Edilizia, timidi segnali di ripresa, ma in dieci anni hanno chiuso 2.360 imprese

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Qualche timido segnale, ma l’unico settore in calo dal 2014 e che potrebbe riprendere il trend interrotto prima della crisi solo a partire dalla fine dell’anno, è ancora una volta quello delle costruzioni. Un settore che più di tutti è rappresentato dalla maggior percentuale di imprese artigiane e che nell’ultimo anno ha perso altre 220 imprese e visto calare gli occupati di altre 3mila unità nella sola provincia di Brescia.

«Recupero? Per ora solo una prospettiva» commenta il presidente di Confartigianato Imprese Brescia e Lombardia Eugenio Massetti che prosegue l’analisi dei recenti dati diffusi dall’Osservatorio di Confartigianato: «Dati che confermano il ritardo della ripresa delle Costruzioni anche sul nostro territorio, nonostante alcuni indicatori anticipatori mettano in evidenza una qualche prospettiva di recupero. In particolare, dall’analisi della produzione del settore edilizio evidenzia per l’Italia un più basso profilo rispetto al più robusto ritmo di crescita registrato nei 19 Paesi dell’Eurozona. Nel dettaglio si osserva che nel 2017 la produzione, al netto degli effetti di calendario, in Italia sale di un limitato 0,8% a fronte del +2,5% registrato nell’Eurozona. Nei primi tre mesi del 2018 l’Eurozona conferma il ritmo di crescita (+2,5%), mentre in Italia la produzione ristagna; lo spunto positivo nel dato provvisorio di aprile 2018 riporta l’Italia una leggera crescita (+0,6%) della produzione nei primi quattro mesi del 2018. Il perché della mancanza di ripresa è fondamentalmente legato al fattore credito, ancora in calo e alla mancanza di un rilancio degli investimenti pubblici. Il comparto delle costruzioni – prosegue il presidente Massetti – è da sempre un settore economicamente di prioritaria importanza per il territorio della provincia di Brescia, sia per le eccellenze che esprime in termine di know how e organizzazione d’impresa, sia per il radicamento che ha nella società, in questi anni però è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi».

In provincia di Brescia al I trimestre dell’anno in corso si contano 18.165 imprese del settore delle Costruzioni. Il 71,8%, pari a 13.037 unità, appartengono al comparto artigiano. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente le imprese totali del settore mostrano un calo registrando una variazione tendenziale pari al -1,2%, mentre quelle artigiane registrano un calo poco più elevato del -1,7% (>al -1,3% regionale) perdendo 220 imprese in un anno. Nel 2017 gli occupati bresciani nel settore sono 40 mila, 3 mila in meno di un anno fa, pari ad un calo del 7% (in contrapposizione al +0,7% regionale). Rispetto al periodo pre-crisi (2008) nel settore sono 8 mila in meno gli occupati, pari ad un calo del -16,9% (< al -22,5% regionale).

I finanziamenti concessi alle imprese delle Costruzioni di Brescia, che ammontano a marzo 2018 a 3,6 miliardi di euro, rappresentano il 13,5% del credito erogato alle imprese del territorio e registrano rispetto allo stesso periodo dello scorso anno una riduzione del -5,4% (< al -10,9% regionale). Le sofferenze delle imprese del settore pesano sugli impieghi concessi a queste per il 26,8% (> al 25,7% regionale) e a marzo 2017 registrano un calo dell’1,3% (< al calo del -2,8% regionale). Dinamica delle compravendite di immobili residenziali e non a Brescia: se quelle residenziali nel 2013 erano 8.434, nel 2016 salite a 11.908 nel 2017 a 12.880 con una variazione positiva dell’8,2%. Mentre per le compravendite non residenziali, il numero delle transizioni cala leggermente: dalle 4.711 del 2016 (erano 3.601 nel 2013) alle 4.617 del 2017 (in variazione negativa del 2,1%).

Investimenti che non hanno recuperato i livelli pre crisi: complessivamente diminuiscono del 13,4% rispetto al 2007 con il settore pubblico che mostra una diminuzione due volte e mezza quella del settore privato (-28% contro il -11,1%). «Nonostante il cambio di rotta, la produzione delle Costruzioni in Italia è caduta del 28,6% rispetto al calo contenuto del 2,1% registrato nell’Eurozona. Pensare che, sempre secondo un calcolo di Confartigianato, con una maggiore percentuale di investimenti pubblici in Costruzioni pari alla media del quinquiennio precedente, nel 2017 avremmo registrato 120.000 occupati in più nel settore dell’edilizia e installazione impianti. Spetta dunque alle Istituzioni fornire risposte concrete e unitarie a diversi settori di intervento che finora sono stati trattati in maniera separata tra loro: il rischio sismico, il dissesto idrogeologico, la messa in sicurezza di edifici pubblici e il tema della rigenerazione urbana. In quest’ottica la messa in sicurezza del Paese può costituire un volano straordinario per l’economia nazionale e il rilancio della filiera delle costruzioni. Il sistema delle imprese artigiane, che costituiscono la parte più rilevante del settore dell’edilizia, può contribuirvi in maniera decisiva» conclude il presidente Massetti.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*