità che non si vede, ma che non è meno importante. Infatti, nella scelta dei materiali sono stati privilegiati fornitori con carbon footprint certification, con politiche ESG e, ove possibile, del territorio. È una scelta di responsabilità che rafforza il progetto stesso anche lungo la catena del valore.

Questo progetto rappresenta un contributo importante all’interno del più ampio progetto previsto nella climate strategy di Gruppo.

A2A, ricavi in aumento del 141,5% nel semestre

in A2A/Economia/Energia/Partecipate e controllate by

Nel primo semestre del 2022 i Ricavi del Gruppo A2A sono risultati pari a 9.788 milioni di euro, in aumento del 141,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La crescita è principalmente legata all’andamento dello scenario energetico ed è riconducibile:
• per circa il 57% ai mercati energetici all’ingrosso in particolare elettricità per l’aumento dei prezzi; il
contributo legato alla crescita dei volumi venduti e intermediati dei mercati è residuale;
• per oltre il 40% ai mercati retail prevalentemente per i maggiori prezzi unitari elettricità, gas e calore.

A tale incremento è corrisposta un’analoga variazione nei costi di approvvigionamento di materie prime energetiche. Il Margine Operativo Lordo si è attestato a 708 milioni di euro, in aumento di 20 milioni rispetto al primo semestre 2021 (+3%).

Al netto delle partite non ricorrenti (+5 milioni nel primo semestre 2022, +4 nel primo semestre 2021), il Margine Operativo Lordo Ordinario è aumentato di 19 milioni di euro (+3%): la significativa contrazione di marginalità registrata nella Business Unit Mercato è stata più che compensata dagli ottimi risultati degli altri settori di attività, soprattutto della Business Unit Generazione&Trading e di quella Ambiente.

Il Risultato Operativo Netto si attesta a 335 milioni di euro, in diminuzione di 21 milioni rispetto al primo semestre 2021 (356 milioni di euro). Tale contrazione è riconducibile all’aumento del Margine Operativo Lordo più che compensato da:
• incremento degli ammortamenti (31 milioni di euro) relativi principalmente agli investimenti effettuati da tutte le Business Unit nel periodo luglio 2021-giugno 2022 e all’ammortamento degli asset delle nuove società acquisite;
• maggiori accantonamenti netti per 10 milioni di euro a fondo rischi e accantonamenti al fondo svalutazioni crediti, principalmente legati alla maggiore esposizione creditizia verso la clientela per l’eccezionale aumento del fatturato, al netto dei rilasci su fondi rischi eccedenti per l’effetto dell’incremento dei tassi di attualizzazione.

L’Utile Netto di pertinenza del Gruppo risulta pari a 328 milioni di euro, in riduzione del 3,5% rispetto a quello registrato nel medesimo periodo del 2021; escludendo le poste straordinarie che hanno interessato:
• l’anno in corso per complessivi 142 milioni di euro relativi alla plusvalenza, al netto della tassazione, sulla cessione di alcuni asset (vendita immobili e ATEM ritenuti non strategici) e agli impatti del DL 21/2022 (cd. “DL Taglia Prezzi”) e 50/2022 (cd. “DL Aiuti”);
• l’anno precedente per complessivi 138 milioni di euro relativi agli effetti del riallineamento civilistico – fiscale dei beni materiali e immateriali del Gruppo

L’Utile Netto Ordinario di pertinenza del Gruppo risulta pari a 186 milioni di euro, in diminuzione di 16 milioni rispetto al primo semestre del 2021. La variazione è riconducibile alla diminuzione del Risultato Operativo Netto, in parte compensata dalla contrazione delle imposte legata al minor reddito imponibile.

La Posizione Finanziaria Netta di Consolidato al 30 giugno 2022 risulta pari a 4.587 milioni di euro (4.113
milioni di euro al 31 dicembre 2021). Escludendo le variazioni di perimetro intervenute nell’arco del periodo in esame, pari a 409 milioni di euro, la PFN si attesta a 4.178 milioni di euro, registrando un assorbimento di cassa netto pari a 65 milioni di euro, dopo investimenti per 463 milioni di euro, pagamento di dividendi per 283 milioni di euro e incassi per cessione di alcuni asset immobiliari per 221 milioni di euro. Tale variazione è principalmente riconducibile all’eccezionale aumento dei crediti commerciali, in particolare della Business Unit Mercato, effetto legato al significativo aumento e volatilità dei prezzi delle commodities.

Confindustria, Astori: no al de minimis su crediti d’imposta energia

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Energia by

Con una nota Fabio Astori, vicepresidente di Confindustria Brescia, prende posizione sul tema dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas. Con la votazione di fiducia alla Camera sul DL Aiuti – in cui è stato inserito un emendamento che vincola al “de minimis” la fruizione dei crediti d’imposta per le imprese sui consumi di elettricità e gas – gli aiuti prevedono infatti un massimale ottenibile pari a 200mila euro, calcolato su base triennale considerando tutti gli aiuti concessi sotto tale regime, e tiene inoltre conto di tutti gli aiuti ricevuti da imprese di uno stesso gruppo.

“Come abbiamo appreso- spiega Astori – il decreto Aiuti taglia, se non addirittura azzera, i crediti d’imposta su gas ed energia elettrica per gran parte delle imprese, vincolando al “de minimis” i crediti d’imposta. Si tratta di un grave errore, a cui va posto rimedio quanto prima: migliaia di aziende rischiano infatti, in questo modo, di non poter beneficiare delle misure adottate dal Governo per contrastare il caro energia.”

“Il pericolo è che molte imprese, anche della nostra provincia, possano trovarsi a non aver diritto ad alcun credito d’imposta, o solo a una piccola quota – aggiunge il Vice presidente di Confindustria Brescia –. Siamo in costante dialogo con Confindustria nazionale, che sta ponendo attenzione alla questione fin dal momento della presentazione dell’emendamento lo scorso giovedì, anche attraverso contatti diretti con i Ministri interessati, a cui è stata ribadita l’assurdità del provvedimento. Attendiamo quindi, fiduciosi, che venga accolto ufficialmente il nostro appello per un intervento immediato che corregga la norma in questione.”

Indagine Api: sostenibilità prioritaria per l’88% delle imprese bresciane

in Ambiente/Api/Associazioni di categoria/Economia/Energia/Tendenze by

La sostenibilità diventa sempre più centrale nell’attività delle PMI bresciane. Solo il 12% delle imprese ritiene, infatti, la ritiene poco o per nulla importante per la propria attività. Infatti, alla domanda su quanto la sostenibilità sia da considerare rilevante per il proprio business, ben l’88% delle imprese ha risposto in modo positivo. Per il 35% delle imprese la sostenibilità è ‘mediamente importante’, per il 32% molto importante e per il 22% di massima importanza per la propria attività.

A osservarlo è l’indagine realizzata dal Centro Studi Apindustria Confapi Brescia, diretto da Maria Garbelli, interrogando 100 imprese rappresentative del tessuto associativo (oltre la metà appartiene al settore metalmeccanico, con fatturati compresi in prevalenza tra i 2 e 10 milioni di euro). Lo studio ha indagato i diversi aspetti della sostenibilità, concentrandosi in prevalenza su quella ambientale, ma non tralasciando quella sociale e di governance.

Nella realtà concreta delle PMI bresciane, il tema sostenibilità è declinato in particolare in merito al processo produttivo, rientrante in misura forte al più ampio contesto dell’innovazione di processo o di prodotto. Nell’ultimo triennio, oltre due imprese su tre (68%) hanno migliorato la propria sostenibilità intervenendo sull’edificio o rinnovando i macchinari, un altro 15% ha in programma di operare in tale direzione nel prossimo futuro. E ancora, quattro imprese su cinque stanno prestando particolare attenzione ai consumi energetici, con l’obiettivo di ridurli e un ulteriore 15% ha intenzione di farlo. Percentuali non troppo diverse riguardano i processi di riduzione e recupero degli scarti di lavorazione, così come è significativo il 58% di imprese che, già oggi, acquista almeno una quota di energia elettrica da fonti rinnovabili e un altro 15% che ha in programma di farlo.

Elementi positivi emergono anche dalla relazione con i fornitori. Oltre sette imprese su dieci considerano (o hanno intenzione di farlo nel breve) i fattori sociali e ambientali nella scelta dei fornitori. L’87% dà priorità ai fornitori locali quando questo è possibile, oltre la metà (53%) acquista materie prime non vergini o da riciclo.

Se la riduzione degli sprechi e il riciclo dei rifiuti interessano già una maggioranza di imprese, la normativa ambientale viene però considerata eccessivamente burocratica (67%) ed onerosa (40%).

In un quadro in buona parte positivo non mancano però elementi critici, legati talvolta al tipo di attività svolta, altre a un contesto generale ancora difficile e non favorevole alla svolta green, ma non di rado anche ad una non piena consapevolezza che fatica a farsi strada in alcune imprese. È in tale ottica che vanno letti, ad esempio, il 47% delle imprese che ha difficoltà ad agire sulla riduzione dell’impatto logistico o il 42% che non interviene su prassi operative legate al packaging.

Per le PMI bresciane, a non rendere completamente agevole la transizione verso un’economia sostenibile pesano sia fattori di sistema che interni alla realtà aziendale. Tra i fattori esogeni, i più rilevanti riguardano la mancanza di supporto da parte di enti quali banche e altre istituzioni (35%), le difficoltà legislative e burocratiche (33%) e la scarsa conoscenza all’accesso di misure di sostegno economico-finanziario (25). Tra i fattori endogeni, in primo piano vi sono le difficoltà dovute al particolare settore di appartenenza (42%), i limiti legati al prodotto specifico che si commercializza (36%) e la mancanza di competenze adeguate (35%).

La valutazione del grado di sostenibilità su tutte le dimensioni ESG ha per il momento interessato (o lo sta per fare) un terzo delle imprese mentre il 46% l’ha in programma nel prossimo futuro. La formazione (73%) erogata ai dipendenti è la misura più diffusa tra le imprese, tramite corsi finanziati (anche parzialmente) dall’impresa stessa, un ulteriore 22% li ha già in programma. Molto buona la comunicazione interna: il 72% informa il proprio organico circa gli andamenti aziendali ed 1 su 10 ha in programma di agire in questo senso.

«Il quadro che emerge è nel complesso positivo – afferma Pierluigi Cordua, presidente di Apindustria Confapi Brescia -. Il tema della sostenibilità sta diventando sempre più centrale anche per le PMI bresciane che, rispetto alle questioni sociali, ambientali e di governance, vedono sempre più un possibile fattore competitivo e non un costo. Emergono allo stesso tempo delle difficoltà, legate alla burocrazia, alla non piena conoscenza delle opportunità che esistono sul piano della finanza agevolata. Il ruolo associativo è importante anche in tal senso, ma è evidente che serve uno sforzo a tutti i livelli, da quello centrale agli enti camerali passando per gli istituti di credito. Molte imprese hanno contezza di tutto questo sistema, altre non ancora, ma tutti devono essere sostenuti in questo sforzo. Nei prossimi anni, per restare sul mercato, una parte di imprese dovrà riconvertire in tutto o in parte la propria produzione e, se non vogliamo che ne derivino conseguenze sociali drammatiche, è necessario che questa trasformazione venga sostenuta per tempo e in modo adeguato».

Alle imprese va riconosciuto il ruolo strategico nel percorso che condurrà l’intero sistema Paese ad adottare nuovi paradigmi energetici ed ambientali. «Il percorso avviato dalle imprese verso la sostenibilità esprime una duplice valenza in chiave di competitività e di innovazione: due fattori che avranno grande e definitiva influenza sulle chances di un’impresa di restare sul mercato – afferma il presidente della Camera di Commercio di BresciaRoberto Saccone –. Le imprese svolgono un ruolo importante nella transizione energetica e sono sempre più sensibili e consapevoli dei temi ambientali e sociali oltre che fortemente impegnate su questi temi anche per cogliere le opportunità di sviluppo. Le imprese bresciane non faranno mancare il contributo importante al raggiungimento di obiettivi che oggi fanno parte della cultura e della sensibilità ormai diffuse, assumendosi anche la responsabilità in ragione del loro ruolo sociale. I decisori politici, peraltro, nel definire gli obiettivi di attuazione, devono considerare tempi e modi di raggiungimento di tali obiettivi, non perdendo di vista il valore del sistema produttivo esistente, che va accompagnato nello sviluppo di soluzioni altamente innovative, in un’ottica realistica che contemperi gli obiettivi globali del percorso irreversibile di transizione con le capacità innovative e di evoluzione dell’attuale sistema produttivo».


Torri Solare, investimento da 3 milioni a Manerbio

in Ambiente/Economia/Energia by

Manerbio – Torri Solare, azienda bresciana leader nella produzione di pannelli fotovoltaici, continua a crescere e a investire sul territorio. E’ in corso di completamento, infatti, il maxi intervento di riqualificazione che l’azienda guidata da Michele Torri ha avviato nell’ex lavanderia industriale Europa di Manerbio, al confine con Bassano Bresciano.

L’immobile risale agli anni Settanta, ma da oltre vent’anni era inutilizzato, anche a causa della necessità di interventi di bonifica rilevanti. Nel 2021 Torri Solare ha deciso di compiere il grande passo, acquisendo l’area e mettendo in campo un’operazione di riqualificazione da oltre un milione e mezzo di euro. I lavori sono ancora in corso, ma – nella primavera di quest’anno – l’azienda ha lasciato la vecchia sede di Quinzano d’Oglio per trasferirsi a Manerbio.

L’intervento riguarda complessivamente un’area di circa 10mila metri quadrati, di cui 5mila coperti. Tra le opere già effettuate si segnala in particolare la sostituzione di ben 6mila metri quadrati di copertura in eternit con innovativa copertura Aluzinc. Sul tetto, già in estate, verrà realizzato un impianto fotovoltaico della potenza di 400kw. Di questi 100 Kwp garantiranno la copertura di circa il 70 per cento del fabbisogno energetico aziendale, mentre 300Kwp verranno scambiati con la rete. Da segnalare, sempre sul fronte degli investimenti green, è anche la realizzazione di un impianto di climatizzazione geotermico, che non attinge alla rete gas e idrica.

Michele Torri, foto da Torri Solare

“La costruzione ex novo dell’impianto sarebbe stata per noi più conveniente e anche la difficile congiuntura internazionale ci avrebbe potuto spingere in quella direzione”, sottolinea Torri (che ha 34anni e, tra gli altri, riveste anche l’incarico di presidente dei giovani di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Orientale), “ma abbiamo deciso di mettere in campo un investimento coraggioso, puntando sul territorio, al fine di creare valore non soltanto per noi, ma anche per l’intera comunità in cui operiamo”.

Torri Solare è nata nel 2007 da una costola della Fonderia Torri di Quinzano con l’obiettivo di dare vita alla prima azienda produttrice di moduli fotovoltaici. Entro il 2023 l’azienda punta a consolidare un fatturato di 10 milioni di euro, dando lavoro a dieci nuove persone (attualmente i dipendenti sono 25). Significativi anche gli investimenti fatti e programmati.  Oltre al milione e mezzo di euro per l’acquisizione dell’area, il rifacimento

edilizio, la bonifica e le dotazioni tecnologiche, infatti, è stata messa in campo una cifra simile per renderla operativa, con l’attivazione della linea che dovrebbe portare nel 2023 a una capacità produttiva di circa 150mila pannelli fotovoltaici di nuova generazione (la previsione per il 2009, per fare un paragone, era di 7mila pannelli all’anno…).

“La nostra azienda”, conclude Michele Torri, “vuole continuare a puntare sulla qualità del prodotto, che ci sta già premiando. Da tempo stiamo investendo in ricerca e sviluppo. Ora l’obiettivo è quello di irrobustire la resistenza meccanica e agli agenti atmosferici, che pure è già ben al di sopra degli standard di mercato, dei nostri pannelli. Poi lavoreremo alla progettazione di impianti ancora più smart e semplici da posare. E”, chiosa, “di certo non ci fermeremo lì”.

Michele Torri, foto da Torri Solare

Bollette energetiche più che raddoppiate in un anno

in Economia/Energia by

Le bollette di luce e gas hanno raggiunto picchi senza precedenti. I prezzi all’ingrosso delle materie prime energetiche sono alle stelle e i consumatori finali devono fare i conti con un costo sempre più alto per l’energia elettrica ed il gas naturale.

Gli interventi del Governo, con l’azzeramento degli oneri di sistema, il taglio dell’IVA al 5% per il gas e il potenziamento dei Bonus Luce e Gas, non sono stati in grado di eliminare i rincari. Gli aumenti sono stati solo attenuati e per le famiglie c’è da fare i conti con bollette salatissime.

Il nuovo Osservatorio di SOStariffe in collaborazione con Tariffe.Segugio  “fotografa” lo stato attuale del mercato energetico italiano. Lo studio ha analizzato l’evoluzione della spesa per le bollette per tre diversi profili di consumo (Single, Coppia e Famiglia di 4 persone), confrontando la spesa per le bollette del 2022 con quella registrata negli anni precedenti.

L’indagine in questione mette in evidenza due principali evidenze. La spesa per luce e gas è aumentata in modo significativo, fino a raggiungere una punta del +142% nel confronto tra 2021 e 2022. Contestualmente, si registra un notevole incremento del risparmio garantito dal Mercato Libero rispetto alla Maggior Tutela: la convenienza aumenta fino al +170%.     

Come sono cambiate le bollette di luce e gas per tre diversi profili di consumo

Lo studio è stato eseguito a maggio 2022 prendendo in considerazione tre profili di consumo. Il primo profilo, definito “Single”, riguarda un consumatore con consumi ridotti di energia (1.400 kWh di energia elettrica e 500 Smc di gas naturale in un anno). Il secondo profilo, definito “Coppia”, identifica una tipologia di consumatore con consumi intermedi (2.400 kWh di energia elettrica e 800 Smc di gas naturale).  Il terzo profilo, definito Famiglia di 4 persone, è rappresentato da un utente che registra consumi elevati (3.400 kWh di energia elettrica e 1.400 Smc di gas naturale).

Per ogni profilo di consumo è stata calcolata la spesa media per le bollette di luce e gas che si registra attivando le migliori tariffe luce e gas del Mercato Libero. Questi dati sono poi stati confrontati con quelli ricavati nel corso delle indagini degli anni precedenti. Una seconda parte dell’Osservatorio, invece, si concentra sull’evoluzione del risparmio ottenibile passando dalla Maggior Tutela alle migliori offerte del Mercato Libero.

Il confronto con il 2021: aumenti fino al +142%

Il primo dato che emerse dall’indagine è legato all’aumento della spesa per le bollette di luce e gas nel 2022. Rispetto ai dati dello scorso anno, infatti, la scelta delle migliori offerte luce e gas del Mercato Libero comporta una spesa complessiva maggiore. Per un Single, ad esempio, si registra una spesa annuale di 1.264 euro con un incremento del +114% rispetto ai dati del 2021.

La variazione è ancora più significativa per la Coppia. In questo caso, infatti, la spesa per le bollette di luce e gas nel 2022 risulta essere pari ad un totale di 2.120 euro con un rincaro del +130% rispetto ai dati dello scorso anno. Sono, però, i clienti che registrano consumi maggiori a dover fare i conti con gli aumenti più significativi. La Famiglia di 4 persone, infatti, registra oggi una spesa di 3.415 euro in un anno. Il rincaro, rispetto ai dati dello scorso anno, è del +142%.

Il confronto con il 2020: aumenti fino al +150%

Estendendo il confronto al 2020 (annualità fortemente segnata dalla pandemia), i dati raccolti dall’Osservatorio confermano come l’aumento della spesa per le bollette nel corso degli ultimi due anni sia ancora maggiore. Per un Single, ad esempio, il confronto tra i dati del 2020 e quelli del 2022 conferma un rincaro della spesa per le bollette del +122%. Notevole è anche l’aumento per la Coppia che registra un rincaro del +150%. Il confronto con i dati del 2020, invece, certifica un rincaro del +149% per la Famiglia di 4 persone.

Con il Mercato Libero si risparmia fino al +170% in più rispetto al passato

L’incremento delle spese per le bollette si accompagna, però, ad un netto incremento del risparmio garantito dal Mercato Libero rispetto alla Maggior Tutela. I consumatori che scelgono di restare nel Mercato Tutelato, infatti, devono fare i conti con rincari ancora maggiori, senza alcuna possibilità di scegliere la tariffa più vantaggiosa e dovendo accontentarsi dei prezzi fissati da ARERA, l’Autorità italiana per l’energia.

Per chi passa alle migliori offerte del Mercato Libero, invece, il risparmio rispetto alla Tutela cresce in modo significativo. Per il Single, ad esempio, è possibile sfruttare circa 315 euro di risparmio sulle bollette di luce e gas passando dalla Maggior Tutela alle migliori offerte del Mercato Libero. Il risparmio è, quindi, cresciuto del +139% rispetto a quanto registrato lo scorso anno.

Per la Coppia si rileva, invece, un risparmio di circa 384 euro con un incremento, rispetto ai dati del 2021, del +170%. Notevole anche il passo in avanti registrato dal risparmio a disposizione della Famiglia che sceglie il Mercato Libero e le migliori offerte. In questo caso, infatti, è possibile tagliare la spesa sulle bollette di 537 euro in un anno. Il confronto con lo scorso anno certifica, inoltre, un incremento del +147% del risparmio ottenibile abbandonando il Mercato Tutelato.

Il confronto tra il risparmio ottenibile nel 2020 e quello ottenibile nel 2022 con il passaggio alle migliori offerte del Mercato Libero segue lo stesso andamento del confronto precedente. Abbandonare la Tutela, in questo momento, è molto più vantaggiose e garantisce la possibilità di tagliare in modo significativo le bollette. Per il Single, infatti, il risparmio è cresciuto del +123%. Per la Coppia, invece, il risparmio è aumentato del 92% mentre per la Famiglia la crescita è stata del +133%.

Le tariffe a prezzo bloccato sono le più convenienti: risparmi fino a 670 euro

Il risparmio a disposizione di chi passa dalla Maggior Tutela al Mercato Libero è strettamente legato al tipo di offerta attivata. L’indagine, infatti, approfondisce la questione verificando quali sono le tipologie di tariffa più vantaggiose da attivare per i tre profili di consumo analizzati. Considerando le proposte dei fornitori di luce e gas a maggio 2022, le offerte a prezzo fisso si dimostrano quelle più convenienti, garantendo, in media, un risparmio maggiore rispetto alla Tutela.

Per il Single, infatti, si può toccare un risparmio massimo di 408 euro. La convenienza per una Coppia, invece, aumenta fino ad un massimo di 452 euro. Per la Famiglia, infine, si tocca una quota massima di risparmio di 670 euro nel passaggio dal Mercato Tutelato al Mercato Libero. Tutti e tre i dati sono stati registrati con l’attivazione di offerte a prezzo fisso per luce e gas con una tariffazione monoraria (quindi indipendente dall’orario di utilizzo).

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