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Alimentare - page 5

Grana Padano batte dazi e imitazioni: nel 2019 produzione in crescita

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Grana Padano, foto generica da Pixabay

Castelnuovo del Garda (VR), 18 dicembre 2019 – Più forti delle imitazioni, più forti dei dazi. Il Grana Padano si conferma il prodotto ‘Dop’ (Denominazione d’origine protetta) più consumato al mondo, e continua a crescere. Nel 2019 sono state prodotte 5.182.585 con un incremento, stimato per fine anno, pari al 5,06% (149.297 forme in più). L’export, con oltre 2 milioni di forme, rappresenta il 41% del prodotto marchiato e fa registrare un +5,24% sul 2018. La Germania si conferma primo mercato estero con un totale previsto di ben 517.000 forme.

Una crescita che assume un significato ancora più forte se pensiamo che negli ultimi dieci anni il trend positivo ha superato il 22,5%, pari ad incremento del 2% annuo. Tutto questo acquisisce ancor più valore se teniamo conto del contesto in cui il risultato è stato raggiunto. Da una parte il periodo di crisi generalizzata, in ogni settore, e dall’altra decisioni internazionali, prime fra tutti quelle dei dazi, che per un prodotto come il nostro sono oltremodo penalizzanti. Se aggiungiamo a tutto questo anche la confusione che il consumatore si trova ad affrontare quando deve acquistare, a causa della mancanza di informazioni chiare sia nei punti vendita sia nei menù della ristorazione, è facile capire come sia complesso per noi e il nostro sistema operare scelte imprenditoriali guardando al futuro con serenità”.

Così il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano, Nicola Cesare Baldrighi commenta i dati del 2019 relativi a produzione, export e consumi di Grana Padano, illustrati oggi durante l’Assemblea Generale di fine anno tenutasi presso il Gardaland Resort di Castelnuovo del Garda (VR) con la partecipazione in videoconferenza del Ministro delle politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Teresa Bellanova e alla presenza dell’Assessore all’Agricoltura e Sistemi Verdi di Regione Lombardia Fabio Rolfi e dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan.

Lo abbiamo detto in Europa lunedì e voglio ribadirlo nuovamente qui oggi: non possiamo essere vittime di algoritmi nazionali. Come si può pensare che vicino al marchio DOP europeo sul Grana Padano poi si possa trovare il nutriscore che mette il semaforo arancione o rosso. È inaccettabile. – tuona il Ministro Bellanova – Vogliamo tutela piena e stiamo lavorando per un’alternativa come il sistema a batteria che tiene in considerazione il fabbisogno quotidiano e non demonizza i singoli ingredienti. Se siamo il secondo paese al mondo per longevità dopo il Giappone, è anche frutto della nostra dieta. E allora su cosa mettere in etichetta credo dovremmo essere ascoltati. Per questo è necessaria anche in Italia una vera alleanza con i consumatori. Oggi, ribadendo un concetto per noi determinante, si è detto che chi compra vuole sapere cosa mette nel suo piatto e prima ancora nel suo carrello. Vuole fare scelte consapevoli. Rivendica il diritto di essere informato. E di potersi orientare nel migliore dei modi. Quindi anche sugli scaffali serve chiarezza. È importante lavorare in questa direzione. La Grande distribuzione svolge un ruolo centrale sia per i produttori che per i consumatori e noi abbiamo bisogno di far dialogare tutte le parti con trasparenza. Servono spazi dedicati ai nostri marchi geografici, serve una valorizzazione anche in termine di presentazione del prodotto”.

Ci fa molto piacere ascoltare queste parole del Ministro Bellanova perché sono perfettamente in linea con quanto, da sempre, chiediamo alle istituzioni, sia italiane che comunitarie”, commenta il direttore generale del Consorzio, Stefano Berni. La proposta avanzata dal Consorzio è chiara e puntuale: “Chiediamo un provvedimento che garantisca al consumatore di scegliere in modo consapevole cosa sta acquistando o consumando: sugli scaffali della Grande Distribuzione, i prodotti a Denominazione di Origine dovrebbero essere sempre separati in modo netto e inequivocabile dai rispettivi ‘similari’, così come nei ‘menù’ dei ristoranti dovrebbe essere indicato in maniera ben evidente se vengono utilizzati prodotti a Denominazione di Origine oppure omologhi differenti. Un’azione mirata a far chiarezza e soprattutto ad informare il consumatore correttamente. Per valutarne l’importanza, basti considerare che da alcune ricerche commissionate dal Consorzio sulle tendenze dei consumi, risulta che ben 2 consumatori su 3 sono disposti a spendere qualcosa in più pur di avere informazioni certe su ciò che acquistano”.

Brescia, sono 9mila le imprese al servizio del Natale

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by
Panettoni artigianali, foto da Pixabay

Dalla pasticceria fresca allo spumante, dai gioielli ai giocattoli, dai cosmetici alle piante, dal catering ai tour operator, sono 66 mila le imprese dei settori legati al Natale in Lombardia, il 14% nazionale (477 mila). Stabile il settore in Lombardia in un anno (+0,1%) segna un +3,6% in cinque anni, mentre in Italia cresce del +0,7% dal 2018, con 4 mila imprese in più e del 5,6% dal 2014. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del Registro Imprese relativi al terzo trimestre 2019, 2018 e 2014. Gli addetti del settore in Lombardia sono 347 mila su 1,9 milioni in Italia (pari al 19%).

Principali settori del Natale in Lombardia e in Italia. Bar e ristoranti con rispettivamente 24 mila e 17 mila attività, il take away con 6 mila, le pasticcerie con 2.515 e gli alberghi con 2.343. In aumento in un anno gli affittacamere per brevi soggiorni (+13,8%) e la produzione di pasticceria fresca (+10%). In Italia primi settori: bar con 148 mila imprese, ristoranti con 124.513, asporto con 37 mila, alberghi con 27 mila, gelaterie e pasticcerie con 19 mila. Crescono affittacamere (11,5%) e catering (+6,8%).

Lombardia per provincia. Prima Milano con 24 mila a Milano. Vengono poi Brescia con oltre 9 mila, Bergamo con 7 mila, Varese con 5 mila, Monza Brianza, Como e Pavia con 4 mila circa. In un anno l’incremento maggiore a Sondrio (+1,6%), in cinque anni a Milano (+10,4%) e Monza Brianza (+7,8%). Per addetti prima Milano con 166 mila, poi Brescia con 43 mila, Bergamo con 33 mila, Varese con 23 mila, Como con 17 mila.

Italia per provincia e regione. Prima per numero di imprese Roma con 41 mila imprese, a seguire Napoli con 26 mila, Milano con 24 mila, Torino con 16 mila. Su base regionale la Lombardia primeggia con 66 mila imprese, a seguire Lazio (54 mila), Campania (48 mila), Veneto (36 mila). Per addetti spiccano tra le province Milano con 166 mila, Roma con 142 mila, Napoli con 73 mila e Torino con 56 mila, tra le regioni la Lombardia con 347 mila è seguita da Veneto con 194 mila, Emilia Romagna con 189 mila, Campania con 130 mila e Piemonte con 127 mila.

Luzzago confermato alla guida del Consorzio Valtènesi: nel 2019 vale 3 milioni di bottiglie

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia/Evidenza/Nomine by

Alessandro Luzzago è stato riconfermato presidente del Consorzio Valtènesi: a convergere sul suo nome il nuovo consiglio di amministrazione eletto nei giorni scorsi dall’assemblea dei soci e composto da Mattia Vezzola, Paolo Pasini, Ilona Thun, Igino Dal Cero, Loris Vazzoler, Vincenzo Bertola, Cristina Inganni, Antonio Leali, Giacomo Tincani, Giovanni Franzosi, Stefano Pietta, Giuseppe Avanzi, Gilberto Castoldi e Antonio Goffi.

Per questo terzo mandato Luzzago sarà affiancato dai vicepresidenti Mattia Vezzola e Paolo Pasini: obbiettivo quello di accreditare Valtènesi come territorio di riferimento qualitativo e laboratorio di innovazione per i vini rosa italiani.

Abbiamo finalmente intrapreso una strada chiara e inequivocabile – ha spiegato il presidente -. Negli scorsi anni, con un’operazione complessa, siamo riusciti a concentrare le tre denominazioni attive sul territorio in un’unica Doc, premessa unitaria indispensabile a ogni successivo passaggio. Inoltre abbiamo ormai compiuto una scelta netta a favore del vino rosa come primo descrittore della nostra identità”.

I numeri dell’ultima annata confermano chiaramente questo trend: la produzione complessiva ha raggiunto i 3 milioni di bottiglie con un aumento del 10% sul 2018, ma la tipologia rosa (chiaretto) è cresciuta in realtà del 20% passando da 1,5 a 1,8 milioni. Il rosso ammonta ad 1 milione di pezzi: il quadro si completa con 200 mila bottiglie di bianco. Stabile a un migliaio di ettari il vigneto, 400 dei quali rappresentati dal Groppello, vitigno autoctono che caratterizza tutte le principali tipologie del comprensorio. In totale l’uva a bacca rossa rappresenta il 90% del raccolto: oltre il 60% viene già vinificata in rosa.

Nell’ultimo triennio questa strategia si è progressivamente rafforzata grazie ad una serie di attività, collaborazioni e progetti tesi a far emergere Valtènesi come riferimento nazionale per la tipologia rosa – spiega Luzzago -. Particolarmente significativo in questo senso l’ultimo convegno di Italia in Rosa, svoltosi in giugno a Moniga, dove sono stati resi pubblici dal direttore del Centre de Recherche et d’Expérimentation sur le Vin Rosè provenzale, i risultati di cinque anni di ricerca sull’identità dei chiaretti della Valtènesi; ed è stato presentato Rosautoctono, l’Istituto del vino rosa italiano da uve autoctone, fondato a Roma in marzo con altri cinque consorzi italiani e che proprio da noi ha tenuto il suo primo consiglio di amministrazione”.

Da qui la spinta a completare un tragitto con la missione di risolvere le ultime criticità. “Serve un ulteriore sforzo per la semplificazione della nostra identità – dice il presidente -. Da gennaio dovremo tornare a confrontarci per aggiornare i contenuti del patto fra produttori e ragionare su una direzione condivisa. Ma occorre anche una nuova strategia sui vini rossi per evitare di procedere in ordine sparso e anche in quella tipologia acquisire una personalità più definita. Abbiamo costruito una reputazione basata sull’eleganza, la delicatezza, la finezza dei nostri vini rosa: non c’è motivo per cui queste caratteristiche non possano essere trasferite anche ai nostri rossi”.

Fra le novità, la costituzione di un “gruppo giovani” che punta ad esercitare una funzione di stimolo per il Cda. “Lo coinvolgeremo subito – conclude Luzzago – per avere un contributo prezioso su quattro temi: gestione dei social, formazione, eventi e formalizzazione della casa del vino, importante progetto realizzato nella sede consortile di Villa Galnica a Puegnago al quale nel 2020 dedicheremo molte energie”.

 

Confagricoltura, a Brescia gli incontri dei viticoltori con i buyer internazionali

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Associazioni di categoria/Confagricoltura/Economia by

Grazie al progetto di promozione nei paesi esteri promosso dalla sede nazionale di Confagricoltura, continuano gli incontri B2B con i buyer internazionali del settore vitivinicolo.

Confagricoltura Brescia e Confagricoltura Lombardia hanno organizzato oggi, all’hotel Acquaviva di Desenzano del Garda (Brescia), un incoming con undici operatori provenienti da Canada (Ontario e British Columbia), Stati Uniti (Texas, Massachusetts, Minnesota, Virginia, Washington), Giappone (Tokyo) e Russia (Mosca). L’obiettivo dell’iniziativa è far conoscere le aziende e i luoghi in cui affondano le radici.

“Sono cinque le aziende vitivinicole del nostro territorio che hanno aderito a questa iniziativa e che hanno messo in mostra i propri prodotti migliori per far conoscere la terra del buon vino e paesaggi incantevoli – ha affermato Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia -. I nostri viticoltori e la nostra organizzazione credono fortemente nell’export come occasione di sviluppo per un settore che sta già avendo grande successo oltre confine. Incontrare gli operatori esteri sul nostro territorio – ha concluso Trebeschi – è un modo per sottolineare il profondo legame dei nostri vini con i luoghi da cui provengono”.

“Le cantine bresciane e in particolare i territori della Franciacorta e del Lugana – ha sottolineato Antonio Boselli, presidente di Confagaricoltura Lombardia – sono un esempio straordinario dei risultati che le nostre imprese vitivincole possono raggiungere in tutto il mondo: siamo a fianco dei produttori per far conoscere all’estero queste eccellenze, creando nuovi mercati e rafforzando quelli già esistenti”.

Le aziende vitivinicole bresciane coinvolte sono – per la Franciacorta – Villa Franciacorta, Abrami Elisabetta e Catturich Ducco, mentre per il Lugana Cobue e Abate Wine

I buyer hanno inoltre visitato le cantine Ricci Curbastro di Capriolo (Franciacorta) e Ca’ Dei Frati di Sirmione (Lugana),  in rappresentanza di tutte quelle che partecipano all’iniziativa, per coglierne le diverse caratteristiche e le storie da raccontare.

 

 

Allarme di Aib e Confindustra: attenzione a contraffazione e italian sounding

in Aib/Alimentare/Associazioni di categoria/Economia by

Associazione Industriale Bresciana e Confindustria hanno organizzato oggi a Brescia una giornata sul tema della contraffazione e dell’Italian Sounding – l’imitazione di prodotti o marchi certificati italiani –, lanciando un allarme condiviso sull’attuale situazione.

Nel corso della mattinata è andato in scena al Teatro Sant’Afra lo spettacolo teatrale “Tutto quello che sto per dirvi è falso”, di Tiziana Di Masi, davanti a un pubblico di 260 alunni delle scuole secondarie di primo e secondo grado bresciane. All’incontro hanno preso anche Paolo Bastianello, Presidente del gruppo tecnico Confindustria “Made in”, Alberta Marniga, delegata di AIB alla Legalità, il Colonnello Salvatore Russo, Comandante provinciale della Guardia di Finanza, e Giuseppe Pasini, Presidente di AIB.

Nel pomeriggio la sede di AIB ha quindi ospitato la riunione del gruppo tecnico “Made In” con la partecipazione delle aziende associate.

“Questo momento di confronto serve per coinvolgere e far riflettere i nostri giovani a 360° sul business della contraffazione – spiega Paolo Bastianello, Presidente del gruppo tecnico Confindustria “Made in” –. Allo stesso tempo, l’incontro pomeridiano in AIB ha acceso i riflettori sui due principali dossier aperti in questo momento: moda e agroalimentare. È fondamentale l’impegno nostro e di tutte le aziende associate per tenere alta la guardia su un argomento imprescindibile per il sistema economico nazionale: l’Italia è il Paese europeo che che paga il prezzo più alto, e il fatturato illecito si aggira intorno ai 7 miliardi di euro”.

“Anche Brescia è tra le province colpite dal fenomeno della contraffazione: basti pensare a comparti come quelli delle rubinetterie, della maniglieria e dei casalinghi – aggiunge Giuseppe Pasini, Presidente AIB –. In tale contesto diventa quindi fondamentale dialogare con i giovani e fargli capire che la curiosità per la provenienza di un prodotto è fondamentale, ogni volta che effettuano un acquisto”

Mense scolastiche, a Brescia sono le più care della Lombardia

in Alimentare/Economia/Formazione by

95 euro, a tanto ammonta il costo mensile, nell’anno 2019/2020, sostenuto da una famiglia media lombarda con reddito ISEE di 19900 euro e un bimbo alla scuola primaria o dell’infanzia. A livello nazionale la media è di oltre 80 euro. In Lombardia si va dai 67 euro di Milano ai 118 di Brescia.

Il Nord si conferma l’area geografica con le tariffe più elevate, in media 842 euro per nove mesi di mensa nella scuola primaria, e 841 in quella dell’infanzia; segue il Centro, 724 euro nella primaria  e 704 euro nell’infanzia; più contenuti i costi al Sud con 644 euro nella primaria e 632 nell’infanzia.

L’Emilia Romagna è la regione più costosa, con una spesa media mensile di 106€ nella primaria e 105 euro nell’infanzia; la Puglia quella più economica con 65€ sia nella primaria che nell’infanzia. Rispetto all’anno precedente, la variazione è stata del +0,81% a livello nazionale, con l’incremento record del +9,79% in Calabria e una riduzione invece del 6,41% in Sardegna. Tariffa invariata in Basilicata, Umbria e Valle d’Aosta.

Il capoluogo più economico è Barletta (32 euro mensili per la mensa nella scuola dell’infanzia e la primaria), i più costosi Torino per la scuola dell’infanzia (132 euro mensili) e Livorno per la primaria (128 euro).

Questi i dati che emergono dalla IV Indagine di Cittadinanzattiva su tariffe e qualità delle mense scolastiche, che ha preso in esame le tariffe di tutti i 110 capoluoghi di provincia sia per la scuola dell’infanzia che per la primaria. Oltre a ciò, attraverso l’intervista a 342 tra alunni di scuola primaria, docenti accompagnatori, genitori, rappresentanti di Commissioni mensa, addetti al servizio di ristorazione, è stato preso in esame un campione di mense scolastiche di 9 regioni (Piemonte, Liguria, Lombardia, Lazio, Marche, Campania, Molise, Basilicata e Puglia) per evidenziare aspetti relativi alla qualità, sicurezza, igiene, costi, sprechi e rifiuti, per un totale di 230 indicatori.

Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva
Costo mense Lombardia e provincia di Brescia, fonte Cittadinanza attiva

Imprese agroalimentari: a Brescia l’autunno dà lavoro a 4mila persone

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by

Crescono i settori dell’agroalimentare legati all’autunno, sia in Lombardia che in Italia. In cinque anni si registra + 18% a  Milano, dove si contano oltre mille imprese, +14% in Lombardia con diecimila attività e +13% in Italia con 180 mila attività. In un anno, invece, la crescita è del +3% a  Milano, +2% in regione e a livello nazionale. In regione ci sono 22 mila addetti su 225 mila in Italia. Emerge dai dati della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi a giugno 2019.

Sono legate all’autunno attività quali la coltivazione di uva, mele, castagne, bacche, mirtilli, ribes, kiwi, cachi, melograno, nocciole, olive, produzione di olio e di vino (4 mila imprese in regione su 150 mila in Italia). Ci sono poi oltre 2 mila imprese nel vino e 23 mila imprese nel Paese per la cura di piante e giardini, di cui 5 mila in Lombardia.

Business da 2 miliardi all’anno in regione su 17 miliardi in Italia, con 807 milioni a Milano, circa 300 a Brescia e a Bergamo, 100 miliardi circa a Pavia e Lecco. Prime in Italia con 1,6 miliardi Treviso, con 1,3 miliardi Verona, con 807 milioni Milano, con 700 milioni Vicenza, Reggio Emilia, Modena.

Maggiore concentrazione in Lombardia a Pavia, Brescia, Sondrio, Bergamo. Prime Pavia e Brescia con quasi 2 mila imprese e rispettivamente 3 mila e 4 mila addetti, seguite da Milano con oltre mille imprese e 4 mila addetti, Bergamo con quasi mille e 3 mila addetti. A Monza e Brianza ci sono 518 imprese, + 27% in cinque anni, con oltre mille addetti, a Lodi 122 imprese con 193 addetti. Forte la crescita a Como con oltre 700 imprese, + 42% in cinque anni e a Lecco con 387 imprese, +42%.

Maggiore concentrazione in Italia a Bari, Trapani, Treviso, Foggia, Trento, Verona e Cuneo. Prima Bari con circa 10 mila imprese, +28% in cinque anni, seguita da Trapani con oltre 8 mila, Treviso con 7 mila, + 17%, Foggia con 6 mila, +7%, Trento, Verona e Cuneo con 5 mila.

Crescono di più in Italia in cinque anni Bolzano, Avellino, Belluno, Caserta, Ferrara, Lecco, Como, Napoli. Crescono di più in Italia in cinque anni Bolzano, Avellino, Belluno, Caserta, tutti circa del 50%, Ferrara, Lecco, Como, Napoli del 40% circa in cinque anni. Tra chi cresce di più, i maggiori centri sono Bolzano con oltre 3 mila imprese e Napoli, Caserta e Avellino con circa 2 mila imprese.

Take away, nel Bresciano sono un business per oltre 800 imprese

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Cibo d’asporto e pasti pronti, nel 2019 sono 5.852 le imprese attive in regione nel settore su 37.966 nel Paese e crescono in un anno di circa + 1% secondo i dati elaborati dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su fonte registro imprese al 2019 e 2018. Un settore che in Lombardia impiega 19 mila addetti su 112 mila in Italia, con una crescita rispettivamente del 7% e del 3%.

Take away e cibi pronti in Lombardia. Si tratta soprattutto di imprese specializzate nella somministrazione con asporto, 5.622 attività, ma ci sono anche oltre duecento imprese tra produzione di pasti, sughi e estratti pronti. Milano è prima con 1.922 imprese attive, +2%, di cui 916 in città con 5 mila addetti, +3% in un anno, di cui 3 mila in città, +4%. Seguono Brescia (804), Bergamo (687), Monza Brianza (502) e Varese (465). In un anno sono Lodi con 116 imprese, +8% e Cremona con 219, +5%, a crescere di più.

Take away e cibi pronti in Italia. 37.966 imprese, +1% in un anno, circa 112 mila addetti rispetto ai 109 mila dello scorso anno, +3%, sono i numeri del settore in Italia. Roma (3 mila imprese, +1%), Napoli (1.977, +0,4%) e Milano (1.922, +2%) sono i territori che concentrano il maggior numero di attività seguite da Torino (1.534), Bologna (839), Catania (836), Bari (809), Brescia (804). Lodi (116 imprese, +8%), L’Aquila (169 imprese, +7%), Genova (768, +7%), Prato (134, +6%) i territori che crescono di più.

Business da 1,3 miliardi in Lombardia su 5,5 miliardi in Italia per piatti pronti e take away. Tra le regioni prima l’Emilia Romagna con 1,5 miliardi, seconda la Lombardia e terzo il Lazio con 840 milioni. Tra i territori, prima in Italia è Roma con 784 milioni, seguita da Ravenna con 578 milioni, Milano con 332 milioni, Monza con 300 milioni, Parma con 291 milioni, Modena con 239 milioni, Napoli con 195 milioni, Brescia con 182 milioni, Rimini con 147 milioni, Bergamo con 134 milioni, Mantova con 125 milioni, Pavia con 118 milioni.

Brescia, Atena Spa fa scuola… anche nella ristorazione

in Alimentare/Economia by

Nella sede di via Codignole, oltre agli uffici direzionali, la società guidata da Paolo Naoni inaugura un ristorante di alto livello per pranzi e cene

BRESCIA – Atena Spa continua a crescere, confermandosi una delle realtà leader della penisola nel campo della formazione finanziata e su libero mercato per le aziende. A dimostrarlo sono i numeri: dal 2003 la società fondata dall’imprenditore Paolo Naoni è sempre cresciuta in doppia cifra, arrivando oggi a circa 16 milioni di fatturato e 120 collaboratori. Con dieci nuove assunzioni previste nei prossimi mesi. E un ambizioso progetto già partito.

Nell’ampia sede di via Codignole, Naoni ha infatti deciso di lanciare una sfida nuova e del tutto inedita per Brescia: quella di dar vita a un ristorante di alta gamma (colazione, pranzo, aperitivo, cena e… cena esclusiva), che conviva stabilmente con gli uffici e il cuore direzionale dell’azienda.

L’Atena Restaurant verrà inaugurato ufficialmente nelle prossime settimane, ma è già operativo per i dipendenti e per i clienti esterni dallo scorso 28 agosto. Di che parliamo? Di un investimento complessivo di quasi un milione di euro, che ha trasformato gli spazi del cascinale di Verziano in un luogo unico e “magico”.

All’interno, infatti, oltre agli uffici in cui lavorano circa 50 persone, trovano spazio tre distinti format legati al mondo della ristorazione, aperti dal lunedì al sabato sera. Il principale è Atena Garden: ristorante con circa 50 coperti e un giardino di 425 metri arredato per l’accoglienza dei clienti secondo le ultime tendenze dallo studio Prospektiv Srl. Ma ai piani alti c’è anche Atena House, con spazi esclusivi prenotabili su richiesta per condividere momenti conviviali all’insegna della massima discrezione. Mentre l’ultimo step sarà l’angolo di Atena Wine, dedicato alla degustazione di vini e prodotti enogastronomici ricercati da tutta Italia.

A caratterizzare questi luoghi è innanzitutto la qualità: dal pranzo di lavoro alla cena tutto è fatto in presa diretta dal team di cucina guidato dallo Chef Alisani, re della cucina su misura, che ha lavorato in importantissimi contesti privati di tutto il mondo. I cocktail serali sono affidati alla barmaid Magdalena Glabh. Mentre il Direttore è Attilio Ciocca, piemontese trapiantato nella Leonessa che nel suo infinito curriculum – oltre al titolo di sommelier professionista – vanta la direzione dei villaggi delle Olimpiadi invernali del 2006 e di importanti catene di hotel, oltre che una recentissima esperienza alla guida del Relais Franciacorta.

A fare la differenza, poi, saranno anche gli eventi che verranno organizzati in loco per i clienti. Per il debutto – la cui data ufficiale è ancora da definire – è previsto uno spettacolo esclusivo curato da Masters of Magic (una delle principali realtà mondiali nel campo della magia e dell’illusionismo), che affiancherà Atena, anche in futuro, per la parte di intrattenimento dedicata agli ospiti

Atena Restaurant si trova in via Codignole 52, in una zona di facile accesso, raggiungibile dalla tangenziale e da Brescia2, con oltre un centinaio di posti auto riservati. Il sito web della nuova realtà verrà attivato a breve. Nel frattempo prenotazioni e contatti si possono effettuare via telefono allo 030 24003535 oppure via mail a garden@atenateam.it.ci

Atena Restaurant
Atena Restaurants

Dazi, Grana Padano: dai dazi Usa danni per 270 milioni all’anno

in Agricoltura e allevamento/Alimentare/Economia by
Grana Padano, foto generica da Pixabay

Desenzano d/G (Bs), 30 settembre 2019 – “Il sistema Grana Padano, in un anno, se venissero applicati i dazi annunciati dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, subirebbe un danno quantificabile in circa 270 milioni di euro. Un vero e proprio macigno che metterebbe in ginocchio un intero comparto. Ci auguriamo che alle prese di posizione del presidente Conte, facciano seguito, anche grazie alla vostra attenzione, interventi concreti nelle sedi internazionali competenti”.

Lo scrive in una lettera inviata ai ministri Teresa Bellanova (Politiche Agricole e Alimentari) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio Grana Padano, il prodotto Dop più consumato del mondo con circa 5 milioni di forme annue.

“Tale danno – si legge ancora nella missiva – si trasferirebbe sulle 4.000 stalle il cui latte è destinato alla produzione di Grana Padano e sulle altre aziende il cui prezzo del latte è, da sempre, condizionato dall’andamento del Grana Padano. Questo danno indiretto al latte italiano non sarebbe inferiore ai 150 milioni di euro all’anno”.

“Il sistema lattiero caseario italiano, per latte omogeneo, escluso quindi quello del Parmigiano Reggiano a sé stante – spiega ancora Baldrighi nella lettera – sarebbe superiore ai 400 milioni di euro all’anno. Tutto ciò è inaccettabile e lo è ancor di più se si considera il danno che produrrebbe al prezzo ‘alla stalla’ del latte omogeneo: certamente non meno di 5 o 6 centesimi al litro di perdita secca”.

Il presidente del Consorzio ricorda poi ai ministri che: “Il valore annuo della produzione di Grana Padano al caseificio è di 1,5 miliardi di euro e il valore di quello esportato in un anno negli USA alla produzione è annualmente di 60 milioni”.

Tutto ciò per arrivare a dire che: “Il valore della perdita di esportazione, pari a non meno dell’80%, sarà di 50 milioni all’anno. Senza sottovalutare che le forme già da mesi nei magazzini di stagionatura e destinate al mercato americano, peseranno tremendamente sugli altri Paesi, tra cui l’Italia, portando squilibrio sicuro nella bilancia commerciale”.

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