Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Marzo 2018 - page 2

Imprese femminili, a Brescia danno lavoro a 43mila persone

in Economia/Tendenze by

Le imprenditrici bresciane impiegano circa 43mila addetti in provincia. Sono 23.952 le imprese femminili con sede nel bresciano alla fine del 2017, in crescita, nell’ultimo anno, dello 0,7%.

E’ quanto emerge dalle elaborazioni del Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia su dati del Registro Imprese.

Brescia si colloca in seconda posizione in regione per numero di imprese femminili, preceduta da Milano, che conta oltre 63mila imprese, e seguita da Bergamo che ne conta oltre 18mila.

Le imprese femminili rappresentano il 20,1% delle imprese del territorio e sono molto attive nei settori del commercio, del turismo, della cura del benessere della persona.

Commercio, turismo, servizi, manifattura e agricoltura sono, infatti, lo zoccolo duro del fare impresa al femminile; in questi cinque settori si concentra ben il 70% delle imprese rosa in provincia.

Il 25% delle imprese rosa sono attive nel commercio, vale a dire 1 impresa su 4; più nel dettaglio operano nel commercio al dettaglio di abbigliamento, nella gestione dei minimercati delle tabaccherie e nella vendita ambulante di prodotti tessili.

Nei servizi turistici le donne operano nella ristorazione, dove prediligono la gestione dei bar, comparto quest’ultimo caratterizzato da una connotazione femminile particolarmente forte pari ad una impresa su cinque.

Altro settore produttivo che si caratterizza per l’elevata presenza femminile è quello dei servizi nel quale primeggiano i servizi alla persona; in tale comparto il 67% delle imprese è guidato da donne. In questo ambito le attività principalmente svolte sono quelle di parrucchiere ed estetiste e di lavanderie.

 

Nell’industria manifatturiera le donne imprenditrici esprimono la loro creatività nell’attività di confezione di articoli di abbigliamento anche se non manca la presenza femminile in lavori prettamente maschili quali quelli della meccanica generale e della fabbricazione di prodotti in metallo.

Nell’agricoltura le imprese rosa svolgono attività di coltivazione con annessi allevamenti e si occupano di coltivazione di cereali.

Nell’ultimo anno le imprese gestite da donne sono aumentate dello 0,7%, in controtendenza rispetto a quanto osservato per la struttura imprenditoriale non femminile che, invece, è calata dello 0,3%. Il contributo alla crescita dell’imprenditorialità femminile proviene dall’aumento della partecipazione femminile, nell’ultimo anno, in alcuni comparti del terziario quali le attività tecniche e scientifiche (+5,3%) laddove emergono le aziende rosa che operano nelle attività di direzione aziendale e consulenza gestionale (+8,4%), negli studi di architettura e ingegneria (+9,3) e nella pubblicità e ricerche di mercato (+8,0%). In aumento anche le imprese femminili che operano nel comparto del supporto alle imprese, in tale ambito, nell’ultimo anno, sono cresciute le attività dei servizi per edifici e paesaggi (+5,1%) e le attività di supporto per le funzioni d’ufficio (+5,0%). Importante anche la crescita delle aziende rosa nell’ambito dell’istruzione (+9,3%).

Le imprenditrici bresciane hanno un’età media di 51 anni e sono leggermente più giovani rispetto alle colleghe lombarde ed italiane (52 anni), ma meno giovani in confronto alle imprenditrici straniere (47 anni è l’età media delle comunitarie e 43 anni delle extracomunitarie).

Il 12,7% delle imprese femminili è gestito da donne straniere di cui il 9,8% sono imprenditrici extracomunitarie. Nell’ultimo anno le imprese straniere hanno fatto registrare una buona dinamica di crescita (+4,8%), trainata in particolare dalle imprenditrici extracomunitarie (+5,1%).

Le imprenditrici straniere provengono prevalentemente dalla Cina (891), dalla Romania (885), dalla Svizzera (391), dalla Germania (272) e dal Marocco (278). Presenti anche Albanesi (262), Ucraine (260) e Indiane (239).

Mercato immobiliare, a Brescia timidi segnali di ripresa

in Economia/Edilizia by

“Il mercato immobiliare bresciano ha mostrato, anche nel corso del 2017, alcuni segnali di moderato miglioramento, in particolare per quanto riguarda il comparto residenziale, con un aumento delle compravendite seppur a tassi di crescita più ridotti (6,5%) rispetto all’exploit del 2016. La ripresa dell’attività transattiva continua ad essere accompagnata dalle buone condizioni del mercato del credito, ancora sostenuto dalle politiche monetarie espansive” – è quanto emerge dal 1° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2018 di Nomisma.

I valori di compravendita continuano a registrare ulteriori lievi ribassi (-0,3% per le abitazioni nuove e -1,9% per quelle usate), nel tentativo di andare incontro alla domanda; la lieve dinamicità del settore sono ravvisabili anche nella flessione dei tempi medi di vendita (8,2 mesi), oltre che nelle minori aspettative da parte dell’offerta sul prezzo di vendita. Gli sconti medi praticati, infatti, si mantengono molto elevati (16% per l’usato, 10% per il nuovo).

Nel corso del 2017 si è assistito ad un miglior posizionamento di alcune componenti dell’Indice di performance, in particolare l’intensità della domanda e la velocità di assorbimento.

Il segmento della locazione ha confermato il consolidamento di domanda e offerta, una riduzione dei tempi medi di affitto e un lieve aumento dei canoni, dopo nove anni di calo.

L’aumento dei canoni è il risultato della maggior disponibilità di abitazioni presenti sul mercato e di un certo spostamento della domanda verso la locazione.

Anche nel 2017 è stato il mercato non residenziale quello maggiormente penalizzato, soprattutto a causa del perdurare delle difficoltà del settore industriale e della scarsa dinamicità del settore dei servizi.

Nel comparto direzionale e in quello commerciale l’offerta in vendita rimane sempre consistente, mentre non si sono ancora palesati segnali favorevoli sul versante della domanda che è percepita ancora in diminuzione; poco positivi i risvolti dell’attività transattiva, nonostante la prosecuzione della contrazione dei valori, meno marcata per gli uffici rispetto all’anno scorso, più accentuata quella dei negozi, da -0,2% al -2,5% attuale

I canoni medi di uffici e negozi invece hanno subìto flessioni meno marcate (rispettivamente -0,5% e -0,6%), con variazioni nettamente più basse sia riguardo ai prezzi di acquisto, sia rispetto alla media delle 13 città (-1,4% e -1,5%).

Si segnala molto elevato lo sconto medio tra prezzo richiesto e quello realizzato in fase di trattativa:18,5% per gli uffici, 20% per i negozi e i capannoni, segno del fatto che l’offerta è ancora disposta a rivedere le proprie aspettative.

Scambi con la Corea, a Brescia valgono 182 milioni di euro

in Economia/Export/Tendenze by

La Lombardia ha oltre 3 miliardi di scambi con la Corea, 1,5 di export e 1,6 di import, secondo una elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi su dati Istat per l’anno 2017.

Cresce l’export, +7% in un anno e l’import, +18%. In Italia gli scambi sono di 7,7 miliardi, la Lombardia pesa quasi la metà. Bene gli scambi anche per il Paese, +8,2% l’export e +14,2% l’import.

In Lombardia. Prime Milano con 1,9 miliardi di scambi (+9,7% l’export e + 35% l’import), Mantova con 242 milioni, Bergamo con 222 milioni, Brescia con 182.

Principali settori. La Lombardia esporta 1,47 miliardi di manifatturiero. Primi settori tessile, con un export da oltre mezzo miliardo e macchinari con oltre 300 milioni

Oggi incontro del Console Generale Yoo della Repubblica di Corea con Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi nella sede di via Meravigli.

La Lombardia si conferma da sempre un territorio con una forte propensione all’internazionalizzazione e i dati relativi agli scambi commerciali tra la nostra regione e la Corea del Sud mettono in luce la rete di rapporti commerciali esistenti con il Paese – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli, Presidente di Promos, Azienda Speciale per le Attività Internazionali della  Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi.  Il trend  degli scambi commerciali con la Corea del Sud è positivo sia sul fronte dell’import che dell’export: cresce la richiesta di made in Italy, in particolare di prodotti del manifatturiero,  ma anche l’import che registra +17,9% in un anno. L’incontro di oggi rappresenta l’occasione per consolidare le relazioni commerciali e far conoscere il nostro territorio e le sue eccellenze economiche e culturali.

Nominato il Cda di Fondazione Cogeme, ecco i componenti

in Cogeme/Cultura/Economia/Lgh/Partecipate e controllate by
Cda Fondazione Cogeme 2018

Innovazione, sostenibilità, circolarità, sono le parole chiave emerse – secondo una nota riportata dal quotidiano on line BsNews.it – dall’insediamento del nuovo Cda di Fondazione Cogeme svoltosi lo scorso venerdì 16 marzo, nella sede di via VVX aprile. Un appuntamento importante per la Onlus nata dalla Holding Cogeme spa nell’ormai lontano 2002. Il nuovo Cda* così composto:

Archetti Gabriele- Presidente

Bertoletti Elvio -Vice presidente

Grechi Eugenia Giulia -Consigliere

Mena Daniela -Consigliere

Del Bono Laura -Consigliere

Fontana Francesco -Consigliere

Bosetti Osvaldo -Consigliere

Baffelli Adriano -Consigliere

Dario Lazzaroni**-Consigliere

Maurizio Giannotti** -Consigliere

* La carica di Consigliere della Fondazione, al pari di quella del Presidente, è svolta a titolo gratuito da tutti i componenti del Consiglio

** nomine di Cogeme spa

IL COMMENTO DEL NEOPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE COGEME

“Una grande soddisfazione continuare il percorso iniziato tre anni fa, e a maggior ragione poterlo fare con la qualità e le competenze di questo nuovo consiglio di Amministrazione che ringrazio della fiducia” . Un richiamo  esplicito quello del Presidente Archetti alla continuità  garantita dalla presenza degli “storici” (Elvio Bertoletti- nominato Vice presidente, Daniela Mena, Eugenia Giulia Grechi, Dario Lazzaroni, Maurizio Giannotti) e allo stesso tempo dalle caratteristiche dei “nuovi entrati” avallati dal presidente di Cogeme spa, Dario Lazzaroni ovvero: Francesco Fontana (già sindaco di Corzano e presidente dell’Associazione Terre Basse), Laura del Bono (insegnante e ricercatrice), Adriano Baffelli (Esperto di comunicazione per le imprese e Presidente di Fondazione Franciacorta) e infine il cav. Osvaldo Bosetti (Imprenditore e direttore generale della Nordival, azienda rovatese di componenti fluidodinamici) il quale chiosa: “Credo nella green economy e sono convinto che questi valori possano essere messi a frutto anche grazie al mio personale impegno in questa nuova e stimolante sfida intrapresa con Fondazione Cogeme”.

Metal One: la Fonderia 4.0 | INNOVATION CLUB

in Acciaio/Economia/Evidenza/Innovation club/Innovazione/Rubriche by
MetalOne

Alcuni Partners Sap, grazie ad una profonda conoscenza maturata negli anni nel settore Fonderie, hanno inteso realizzare, sulla piattaforma gestionale più diffusa al mondo, ovvero Sap Business One, un “add on” verticale appositamente dedicato ai cicli produttivi di tale comparto.

L’applicazione risulta completa ed analitica, per qualsivoglia ciclo e tecnologia produttiva (colata gravitazionale in conchiglia o terra, con impianti automatici e manuali, pressofusione), e per qualsivoglia metalli (leghe ferrose quali ghise ed acciai, leghe non ferrose quali, alluminio, zama, magnesio….)

Trattasi di un verticale gestionale che segue analiticamente tutti i cicli complementari e successivi nel processo di fusione, colata, finitura e lavorazione dei getti prodotti, partendo dalla gestione del comparto forni fusori, il trasferimento del metallo fuso in forni di attesa a bordo macchine/impianti, formatura in terra, colata in conchiglia o pressofusione, estrazione getti, smaterozzatura, sbavatura, finitura estetica, controlli qualitativi a norme ISO, e lavorazioni meccaniche degli stessi, fino ad addivenire alla logistica di movimentazione esterna, qualora alcune di queste fasi, come di frequente, fossero decentrate in outsourcing.

Ma Metal One, verticale a matrice essenzialmente tecnica, che partendo dalla programmazione produttiva, segue analiticamente tutti i cicli per rilevarne efficacia, efficienza, facendo emergere tutte le eventuali non conformità di processo/prodotto, non si è limitato alla sola produzione.

IOT, Realtà Aumentata, Stampa 3D.

Metal One, è da tempo attivo da anni su queste tematiche, nell’intento di portare vera e propria innovazione all’interno delle Fonderie.

Alla base risiede l’importanza di avere un Controllo di Processo e di Gestione chiaro, preciso ed efficace.

L’idea di base è l’integrazione della Fonderia con i dati gestionali: ovvero dotare ogni singolo impianto di una serie di sensori che rilevino parametri di analisi.

Questi, correlati con i dati gestionali, risultano in grado di fornire, alla direzione della Fonderia, un cruscotto completo di dati (KPI), grafici, elaborazioni statistiche percentuali, indispensabili al controllo integrale dell’intero Processo.

Sul tema della realtà aumentata, è stata invece studiata una applicazione che sfrutta occhiali smart glass, nel settore della logistica/immagazzinaggio delle attrezzature.

Anche in questo caso l’obiettivo è migliorare il processo logistico, riducendo dispersione di tempo e massimizzando il raggiungimento di risultati di qualità.

Infine, per quel che riguarda la stampa 3D, risultano già pienamente operative imprese in cui si sta applicando questa nuova tecnologia, nella fattispecie riguardo produzione di Anime di Fonderia: ciò porta ad un processo produttivo di alta qualità, andando a realizzare copie esatte e precise che portano quindi una notevole riduzione degli scarti e perfezionamento dei risultati sul prodotto finito.

Iot, Realtà aumentata e stampa 3D sono temi di notevole importanza, che devono trovare rapida applicazione all’interno di una Fonderia che voglia mantenere il passo coi tempi e desideri essere sempre più competitiva.

www.innovationclub.it

Caro estinto, Brescia quinta in Italia per numero di imprese

in Economia/Tendenze by

Il caro estinto è un mondo che conta in Lombardia, tra sedi di impresa e unità locali, circa 1.900 attività. Un comparto che cresce del 2,3% tra 2016 e 2017 e pesa il 14,6% sul totale italiano  (13.000 attività). Si tratta di 1.534 imprese di pompe funebri su 10.390 italiane e 345 attività nel commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali su 2.503 nazionali. Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi sui dati del registro imprese al secondo trimestre 2017 e 2016 relativi alle localizzazioni (sedi di impresa, sedi secondarie ed unità locali).

Milano è prima in regione con 505 attività (+0,4% in un anno) e terza nel Paese dopo Roma (627, +4%) e Torino (529, +2,3%). A livello regionale viene poi Brescia, che con 317 attività è quinta in Italia per numero di imprese del settore, seguita da Bergamo con 200 e Varese con 165. A livello nazionale quarta è, invece, Napoli con 374 attività. In un anno in Lombardia è il territorio di Sondrio a registrare la crescita più elevata, +11,6%, mentre in Italia crescono soprattutto La Spezia (+18,8%) e Pistoia (+17,9%).

I prezzi dei fiori. Sono quasi 3 mila le imprese di fiori in Lombardia, tra negozi e ambulanti, di cui circa mille a Milano (+2%) in un anno, circa trecento a Brescia, Bergamo, Varese, circa duecento a Monza, Pavia e Como.

Come da tradizione, il fiore più acquistato per la ricorrenza dei defunti è il crisantemo con un prezzo che, a seconda della varietà e della lunghezza, va da 2,00 euro a 4,50 euro. Lo rileva l’Associazione dettaglianti fiori e piante aderente a Confcommercio Milano. Secondo la qualità, il prezzo di un mazzo di crisantemi (7 rami) può variare dai 10 ai 20 euro.

Brescia, le imprese della pubblicità sono 893

in Economia/Tendenze by
Imprese del settore pubblicità a Brescia

Sono oltre 8 mila le imprese in Lombardia e a Brescia che si occupano di pubblicità con 47 mila addetti e ricerche di mercato su 32 mila in Italia con 99 mila addetti. Primo settore sono le agenzie pubblicitarie, che contano più di 4 mila attività su 18 mila nazionali, seguite dalle ricerche di mercato e sondaggi di opinione con oltre 2 mila imprese su 7 mila, le concessionarie di pubblicità con oltre mille imprese su 5 mila. Emerge da un’elaborazione Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi su dati del registro imprese al 2017 e 2016.

In Lombardia. Prima Milano con 5 mila imprese, stabili in un anno e 38 mila addetti. La seguono Brescia con 893 (+2,6%), Monza e Brianza con 543, Bergamo con 504 (+2,2%), Varese con 333 (tutte con circa mille addetti). Superano i 2 mila gli addetti nelle quasi 200 imprese di Mantova. Lodi con 71 imprese vede il settore crescere di +4,4%.

In Italia. Milano è prima con 5 mila imprese e 38 mila addetti, seguita da Roma con quasi 4 mila aziende e 7 mila addetti, Torino con oltre mille imprese e 11 mila addetti, Napoli con oltre mille imprese e circa 2 mila addetti, Brescia con quasi mille aziende e più di mille addetti. Tra le prime, crescono Napoli e Brescia, rispettivamente +7,2% e + 2,6% in un anno.

“Il settore comunicazione è particolarmente ricco di aziende e concentrato a Milano, nel quadro nazionale – spiega Beatrice Zanolini, consigliere della Camera di commercio di Milano Monza Brianza e Lodi -. Si tratta di una comunicazione che punta sempre di più su web e social, oltre agli strumenti tradizionali, dai media alla pubblicità, dai materiali stampati agli eventi organizzati, anche in questi giorni di campagna elettorale”.

Architettura e design, a Brescia le imprese sono 1637

in Economia/Edilizia/Tendenze by

Architettura e design, per imprese Milano concentra 3,5 miliardi di fatturato, che arrivano a 5 includendo Monza, quasi 12 mila addetti che raddoppiano con la Brianza, 3.548 imprese che diventano circa 6 mila. Cresce la concentrazione del settore legno e arredo a Milano negli ultimi cinque anni: + 3,3% le 3.548 imprese grazie ai designer specializzati (+19,5%, rispetto a un dato lombardo e italiano intorno al + 10%). Un quadro di crescita, secondo i dati della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi al terzo trimestre 2017, anche negli scambi. Boom dell’export milanese in un anno, + 24%, che tocca i 263 milioni, posizionandosi sesta nella classifica nazionale dell’export, dopo Treviso, Monza, Pordenone, Como, Udine.

Architettura, mobili e design in Lombardia. Sono 14 mila le imprese in Lombardia, 56 mila gli addetti e 8,7 miliardi di business,. In Italia sono 73 mila le imprese, 260 mila gli addetti e 29 miliardi gli affari del settore. Milano concentra 3,5 miliardi di fatturato, che arrivano a 5,3 includendo Monza e Lodi, quasi 12 mila addetti che raddoppiano a 24 mila con anche Monza e Lodi, 3.548 imprese che diventano 6.159 con Monza e Lodi. Un settore orientato all’estero con 3 miliardi di scambi in un anno per la Lombardia su un totale italiano di circa 12.

In Lombardia. Dopo Milano (3548) e Monza (2446), ci sono per imprese Como (1795), Brescia (1637), Bergamo (1623). Per addetti dopo Monza (12103), Milano (11586) ci sono Como (8.800), Bergamo (6546), Brescia (5723).

Import – export di arredo nei primi sei mesi del 2017. La Lombardia esporta 1,6 miliardi nel settore legno – arredo su un totale nazionale di 5,7 miliardi. Prima Monza (455 milioni), poi Como (367 milioni), Milano (263 milioni), Brescia (136 milioni), Bergamo (111 milioni). Dopo Milano con +24% in un anno, crescono Pavia (+17%, 18 milioni), Varese (+12%, 44 milioni).

 

Internazionalizzazione nei mercati strategici: le imprese dicono sì

in Economia/Export/Istituzioni/Regione by
Imprese all'estero

Si è conclusa con soddisfazione per l’81,9 per cento delle imprese lombarde coinvolte la prima esperienza del programma regionale “Percorsi di internazionalizzazione in mercati strategici per il sistema economico lombardo”, promossa da Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia, per un investimento regionale di circa 1,2 milioni di euro e che ha portato da settembre 2016 a dicembre 2017 gli imprenditori lombardi in Iran, Marocco, Stati Uniti, Kazakhstan, Argentina, Cina, Vietnam, Canada, Kenya e Sud Africa.

Sono state 178 le realtà imprenditoriali che hanno preso parte a questo percorso formativo e di accompagnamento per affrontare strategicamente i mercati esteri. Imprese soprattutto della provincia di Milano e di quella di Monza e Brianza: queste due aree da sole rappresentano, infatti, il 48% delle aderenti. Seguono quelle in provincia di Bergamo con il 12%, di Brescia e di Varese con il 9%, di Como con il 6%, di Lodi con il 5%, mentre le altre con percentuali minori.

I settori più coinvolti sono stati quello della Meccanica (33%), del Design-Arredo (25%), seguiti da Agroalimentare e agroindustria (11%), Ambiente, energia e sviluppo sostenibile (8%), Infrastrutture e costruzioni (7%), Farmaceutico, chimico e cosmesi (6%).

UN VOLANO PER IL BUSINESS

Al termine dell’esperienza è stato realizzato un sondaggio conclusivo per valutare l’efficacia del percorso, dal quale è emerso che per il 26 per cento delle imprese il maggior beneficio dalla partecipazione al programma è consistito nella conoscenza e scoperta di nuovi mercati altrimenti non raggiungibili, per il 24 per cento nello sviluppo di un network di contatti utili, per il 13 per cento nell’attivazione di concrete opportunità di business, per il 9,1 per cento nell’incontro con nuove realtà, per il 5,2 per cento nel potenziamento della visibilità e per altrettanti imprenditori nell’incontro con player strategici.

Si può dire riuscita la capacità del programma di fare da volano per l’avvio di un percorso di reale crescita internazionale: il 59,7 per cento del campione intervistato dichiara di essersi portato a casa nuove opportunità di business e contatti utili e l’11,7 per cento di avere acquisito maggiori conoscenze teoriche e indirizzi strategici per l’internazionalizzazione. L’impostazione b2b del programma ha rappresentato concretamente un’occasione di business per il 72,7 per cento delle imprese.

L’OFFERTA FORMATIVA

Per quanto riguarda le aree tematiche su cui si è concentrata l’offerta formativa, il 58,4 per cento del campione dichiara di avere migliorato le proprie competenze sui mercati internazionali, il 29,9 per cento sul marketing internazionale per le pmi, il 20,8 per cento su come presentare la propria azienda, il 14,3 per cento sulle strategie di investimento sui mercati esteri e il 13 per cento sugli assetti organizzativi per l’internazionalizzazione. Viene però segnalata l’esigenza di declinare le informazioni in maniera più specifica per i singoli settori.

MISSIONI ALL’ESTERO, UN’ESPERIENZA DA RIPETERE

Per il futuro le imprese suggeriscono un ulteriore sforzo nella selezione dei contatti esteri in loco e un maggiore supporto nella fase di follow up. In ogni caso per l’89,7 per cento degli intervistati le missioni all’estero sono un’esperienza da replicare in futuro.

Regione Lombardia intanto è già al lavoro per una nuova edizione del programma arricchito dai preziosi suggerimenti emersi dall’esperienza positiva che si appena conclusa e con la previsione di servizi aggiuntivi per le imprese che intendono aprirsi strutturalmente all’internazionalizzazione.

Ciclo rialzista dei prezzi dell’acciaio: la visione degli operatori

in Acciaio/Economia by

«I prezzi delle materie siderurgiche prime basilari, quali minerale di ferro e carbone da coke, si muovono al rialzo in modo equilibrato, sostenuti anche dalla debolezza del dollaro, orientando nello stesso senso la ghisa e i coils. Dopo le ampie ondate rialziste del 2016 e del 2017, i prezzi dei coils si prospettano in via di stabilizzazione, essendosi riposizionati al rialzo con aumenti compresi tra il 130 e il 140% rispetto ai minimi d’inizio 2016».

E’ la fotografia del mercato siderurgico che è stata scattata da Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst di siderweb, durante il convegno “Mercato dell’acciaio: le tendenze dei prezzi nel 2018”, che si  tenuto nel pomeriggio di oggi a Brescia, nella sede e con il sostegno di UBI Banca.
In campo elettro-siderurgico, Fornasini ha rimarcato come le quotazioni del rottame rallentino la propria marcia rialzista, senza però compromettere «il canale ascendente che guida i prezzi da oltre 2 anni. Ora la situazione appare in via di relativa normalizzazione, ma sarà molto difficile rivedere i livelli del primo semestre 2016».
Il suo intervento ha introdotto la seconda parte del pomeriggio di lavori, dedicata a una tavola rotonda alla quale hanno partecipato Angelo Baronchelli (presidente Gruppo AB), Antonio Gozzi (presidente Federacciai), Rita Paesan (responsabile commerciale MPL) e Tommaso Sandrini (presidente Assofermet Acciai).
Ad aprire il confronto è stato il presidente di Federacciai: siamo di fronte a un «ciclo nuovamente rialzista delle materie prime. Una tendenza così forte che è stata capace di riassorbire nell’ultimo anno una serie di incertezze geopolitiche ed economiche abbastanza grave». All’orizzonte, però, c’è l’incognita della possibile applicazione di dazi sull’acciaio da parte degli USA, che secondo Gozzi «rischiano di fare aumentare ancora di più i prezzi interni. Infatti c’è molta preoccupazione nel downstream. Vedremo quali ripercussioni avrà sul resto del mondo. In questo momento – ha concluso Gozzi – dobbiamo essere vigili in Europa per evitare che i 13-15 milioni di tonnellate che non andrebbero più negli USA si riversino in Ue, che resta il mercato più aperto del mondo».
Proprio la variabile prezzo sarebbe oggi da gestire in modo oculato, sia da parte di «noi distributori che dei clienti a valle» ha dichiarato Tommaso Sandrini, presidente di Assofermet Acciai. «La situazione è di equilibrio tra domanda e offerta, caratterizzata da richieste dei clienti toniche. Assistiamo a un allungamento del magazzino delle acciaierie, a magazzini con stock bassi, a una buona richiesta di materiale. E in un contesto in cui la regionalizzazione dei prezzi è un dato di fatto, il gap delle quotazioni nel Nord e Sud Europa si va assottigliando sempre di più».
Sulla Section 232, oggi ci sono molte incognite: «La mia maggior preoccupazione – ha detto Sandrini – è legata alle possibili dinamiche di reazione e contro reazione. L’effetto dazi potrebbe innescare aumenti di prezzo che penalizzerebbero gli stessi player americani».
A completare il confronto è stato il punto di vista di due utilizzatori di acciaio. Secondo Rita Paesan, direttore commerciale di MPL, «è fondamentale, ma non facile trasferire a valle gli aumenti di prezzo, che nella seconda parte del 2017 sono stati considerevoli e improvvisi, per via dell’ampiezza temporale delle commesse. Il nostro settore, quello delle costruzioni – ha concluso – è tra quelli che soffrono maggiormente e da più tempo. Ci auguriamo che la tendenza all’aumento dei volumi abbia un effetto traino su costruzioni ed edilizia».
«I nostri sono contratti di lungo periodo – ha aggiunto Angelo Baronchelli, presidente del Gruppo AB -. La commessa si prende oggi e si consegna dopo due anni. Il rischio legato alle fluttuazioni di prezzo è tutto a nostro carico e talvolta fatichiamo a farci riconoscere quell’extra valore. Se si vuole operare sul mercato, la marginalità arriva nel tempo».

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