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Dicembre 2017 - page 3

Agenzie di viaggio, dopo Milano c’è Brescia: sono 287

in Economia/Evidenza/Turismo by
Agenzie di viaggio a Brescia e provincia

Per il ponte di Sant’Ambrogio milanesi in partenza con viaggi organizzati, buone le prenotazioni per quasi la metà degli operatori con prenotazioni in lieve crescita rispetto ai periodi normali. Un settore che conta oltre mille agenzie con un business annuale da 1,3 miliardi, circa 25 milioni di affari nella settimana di S. Ambrogio. Un quadro di settore per questi giorni realizzato da Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi e Fiavet Lombardia (Confcommercio Milano). Durerà una settimana, da 5 a 7 giorni per quattro operatori su dieci e per il 12% durerà oltre una settimana, con una spesa di oltre duemila euro in un caso su tre.

Roma, Firenze e la neve del Trentino sono le tre mete principali per chi resta in Italia. Caraibi, Maldive e mari internazionali, Londra, Vienna, Berlino, Madrid e  capitali europee le scelte all’estero. Mete principali: città d’arte (per cinque su dieci) e mare all’estero (per due su dieci). In sette casi su dieci viaggiano le coppie, soprattutto marito e moglie e fidanzati. Business in aumento. Per un operatore su due gli affari sono aumentati in questi giorni di ponte rispetto al resto dell’anno e per quasi la metà delle agenzie il mese di dicembre pesa un quinto di tutto l’anno.

Servizi turistici, tra agenzie di viaggio e tour operator la Lombardia concentra il settore in Italia. In regione ci sono oltre 2.400 imprese con 9.160 addetti e 1,85 miliardi di fatturato. Il dato italiano è di 15.697 imprese con 45 mila addetti e un business da 7,5 miliardi. A Milano ci sono oltre mille imprese con 5899 addetti e 1,3 miliardi di affari.

Le imprese di servizi turistici in Lombardia. Sono oltre 2.400 le imprese in Lombardia che si occupano di organizzare viaggi e di assistenza turistica, una su sei del totale italiano di settore. Un settore stabile tra 2016 e 2017 che a Milano tocca quota 1.115 imprese.  Vengono poi Brescia con 287 imprese (un numero che conferma anche i buoni dati sul turismo incoming nel Bresciano), Bergamo con 212, Varese con 170 e Monza e Brianza con 168. In un anno cresce soprattutto Como (+4%). Emerge da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi sui dati del registro imprese al 2017 e 2016.

Le imprese di servizi turistici in Italia. Sono 15.697 le imprese del settore attive a livello nazionale. Roma è prima con 2.018 attività (+2,9% in un anno, +10% in cinque), seguita da Milano con 1.115 imprese e Napoli con oltre 1.000 (+1%). Poi ci sono Torino, Firenze e Bari. Milano è prima per addetti, 5.899 rispetto ai 5.323 di Roma.

Industria 4.0: bene gli incentivi ma… le dimensioni contano

in Api/Associazioni di categoria/Economia/Tendenze by
La presentazione dei dati nella sede di Apindustria Brescia

L’indagine del Centro studi di Apindustria su una campione di aziende associate. Sivieri: «Percorso positivo: chi investe in macchinari lo fa anche in formazione»

Due imprese su tre hanno fatto investimenti nell’ultimo anno ma solo il 27% in investimenti attinenti il Piano 4.0. In ben sei casi su dieci chi ha investito non rientra nelle possibilità di sgravio fiscale previste dalla legge. È questo quanto emerge dall’indagine realizzata dal Centro Studi di Apindustria Brescia attraverso un questionario sottoposto a metà novembre a un campione di 100 imprese associate (per metà del campione metalmeccaniche e per oltre l’80% con un numero inferiore ai 50 addetti).

Obiettivo della ricerca, in concomitanza con la discussione e l’imminente approvazione della legge di Bilancio 2018 che contiene misure dedicate all’innovazione, è valutare gli effetti fino ad oggi del cosiddetto Piano Industria 4.0 sulle realtà aziendali di piccole e medie dimensioni. In merito agli investimenti fatti, si osserva una forbice: tra chi non ha investito (il 34% del campione) risalta infatti quel 48% di rispondenti secondo i quali «la mia azienda non necessita di investimenti»; al contrario, chi ha fatto investimenti nel Piano Industria 4.0 (il 27% del campione) in oltre quattro casi su dieci (42%) lo ha fatto «per rendere tecnologica la mia azienda», e questo indipendentemente dall’agevolazione fiscale in quanto ritiene che l’azienda richieda sempre di essere mantenuta ad un alto livello tecnologico.

Per il 2018 il 66% del campione ha in programma nuovi investimenti, in sei casi su dieci dei quali attinenti il Piano Industria 4.0. Il 61% degli intervistati si dichiara interessato alla proroga del Piano. Di particolare interesse il giudizio sul Piano in relazione alle Pmi: l’84% del campione afferma che può servire anche alle imprese di piccole e medie dimensioni, ma la dimensione conta parecchio, nel senso che l’eccessiva complessità dei requisiti per rientrare nel Piano (26%) o il fatto che esso sia considerato maggiormente rivolto ad imprese di medie o grandi dimensioni (21%) sono considerati fattori penalizzanti per le imprese meno strutturate e di minori dimensioni.

La seconda parte della ricerca ha indagato la relazione tra innovazione e formazione del personale, anche alla luce del fatto che nella proroga degli incentivi previsti nella Legge di Bilancio 2018 ci sono risorse appositamente dedicate in tale direzione. A tale riguardo, come osserva l’indagine, «la formazione volontaria del personale rappresenta una necessità non rilevata dal 44% dei rispondenti, contro il 36% di imprese che hanno svolto corsi – tramite formatori interni o esterni». Nel 17% degli intervistati, i corsi in programma si realizzeranno entro il primo semestre 2018. I destinatari sono nel 10% dei casi i nuovi assunti, nel 18% i dipendenti con meno di 50 anni, nel 71% tutti i dipendenti, indipendentemente dall’età o dall’anzianità in azienda. Sei aziende su 10 hanno comunque intenzione di usufruire del bonus formazione 4.0. Il 62% delle imprese intervistate ritiene che le risorse umane che sta selezionando o selezionerà nel 2018 avranno già competenze in ambito tecnologico, necessarie per interagire con sistemi aziendali più complessi; per il 38% dei rispondenti, al contrario, sarà necessario intervenire per colmare il gap di conoscenza.

«Dall’indagine emerge un giudizio sostanzialmente positivo del Piano Industria 4.0 e degli incentivi per l’innovazione, anche se giudicati talvolta più mirati alle imprese medio grandi – afferma Douglas Sivieri, presidente di Apindustria Brescia -. Interessante il fatto che chi sta usufruendo degli incentivi stia puntando molto anche sulla formazione degli addetti, legame sempre più fondamentale per una crescita aziendale sana».

Preoccupa quel 34% di imprese che non ha fatto investimenti: «In non pochi casi questo accade per mancanza di liquidità o a causa di perdite realizzate dall’azienda – osserva Sivieri -. Sono numeri che si collegano ad altre ricerche fatte dal nostro Centro Studi, dalle quali emerge che nonostante la ripresa sia sempre più consolidata, ci sia ancora un nucleo consistente di imprese, intorno al 20%, in grossa difficoltà».

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