Magazine di informazione economica di Brescia e Provincia

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Maggio 2017 - page 3

Beretta, maxicommessa araba: 10mila pistole ai corpi speciali dell’Oman

in Armi/Aziende/Beretta/Economia/Export by
Pistola Beretta 92FS

Nuovo colpo estero per il gruppo Beretta di Gardone Valtrompia. La storica fabbrica d’armi bresciana, infatti, si è aggiudicata una commessa per la fornitura di pistole 92FS destinate ai corpi speciali dell’esercito dell’Oman (stato asiatico situato nella penisola arabica). La fornitura prevede l’invio di 4mila pezzi subito e altri 6mila entro settembre, per un valore di circa 10 milioni di euro. Ma in ballo c’è ancora una fornitura complessiva che potrebbe arrivare a ben 70mila pistole.

La nuova commessa arriva a breve distanza da quella del Governo argentino per la produzione su licenza dei fucili d’assalto Arx 200 e delle pistole Px 4 (150 mila esemplari destinati alle forze armate). E da quella con la Polonia per e i fucili di precisione della controllata Sako (modello Trg M-10).

Franco Gnutti Holding, il fatturato vola a 200 milioni

in Aziende/Bilanci/Economia/Franco Gnutti Holding Fgh by
Il Cda di Franco Gnutti Holding

Fatturato da record per la Franco Gnutti Holding di Mazzano, che nel 2016 ha chiuso i conti con ricavi per 198,685 milioni di euro (+4,1%) e utili pari a 4,615 milioni di euro (2,592 milioni dodici mesi prima). Gli investimenti, invece, sfiorano i 14 milioni di euro, di cui quasi 3 per l’aumento di capitale dell’allora Banco Popolare, ora Banco BPM (di cui FGH è tra i principali azionisti privati)  .
La Fgh controlla diveerse società. La principale è la Fidelitas, controllata all’85 per cento, che ha chiuso il fatturato dello scorso anno con 101,156 mln di euro (+8,2%) e utile netto più che raddoppiato a 2,838 mln di euro. Nel metallurgico, invece, la holding controlla il 100 per cento dellaService Metal Company srl, che registra vendite superiori ai 57 mln di euro (in calo del 4,3%), ma un risultato finale in rosso per 690.871 euro. Menter nel turismo la Franco Gnutti detiene il 50,19 per cento di Terme di Sirmione spa (38,466 mln, più 14 per cento) e Bogliaco Golf Resort srl che gestisce lo storico golf creato nel 1912. La Franco Gnutti, infine, detiene il 24,99% della Eredi Gnutti Metalli spa di Brescia, con cui però è aperto un contenzioso molto duro.

I dipendenti complessivi del gruppo sono 2.282. Il Cda è presieduto da Giacomo Gnutti (è anche amministratore delegato come Marina Gnutti Premoli) e completato da Marco Bonometti (leader Aib), Giuseppe Ciocca, Magda Gnutti Ciocca, Alessandra Gnutti Gamba, Francesco Premoli e Franco Marelli (consigliere delegato).

Imprenditori stranieri a Brescia: ecco i dati della Camera di commercio

in Associazioni di categoria/Camera di commercio/Economia/Tendenze by

Sono 13.016 e rappresentano circa l’11% del totale – a fine 2016 – le imprese straniere iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio di Brescia. E’ quanto emerge da una ricerca effettuata dall’Ufficio Studi e Statistica dell’Ente Camerale di Via Einaudi, che certifica, quindi, che più di una impresa su dieci presenti nel territorio bresciano è straniera.

La ricerca evidenzia poi come, negli ultimi dodici mesi, le imprese straniere a Brescia siano cresciute dello 0,8%, confermando un trend positivo, che si registra ormai da sei anni. Complessivamente, infatti, rispetto al 2011, l’aumento è stato del 14,3%, in contro tendenza rispetto alla totalità delle imprese, che hanno mantenuto una dinamica decrescente (-1,8% nell’ultimo anno e -2,4% negli ultimi sei anni).

L’età media degli imprenditori stranieri è di 42 anni, mediamente più bassa degli italiani operanti nella provincia di Brescia di oltre 8 anni.

Il 76,6% degli imprenditori stranieri sono maschi, anche se la crescita dell’imprenditoria straniera degli ultimi anni è stata sostenuta da una maggiore partecipazione femminile. Le imprenditrici straniere titolari di impresa sono infatti cresciute del 23,9% nel periodo 2011-2016.

L’impresa individuale è la forma giuridica prevalentemente scelta dagli stranieri: a fine 2016 erano 9.787 e rappresentavano il 75,2% del totale. Nell’ultimo anno le stesse imprese individuali segnano però arretramenti (-0,2%) ed aumentano, invece, le società di capitali (+9,2%). Rispetto al 2011 le società di capitali straniere sono aumentate del 52%, mentre le imprese individuali sono cresciute dell’11,8%.

“Anche se la ditta individuale continua ad essere la forma di gestione più diffusa – commenta il Segretario Generale della Camera di Commercio, Massimo Ziletti – si registra, negli ultimi anni, una tendenza che vede gli imprenditori stranieri sempre più organizzati, con forme di gestione più strutturate come le società di capitali, segno di una costante crescita della capacità imprenditoriale”.

L’attività prevalentemente esercitata dalle imprese straniere resta il commercio. Si tratta, in particolare, di commercio al dettaglio (quale il commercio ambulante di prodotti tessili, abbigliamento e calzature ed il commercio ambulante di altri prodotti). Segue il settore delle costruzioni (nell’ambito di tale comparto le attività prevalentemente svolte sono i lavori di costruzione specializzati). Entrambi questi settori assorbono il 49% delle imprese straniere. Importanti sono anche i settori manifatturiero ed i servizi di ristorazione.

Tra gli imprenditori individuali, l’84% proviene dai paesi Extra UE, mentre il restante 16% è di origine comunitaria. Gli imprenditori provenienti da Cina, Marocco, Romania e Pakistan rappresentano le quattro nazionalità principali e comprendono più del 40% del totale.

Cinesi, nigeriani e tunisini sono quelli che hanno una maggiore vocazione imprenditoriale. Su 5 cinesi residenti 1 è titolare di un’impresa individuale, mentre il 17,7% dei nigeriani ed il 12,4% dei tunisini residenti fa impresa individualmente. Seguono gli egiziani (9,4%), i pakistani (7,9%) ed i senegalesi (7,8%).

La maggioranza degli imprenditori marocchini, senegalesi e nigeriani operano nel commercio al dettaglio ambulante. Rumeni, albanesi e tunisini si occupano di lavori di costruzioni specializzati o di costruzioni di edifici; la ristorazione è la specializzazione degli egiziani. I cinesi operano nella confezione di articoli di abbigliamento, nel commercio al dettaglio e nella ristorazione. Pakistani e indiani si occupano di attività di supporto per le funzioni d’ufficio e altri servizi di supporto alle imprese.

Metalleghe, fatturato in crescita del 42 per cento

in Acciaio/Aziende/Bilanci/Commercio/Economia/Metalleghe by
Metalleghe di Flero

Altra annata buona per la Metalleghe di Flero. L’azienda presieduta da Guido Dusi, infatti, ha chiuso i conti del 2017 con un fatturato passato da 158 a 224 milioni di euro: una crescita di ben il 42 per cento, dovuta soprattutto al consolidamento della partecipazione detenuta nella Forsteel srl di Offlaga. Il margine operativo lordo – secondo quanto scritto da Bresciaoggi e riferito da BsNews.it – si attesta su 10,456 milioni di euro (era di 14,203 mln), mentre il reddito operativo a 7,703 mln (10,262 mln in precedenza), i profitti passano da 7,348 mln (6,991 mln di pertinenza) a 1,378 mln, di cui 0,518 mln di competenza. In crescita i dipendenti, passati da 396 a 422.

L’azienda che si occupa di commercializzazione e lavorazione di additivi per acciaieria e fonderia (oltre che nella produzione e vendita di leghe a base silicea e di fusioni di rame per i circuiti di raffreddamento per forni industriali) nel 2016 ha avviato un nuovo impianto per la produzione di silicio metallico in Bosnia e acquisito il 40% del capitale della Az Tech srl di Racconigi (Cuneo).

Regione Lombardia lancia il concorso Imprese di Valore

in Associazioni di categoria/Bandi/Camera di commercio/Economia/Mauro Parolini/Personaggi by

“Troppo spesso le storie di successo non fanno rumore e la retorica della crisi economica nasconde casi di eccellenza che il sistema produttivo lombardo continua ad affermare. Per questo abbiamo sostenuto e finanziato questo concorso, perché vogliamo raccontare e premiare il valore che le imprese creano in Lombardia ogni giorno, esempi di buone pratiche che sono simbolo di speranza”. È quanto ha dichiarato stamane l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mauro Parolini annunciando la pubblicazione del concorso Imprese di Valore, l’iniziativa di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia per premiare le migliori realtà del territorio.

“Imprese di Valore – ha spiegato Parolini – nasce con l’obiettivo di valorizzare le idee vincenti che hanno permesso alle imprese di compiere un significativo progresso, di meglio posizionarsi sul mercato di riferimento rispetto ai concorrenti e di promuovere quelle buone prassi aziendali in grado di stimolare innovazione, competitività e nuove progetti sul territorio”.

“Il saper fare lombardo e la laboriosità sono elementi unici della nostra identità e dell’attrattività della nostra regione nel mondo, che – ha sottolineato infine l’assessore – meritano di essere portati alla luce, soprattutto in questo momento in cui si intravedono segnali di crescita e si sente il bisogno, anche nell’impresa, di rimettere al centro il merito con l’uomo e la sua capacità di evolvere”.

“Con oltre 800 mila imprese attive in Lombardia c’è il rischio che alcune delle più esaltanti esperienze imprenditoriali non siano sufficientemente valorizzate e conosciute – ha commentato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – anche se la loro divulgazione è estremamente importante per dare fiducia a tutte le imprese che giornalmente si confrontano con la necessità di evolvere in un contesto di mercato ed economico non facile. A questo serve il premio: ridare orgoglio a tutte le categorie produttive e gli imprenditori capaci di innovare e reinventarsi con successo”.

I PREMI – In palio 210 mila euro di montepremi complessivo suddiviso in 23 premi: dai 15 mila euro per i primi 3 tre classificati ai 5 mila euro per le aziende che si aggiudicheranno gli ultimi 9 premi. La valutazione delle candidature e l’assegnazione dei premi spetterà a una Giuria composta da rappresentanti di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia a cui potranno aggiungersi anche esperti del mondo accademico e imprenditoriale.

DESTINATARI – Imprese di Valore è rivolto alle aziende che operano in diversi settori del mondo imprenditoriale: commercio, industria, artigianato, servizi e turismo. Ogni impresa, nel completare la propria domanda di ammissione al concorso, dovrà descrivere la propria buona prassi: quell’idea vincente che le ha permesso di distinguersi nel proprio mercato, gli obiettivi raggiunti e l’originalità di un modus operandi che si traduce in vantaggio competitivo.

CANDIDATURE – Le candidature dovranno essere presentate allo Sportello Virtuale servizionline di Unioncamere Lombardia: http://servizionline.lom.camcom.it/front-rol/ . Per ulteriori informazioni il Regolamento del concorso è disponibile sui siti di Regione Lombardia e Unioncamere Lombardia.

Streparava, nel bilancio il miglior risultato netto di sempre

in Aziende/Bilanci/Economia/Meccanica/Streparava by

Utile in forte crescita oltre i 9 milioni di euro per il Gruppo Streparava di Adro, specializzato nella produzione di componenti per l’automotive (sistemi sospensione e powertrain).

Questa mattina il presidente, Pier Luigi Streparava, e l’amministratore delegato e direttore generale, Paolo Streparava hanno presentato i conti del Gruppo, cui fanno capo anche i siti produttivi in Spagna, India, Brasile (Streparava Componentes automotivos fuori dal perimetro del bilancio consolidato: 16 milioni di euro di fatturato nel 2016 e 45 dipendenti), e la Borroni Powertrain di Saronno.

Il fatturato consolidato è cresciuto nel 2016 superando i 159 milioni di euro dai 153 dell’esercizio precedente. Cresce pure la dinamica dell’Ebitda (margine operativo lordo) a quota 9,96% (8,64% nel 2015). Ottime la performance dell’utile di Gruppo, che si attesta 9,176 milioni a fronte dei 3,7 milioni del 2015.

“Chiudiamo il 2016 con il miglior risultato netto di sempre in 65 anni di attività e con una redditività che ormai è tornata ai livelli pre-crisi del 2007 – sottolineano Pier Luigi e Paolo Streparava – Nel triennio 2017-2019 prevediamo investimenti per circa 25 milioni destinati all’acquisto di impianti e macchinari. Inoltre abbiamo già importanti commesse da AMG, produttore di sospensioni, e Magneti Marelli, per la realizzazione di corpi pompa per motori benzina”.

Il Gruppo prevede quindi ricavi stabili per il 2017, intorno ai 160 milioni, e un’ulteriore crescita del numero di dipendenti, passati dai 607 del 2015 ai 700 del 2016 per superare quota 760 nell’anno in corso. Dipendenti a beneficio dei quali sono stati attivati numerosi strumenti di welfare aziendale, raccolti nel primo Report di Sostenibilità 2016.

Da tempo poi il Gruppo Streparava punta sull’organizzazione lean, per la quale è stato attivato un importante progetto di formazione rivolto sia al livello produttivo sia a quello manageriale con l’obiettivo di ottimizzare i flussi e ridurre gli sprechi, con il risultato per esempio di diminuire il valore del magazzino di 4 milioni (da 20mln nel 2015 a 16mln nel 2016) grazie a processi più efficienti.

Puntare sull’organizzazione lean, infine, ha avuto ricadute molto positive anche sulla sicurezza, con un’ulteriore riduzione degli infortuni.

Grande distribuzione, Rolfi: niente aiuti ai centri commerciali lombardi

in Commercio/Economia/Evidenza/Istituzioni/Regione by

Nell’ambito degli accordi di attrattività previsti dalla Legge sulla Semplificazione di Regione Lombardia è stato approvato un emendamento della Lega Nord sulla grande distribuzione, con primo firmatario Fabio Rolfi, vice capogruppo del Carroccio al Pirellone.

 “Il nuovo strumento di sostegno – spiega Fabio Rolfi – previsto dalla Legge di Semplificazione per finanziare l’insediamento e ampliamento di imprese manifatturiere o di servizi in Lombardia, sarà precluso alla grande distribuzione. Questo è il contenuto di un emendamento della Lega Nord, con il sottoscritto come primo firmatario, che esclude l’ammissibilità delle grandi strutture di vendita ai finanziamenti previsti dai bandi regionali in materia di attrattività.

Abbiamo posto in essere questa modifica – prosegue l’esponente del Carroccio – in perfetta coerenza con la linea portata avanti dal nostro Movimento sin dall’inizio della legislatura. La moratoria sui centri commerciali e successivamente la legge di consumo del suolo, rientrano proprio nell’azione di disincentivo di realizzazione di nuovi centri commerciali su un territorio regionale che è già fin troppo saturo e dove non servono altre superfici per la grande distribuzione.  

Nell’ambito degli accordi per l’attrattività quindi, le grandi strutture di vendita – conclude Fabio Rolfi – non potranno beneficiare degli incentivi legati a questi accordi.”

I motivi che causano il fallimento delle Startup digitali nella Lombardia Orientale – La Survey di Innovation Club

in Economia/Innovation club/Partner 2/Rubriche/Startup by

Da una recente analisi realizzata da Innovation Club  si evidenzia che sul territorio della Lombardia Orientale (Province di Bergamo, Brescia, Mantova e Cremona) dal 2013 ad oggi sono nate 261 Startup innovative che hanno un focus su “servizi digitali”. Questo elenco comprende sia realtà che forniscono servizi innovativi al pubblico sia che realizzano servizi B2B.

Oggi 4 anni dopo il 45% di queste Startup è stato messo in liquidazione. E’ una percentuale di insuccesso alta ma comunque minore della media nazionale che si attesta intorno al 55%. Molti imprenditori di queste Startup sono non giovani alla prima esperienza ma professionisti che conoscono molto bene il mondo della tecnologia e magari in tante altre esperienze hanno ottenuto risultati importanti e riconosciuti. Abbiamo nell’ultimo mese incontrato alcuni di questi e raccolto le loro impressioni.

Ringraziamo molto chi ha fatto con noi queste conversazioni. A nessuno fa piacere parlare di un’iniziativa non andata secondo le aspettative ma da anche da esperienze di questo tipo si ricavano indicazioni molto importanti.  La storia dimostra che i più grandi startupper, coloro che hanno realizzato le iniziative di maggior successo, sono partiti quasi sempre da dei progetti non riusciti. Il mondo degli incubatori, acceleratori e degli eventi sull’innovazione tendono spesso a raccontare con enfasi le storie di successo mentre e non si offre a volte la giusta evidenza a queste riflessioni preziose per tutti.

Ecco una lista dei sette principali motivi di insuccesso di una startup lombarda e qualche suggerimento per cercare di superare queste problematiche: 

1. La mancata individuazione del modello di business.

ll principale fattore di crisi di una startup è legato al disallineamento tra il modello di business che l’imprenditore ha in mente ed il mercato. Ideare un modello di business è apparentemente molto semplice ma la capacità di operare su tutte le sfumature che lo rendono un successo non è affatto banale. Se una marca importante investe centinaia di migliaia di euro nelle analisi “pre-birth” per il lancio di un prodotto e un servizio vuol dire che nulla si può improvvisare. Posto che non si potrà mai avere tutto sotto controllo approcciare il proprio modello di business in modo flessibile è molto importante per attenuare questo elemento di complessità.

2. I litigi tra soci operativi e finanziari. 

All’interno di una “garage start-up” spesso identifichiamo dei soci che hanno operativamente sviluppato il progetto e coloro che hanno aiutato a nascere il progetto portando o trovando le prime risorse. Le maggiori conflittualità si verificano quando i secondi non comprendendo al pieno le dinamiche evolutive del progetto si sentono estraniati dallo spesso facendolo nascere dubbi. Famoso è il caso di Facebook dove il socio operativo Zuckerberg ha pesantemente contrastato il socio finanziario Eduardo Luiz Saverin. La storia è stata descritta nel famoso film “The Social Network”. Per questa ragione è fondamentale che i tutti soci anche quelli finanziatori siano l più possibile coinvolti e consapevoli dell’iniziativa imprenditoriale.

3. L’iniziativa è approcciata come un progetto e non come un’impresa. 

Nell’antichità i condottieri per conquistare un’isola facevano bruciare le navi per impedire ai propri soldati la fuga in modo che nella battaglia fossero il più possibile concentrati e non vedessero altre possibilità se non la vittoria o la morte. Si tratta ovviamente una metafora da prendere “cum grano salis” tuttavia capita spesso di trovare giovani e meno giovani che approcciano un’idea imprenditoriale anche buona in modo non completamente focalizzato perchè fanno contemporaneamente altre attività. Questo crea indubbiamente molti effetti collaterali perchè in tal caso si non tratta di un’impresa ma di un progetto magari come tanti altri “che può andare bene ma se non va bene pazienza”. Nulla di male che ci siano imprenditori soci contemporaneamente in tante iniziative per realizzare un portfolio diversificato ma è importante che ogni iniziativa abbia dei protagonisti che “hanno bruciato le loro navi”.

4. La sottovalutazione dei costi di promozione di un progetto.

Spesso quando si realizza un progetto digitale ci si concentra sulla parte di sviluppo informatico dimenticando o sottovalutando la variabile della promozione. Non è troppo complesso una volta definite le specifiche di un’app o un sistema web realizzarlo con un investimento che ha un ritorno visibile. Si è costretti invece ad uscire dalla “zona di comfort” quando bisogna scegliere come investire sui vari canali ed i risultati sono molto incerti. Quindi si tende istintivamente a concentrarsi sulle attività di sviluppo rispetto a quelle di promozione. Bisogna dare la giusta rilevanza a questa attività.

5. Difficoltà nel trovare le “persone giuste”.

Decidere di lavorare in un’azienda nascente è una scelta non semplice per una persona di qualità.  Infatti lavorare in una Startup può essere una fonte di rischio e preoccupazione perchè bisogna operare in un contesto per sua natura destrutturato.  Conseguenza di tutto ciò è che gran parte dell’ecosistema delle startup italiane si poggia su collaborazioni a progetto e “professionisti a partita” iva magari bravissimi ma spesso poco fidelizzati. Queste persone si limitano ad eseguire un compito quando il contesto richiederebbe di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Per un imprenditore trovare le persone giuste è il principale problema che lo costringe a creare l’azienda solo intorno a se stesso limitando così lo sviluppo della stessa. Posto che lavorare in una startup è rischioso bisogna prospettare un chiaro ritorno economico per i collaboratori perchè contribuiscano in modo determinante al successo dell’iniziativa.

6. Creare un logo ma non costruire un “brand”

Molto spesso una startup nascente lavora sul brand in modo semplicemente “grafico” non identificando le motivazioni più profonde della sua esistenza. La maggior parte delle Startup mette al centro della propria comunicazione “cosa” fa, lo fa seguire da “come” lo fa, e infine, talvolta, ma non sempre, dichiara “perché” lo fa.  Il modello sviluppato da Simon Sinek nel celebre libro “Start with Why” suggerisce al fine di avere un maggior impatto sul pubblico/interlocutore, di iniziare ogni comunicazione con “perché”, facendolo seguire da come e da cosa. Alla base dell’approccio sviluppato da Sinek vi è l’idea che la gente non “compri” ciò che una persona/azienda fa, bensì “compri” il “motivo” per cui fa quella cosa.

7. Fare in modo grossolano un’analisi della competition

Per quanto possiamo essere bravi o possiamo credere nella nostra idea dobbiamo considerare in un mondo complesso ed interconnesso come è l’attuale la presenza di competitori. Il principale elemento che viene sottovalutato è proprio l’analisi competitiva. Questa analisi è invece uno dei documenti più utili alla concretizzazione di una Startup, molto più convincente di un Business Plan che spesso è “un esercizio” con valori assolutamente ipotetici e prospettici.

Elisa Torchiani eletta presidente della Piccola di Aib

in Aib/Associazioni di categoria/Economia/Evidenza/Nomine by
Elisa Torchiani, Piccola di Aib

Elisa Torchiani è il nuovo presidente del Comitato Piccola Industria di Associazione Industriale Bresciana per il quadriennio 2017-2021. L’elezione questo pomeriggio in sala Beretta, durante l’assemblea annuale degli iscritti, che hanno provveduto a eleggere anche i componenti del Consiglio direttivo del Comitato.

Trentotto anni, sposata, madre di due figli, Elisa Torchiani dal 2005 è amministratore delegato dell’azienda di famiglia, la Torchiani, storica impresa bresciana del comparto chimico fondata nel 1928. In AIB è stata per due mandati membro del Consiglio del Gruppo Giovani e successivamente, per altri due mandati, componente del Direttivo della Piccola Industria.

Al vertice della Piccola AIB, Elisa Torchiani succede a Giancarlo Turati, che ha guidato il Comitato negli ultimi quattro anni, e sarà affiancata da due vice presidenti: Giuliano Baglioni (Automazioni Industriali) e Cristina Volpi (Kore). L’assise di oggi ha eletto anche i componenti del Consiglio direttivo: Alberto Faganelli (Maris), Massimiliano Pasini (Fleming Tecna), Enrico Ravelli (Mec-ma), Julia Righettini (Setrans), Maddalena Nocivelli (S4win).

Completano il Consiglio direttivo Flavio Gandolfi (Bai – Brescia Antincendi International), Piermatteo Ghitti (Barone Pizzini), Matteo Meroni (Mega Italia Media) e Roberto Zini (Farco Group) eletti in occasione dell’ultima assemblea generale di AIB lo scorso ottobre.

“Insieme agli imprenditori che hanno scelto di darmi una mano in questo percorso, guardo al futuro pensando al valore della condivisione, per me fondamentale, con la consapevolezza che il ruolo dell’imprenditore vada promosso, correttamente comunicato al territorio e alle persone che con le aziende si confrontano quotidianamente, senza dimenticare le future generazioni. Il nostro lavoro inizierà ascoltando le esigenze delle imprese, lavorando con e per loro, focalizzando la nostra azione su Industria 4.0 per le pmi, formazione, welfare, rapporti con il territorio e cultura d’impresa”, ha dichiarato Elisa Torchiani durante la parte pubblica dell’assemblea, coordinata da Massimo Tedeschi del Corriere della Sera, alla quale sono intervenuti il prefetto di Brescia, Valerio Valenti, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Mauro Parolini, il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, il presidente di AIB, Marco Bonometti, il presidente uscente della Piccola AIB, Giancarlo Turati, e Gianluigi Viscardi, presidente della Piccola Industria di Confindustria.

Confesercenti, Gianni Rebecchi nuovo presidente lombardo

in Associazioni di categoria/Confesercenti/Economia/Evidenza/Nomine by
Foto Gianni Rebecchi

Milano, 15 Maggio 2017, l’Assemblea elettiva della Confesercenti Regionale Lombardia, riunitasi per l’occasione presso Palazzo Giureconsulti, ha eletto un nuovo Presidente per l’Associazione: GIANNI REBECCHI.

Classe 1969 mantovano e titolare di una ben avviata rete di agenzia viaggi, Gianni Rebecchi è attivo da svariati anni all’interno della Confederazione, dapprima come Presidente provinciale della Confesercenti di Mantova e, successivamente, come Presidente nazionale di Assoviaggi-Confesercenti, avendo peraltro in precedenza ricoperto anche la carica di Vice-presidente con delega al turismo per la stessa Confesercenti lombarda.

Prendendo la parola davanti ai componenti della presidenza e alle numerose autorità intervenute per assistere a questo importante momento per la compagine lombarda di una delle più rappresentative associazioni imprenditoriali del nostro Paese, il neo-Presidente ha espresso grande soddisfazione per il nuovo incarico. Ringraziando tutti i sostenitori della sua candidatura ed elezione, nonché il gruppo dirigente che ha con lungimiranza guidato la Confesercenti lombarda sino ad oggi, Rebecchi ha quindi analizzato il contesto economico italiano e lombardo, soffermandosi in particolare sui settori del Commercio e del Turismo. “A fronte di una ripresa economica che stenta ancora a decollare nel nostro Paese (secondo le previsioni più ottimistiche, saranno infatti necessari almeno altri 5 anni per recuperare i livelli di produzione pre-crisi), la Lombardia – ha rilevato Rebecchi – sembra invece ormai prossima a un effettivo ristabilimento (che dovrebbe sopraggiungere non oltre il 2018). In entrambi i contesti, comunque, arranca il commercio tradizionale, alle prese, oltre che con la drammatica contrazione dei consumi interni (a livello nazionale ancora a -57 miliardi rispetto al 2007), con la crescente pervasività della grande distribuzione e del commercio elettronico. Nella sola Lombardia, negli ultimi 10 anni, sono infatti andati perduti quasi 126.000 m2 di negozi di vicinato, a fronte di un incremento di quasi 1.500.000 m2 di medie e grandi strutture di vendita; ordini di grandezza – quest’ultimi – che consentono di evidenziare come, nell’ultimo decennio, lo spazio di vendita dei negozi di vicinato lombardi si sia ridotto per una superficie analoga a quella attualmente censita sull’intero territorio del Comune di Monza, laddove medie e grandi strutture di vendita si sono invece estese per una superficie superiore a quella di tutti i negozi di vicinato del Comune di Milano”.

In positiva controtendenza sono i dati del comparto turistico, specie sul territorio lombardo, dove arrivi e presenze nelle strutture ricettive sono rispettivamente aumentati del 60% e del 47% dal 2005 al 2015, soprattutto grazie al crescente afflusso dei turisti stranieri. “Una tendenza sbalorditiva – commenta il Presidente regionale -, che non deve ritenersi distorta dall’eccezionalità di EXPO 2015, anche in considerazione dell’ulteriore incremento di tali parametri per l’anno 2016, con un aumento del 3,4% per gli arrivi e del 5,7% per le presenze. Un settore in grande sviluppo – come evidenziato anche dall’incremento di ristoranti, bar e altre attività di somministrazione – che deve capitalizzare la fortunata congiuntura internazionale – senz’altro favorita dalla situazione d’insicurezza di tante mete turistiche concorrenti – ottimizzando l’offerta in un settore sempre più competitivo, che deve peraltro “fare i conti” con la concorrenza asimmetrica della sharing-economy (particolarmente pervasiva in questo ambito, dagli home restaurant alle locazioni turistiche via Airbnb e similari)”. “In questo complesso scenario – ha annunciato Rebecchi – Confesercenti regionale Lombardia s’impegna, con nuovo slancio, ad affrontare la sfida di sempre: portare la voce delle imprese nelle istituzioni regionali e agevolare le Confesercenti lombarde a coinvolgere e assistere gli imprenditori del territorio”..

Dall’attuazione della Direttiva Bolkestein per il Commercio su area pubblica alle campagne di sagre in regola e libera la domenica, dalle dinamiche del credito per le MPMI viste dall’osservatorio di Italia-Comfidi ai processi di riordino del sistema camerale e alle attività per la promozione della digitalizzazione verso “Economia 4.0”, dalla collaborazione in RETE imprese Italia con le altre Associazioni del Commercio e dell’Artigianato a quelle – non meno intense e strategiche – con le organizzazioni sindacali in seno a ENBI. Rebecchi ha descritto ai presenti i numerosi ambiti d’impegno presente e futuro per la Confesercenti lombarda, non mancando di esprimere le proprie considerazioni su temi d’attualità come la pressione fiscale, l’abolizione dei Voucher e il rapporto tra degrado, criminalità e desertificazione commerciale. Il Presidente Rebecchi ha però voluto riservare il termine del suo discorso per esprimere particolari parole di stima per il suo Predecessore, l’ex-Presidente Giorgio Ambrosioni, nonché per ricordare il compianto ex-Direttore regionale, Giancarlo Morghen: “della cui indelebile impronta sulla nostra Associazione, andiamo fieri”.

Al termine della relazione di Rebecchi, l’intervento del Presidente di Unioncamere Lombardia, GIANDOMENICO AURICCHIO – che, congratulandosi con Gianni Rebecchi per la nuova nomina, ha dato atto dell’impegno di Confesercenti all’interno sistema camerale lombardo. Il Presidente Auricchio ha quindi ribadito che le camere lombarde sono pronte a dar seguito alla loro riforma, pur contestandone i criteri, che si concentrano esclusivamente sul numero d’imprese iscritte ai Registri di ciascuna Camera, senza valutare la solidità dei relativi bilanci.

L’incontro si è dunque concluso con un breve discorso dell’Assessore al Commercio di Regione Lombardia, MAURO PAROLINI. Riconoscendo il contributo della Confesercenti lombarda alle politiche attivate dalla Regione per le imprese del territorio, l’Assessore ha in particolare evidenziato l’apporto di Gianni Rebecchi nel settore turistico. Parolini ha infine insistito sull’importanza dei corpi intermedi per favorire la “buona politica” a tutti i livello istituzionali, nonché sulla necessità che la ripresa economica sia quanto più inclusiva, collegando i bisogni delle realtà locali alle politiche regionali ed europee.

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