Acciaio: cala la siderurgia cinese, cresce quella italiana

in Acciaio/Economia/Tendenze by

L’Ufficio Studi di Siderweb – il principale organo nazionale di informazione e consulenza dedicato al mercato siderurgico – propone l’ultimo aggiornamento della CONGIUNTURA SIDERURGICA, analisi dei principali indicatori (produzione, commercio estero e trend delle quotazioni) dell’acciaio italiano, europeo e mondiale.

Il primo quadrimestre del 2016 ha fatto registrare una contrazione dell’output di acciaio grezzo. Inoltre, benchè sforni il 50% della produzione mondiale, la siderurgia cinese ha evidenziato un calo rispetto al periodo gennaio – aprile del 2015. Ancora verso il basso la produzione europea, mentre quella italiana torna a vedere il segno «+», anche se l’utilizzo della capacità produttiva è del 15% inferiore rispetto alla media mondiale.

GIUGNO 2016, LA CONGIUNTURA SIDERURGICA

elaborazione a cura dell’Ufficio Studi di Siderweb

Lo scenario mondiale

Nel primo quadrimestre del 2016, la produzione mondiale di acciaio è stata pari a 521,3 milioni di tonnellate, con un decremento del 2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva globale è così sceso al 67%, confermando il trend decrescente in corso dal 2011. Il primo quadrimestre di quest’anno è stato caratterizzato ancora dal calo della produzione cinese che, con un output di 261,4 milioni di tonnellate, è diminuita del 2,3%, corrispondente a 6,2 milioni di tonnellate in meno. Ciononostante, la Cina da sola continua a produrre il 50% dell’acciaio nel mondo. A livello continentale, l’Asia mantiene la propria leadership, sebbene l’output complessivo si sia ridotto del 2%. Tra i grandi produttori asiatici, solo l’India ha aumentato la produzione nel primo quadrimestre di quest’anno (+2,3%); il Giappone (secondo produttore mondiale) l’ha ridotta del 2,3% e la Corea del Sud del 2,4%. La produzione ha registrato una riduzione più marcata nell’Unione Europea (-6,5%), mentre è tornata a crescere nella Confederazione di Stati Indipendenti (+0,4%) e in Turchia (+2,8%). Nell’Unione Europea, la diminuzione della produzione siderurgica ha interessato in misura diversa i principali paesi produttori: Germania (-2,3%), Spagna (-8,3%), Francia (-11,1%), Regno Unito (-37,4%).

La siderurgia italiana

La produzione italiana si è attestata nei primi quattro mesi di quest’anno a 7,9 milioni di tonnellate, con un incremento dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, dovuto alla forte crescita del mese di aprile (+14,5%). Con riferimento al processo produttivo, nel primo quadrimestre di quest’anno l’aumento della produzione ha riguardato principalmente il ciclo da altoforno, mentre quello da forno elettrico ha ridotto l’output complessivo. Il tasso di utilizzo della capacità produttiva complessiva si è attestato intorno al 55%, 15 punti in meno rispetto a quello mondiale.

La produzione di laminati piani a caldo è stata pari a 3,8 milioni di tonnellate, con un aumento del 6,9% rispetto al primo quadrimestre del 2015. La produzione di laminati lunghi si è attestata a 3,9 milioni di tonnellate, con un calo del 4,8%.

Le esportazioni

Nei primi tre mesi del 2016 (ultimo dato disponibile), le vendite all’estero di prodotti siderurgici sono ammontate a 4,2 milioni di tonnellate, con un aumento dello 0,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le esportazioni nei paesi dell’UE, pari al 73% del totale, sono aumentate del 10,7%, mentre quelle verso i paesi extra UE sono diminuite del 24,7%. Le vendite all’estero di laminati piani sono aumentate di circa il 15%, mentre quelle di laminati lunghi sono diminuite del 7,5%. Le esportazioni di semilavorati (lingotti, billette e bramme) sono diminuite dell’1,1%, mentre quelle di tubi hanno registrato un calo del 5%, imputabile ai tubi senza saldatura che hanno risentito della diminuzione degli investimenti nell’oil & gas.

Le importazioni

Nei primi tre mesi del 2016 le importazioni di prodotti siderurgici si sono attestate a 6,4 milioni di tonnellate, con un incremento di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, dovuto soprattutto agli acquisti da paesi terzi, che sono aumentati del 12,1%, contro il 7,2% di quelli dai paesi comunitari. L’incremento più consistente è stato registrato dai laminati piani (+11,8%), in particolare dai paesi extra UE (+18,5%). Le importazioni di laminati lunghi sono rimaste sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo del 2015. Le importazioni di tubi sono diminuite del 7%; il calo è dovuto soprattutto ai tubi senza saldatura. Infine, gli acquisti all’estero di semilavorati sono cresciuti di circa il 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le previsioni a breve termine

Le previsioni per i prossimi mesi sono leggermente più positive rispetto a quelle del secondo trimestre: il consumo reale di acciaio nell’UE dovrebbe passare da un tasso di crescita dell’1,2% all’1,5%, ma il consumo apparente continuerà a manifestare segni meno: rispetto ad una diminuzione dello 0,2%, nel secondo trimestre si passerebbe infatti ad una diminuizione dello 0,4% nel terzo trimestre. Ciò sta a significare che, ancora per qualche mese, la ripresa della domanda reale di acciaio verrà soddisfatta con la diminuzione delle scorte.

Per quanto riguarda le esportazioni, il rallentamento della crescita economica nei principali paesi emergenti avrà un effetto depressivo sulla domanda di acciaio mondiale, quindi sulle esportazioni da parte dei paesi sviluppati. Al contrario, l’eccesso di capacità produttiva in alcuni paesi emergenti, soprattutto la Cina, manterrà elevato il livello delle esportazioni di acciaio verso i paesi sviluppati, con un effetto di compressione sui margini delle imprese siderurgiche di questi paesi.

Prezzi: inversione di tendenza nella seconda metà di maggio

A maggio, i prezzi dell’acciaio in Italia cambiano direzione. Il recupero delle quotazioni, in atto da inizio febbraio, si è infatti interrotto a partire dalla parte conclusiva del mese scorso, quando il mercato ha invertito la rotta. Lo si può notare dalla curva descritta dal grafico del Siderindex (ovvero l’indice che misura il prezzo medio alla tonnellata dell’acciaio al carbonio sul mercato italiano) che è tornato a puntare verso il basso.

Entrando maggiormente nel dettaglio, a maggio il valore del Siderindex si è attestato a 340,55 euro la tonnellata, con un forte incremento rispetto al livello di aprile (+21,6%), tornando su livelli che non si vedevano da settembre 2014. Nell’ultima rilevazione di maggio, però, l’indice è sceso a 339,49 euro la tonnellata rispetto ai 345,57 euro la tonnellata della rilevazione precedente, confermando il calo anche nella prima rilevazione di giugno (331,31 euro la tonnellata). Dal picco massimo del 18 maggio, la riduzione dei prezzi è del 4,1%, mentre l’indice all’8 giugno rimane del 43,1% superiore al livello di inizio 2016.

A maggio, per quanto concerne i prodotti piani, le quotazioni medie mensili dei coils sono cresciute di circa 60 euro la tonnellata rispetto alla media del mese precedente, mentre le lamiere da treno sono rincarate di circa 75 euro la tonnellata. Nei lunghi il tondo e la vergella da trafila recuperano circa 75 euro la tonnellata, mentre travi e laminati limitano il guadagno a 45 euro la tonnellata.

Infine, il rottame si posiziona su livelli più elevati rispetto ad aprile: il mese scorso il valore medio registrato per la materia prima delle categorie 01-E3, 33-E40, 50-E8, 41-E5M (le quattro principali qualità di rottame vendute sul mercato nazionale) è stato di 220,4 euro la tonnellata, contro i 192,5 euro la tonnellata di aprile, per un incremento del 14,5%.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*